ateatro 99.25 Beckett 100: Beckett a I-Mode Visions 2006 All'Accademia di Belle Arti di Macerata di Anna Maria Monteverdi
Cambio di testimone per le celebrazioni del centenario di Beckett, passato dal Teatro Studio di Scandicci all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Massimo Puliani, direttore della sezione Multimediale, ha coordinato infatti, dall’11 al 13 maggio, un ben articolato e ricco programma di eventi in omaggio al drammaturgo e regista irlandese che va a colmare un colpevole silenzio commemorativo ad opera di Teatri Stabili e Festival. L’occasione era data dalla pubblicazione del volume collettivo curato da Puliani stesso in collaborazione con Alessandro Forlani, della monografia Beckett per la Halley Editrice e dall’annuale esposizione dell’Accademia di Macerata I-Mode visions. Il libro, dalla grafica accattivante nera e blue elettrico, raccoglie testi sia inediti e che editi ma ormai introvabili, relativi al Beckett “multimediale”, ovvero a quella produzione televisiva e di radiodrammi caratterizzata da vere e proprie operazioni di rottura e di radicale innovazione linguistica e considerate a buona ragione da molti artisti soprattutto video, un riferimento obbligato.
Il programma prevedeva proiezioni di rare videodocumentazioni delle più svariate interpretazioni delle piéce beckettiane ad opera di nomi di spicco della ricerca teatrale mondiale oltre ai videplays diretti dallo stesso Beckett per la televisione (da Ehi Joe all’enigmatico Quad, a Ghost trio). Parte integrante di I-mode Visions era il concorso di corti (in video e in animazione) creati dagli studenti dell’Accademia e liberamente ispirati a Beckett; a conclusione delle giornate al Teatro Lauro Rossi di Macerata sono andati in scena: Endgame.End di Fabrizio Bartolucci e Trittico beckettiano diretto da Giancarlo Cauteruccio (Atto senza Parole, Non Io, L’ultimo Nastro di Krapp).
Omaggio a Beckett anche da parte di un docente dell’Accademia e assai noto comunicatore multimediale, Carlo Infante, che ha offerto una performance on line realizzata usando la piattaforma Mondi virtuali.com e invitando presenti e utenti a distanza, a un viaggio virtuale in grafica animata 3D e in chat dentro le opere, o meglio dentro i punti di vista sull’opera di Beckett. Il tour prevedeva soste dentro contributi in forma di clip video incastonati negli ambienti virtuali creati dagli stessi studenti del suo corso, Performing media. Una sorta di dimora virtuale o se vogliamo un palcoscenico da attivare grazie a banche dati spazializzate: un esempio di un diverso e futuribile modo di fare didattica, con temi organizzabili per aree interattive e intercomunicanti in modalità, per definizione, aperta. Naturalmente si tratta di una piattaforma condivisa in connessione remota la cui strutturazione architettonica e le cui modalità interattive devono essere ridefinite e riprogettate ogni volta affinché sia sempre il contenuto –come ricordava Kandinskij - a determinare la forma.
Il concorso I modi della visione ha visto poi, la partecipazione di 14 opere video di studenti dal 1 al 4 anno dell’Accademia. Sono risultati vincitori: Ceci n’est pas theatre di Armando Tesei, un folle non-racconto con citazioni esplicite alla cinematografia comico-grottesca italiana (da Ciprì e Maresco a Trosi a Fellini) con un ritratto di Estragone e Vladimiro tra L’albero degli zoccoli di Olmi e Cinico Tivù. Più aderente alla poetica di Beckett e al suo senso di sospensione e di inutilità o ineffabilità della vita e di ogni agire, nell’opera in grafica 3D animata premiata per la ricerca e l’innovazione: Senza titolo di Marco Menco: scarpe senza gamba vagano in un eterno circolo senza inizio né fine.
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