ateatro 55.80 Per un'arte della connessione Recensione a Marco Deseriis e Giuseppe Marano, NET.ART. L’arte della connessione, Shake Edizioni di Tatiana Bazzichelli
Finalmente anche il mondo dell’editoria italiana apre gli occhi e dà dignità, dopo quasi un decennio di pratiche, al fenomeno della NET.ART. La casa editrice Shake , da sempre attenta alle realtà emergenti della cultura underground (e non solo) italiana e internazionale, apre la strada nel panorama editoriale - ci auguriamo – alla pubblicazione di testi che riflettono sulla cultura e sulle pratiche in rete e di rete dal punto di vista artistico.
Non si tratta quindi di una pubblicazione che reitera i tradizionali presupposti della creazione artistica applicandoli anche al web, ma di un’analisi che punta a evidenziare le possibilità connettive della rete, ripercorrendo la storia della NET.ART internazionale dal punto di vista delle potenzialità intrinseche e strutturali che il .net offre.
NET.ART, quindi, come "arte della connessione" e come possibilità di creare processi che vivono nella rete e per la rete. NET.ART non come pratica artistica semplicemente diffusa attraverso Internet, ma come network di progetti che agiscono combinando sperimentazione sui codici, azioni di guerriglia-marketing, giochi identitari, tecniche di plagio, camuffamento e pratiche performative.
Gli autori del libro, Marco Deseriis (a.k.a. Snafu) e Giuseppe Marano (a.k.a. Subjesus), fondatori di The Thing Italia, offrono sia a lettori che si avvicinano per la prima volta all’argomento, sia a un pubblico più esperto, un utile strumento per orientarsi nel mare più o meno sconfinato delle pratiche di NET.ART internazionale, dando utili dritte per poter approfondire la tematica on line. URL e riferimenti sono infatti d’obbligo, visto che la NET.ART è una pratica di utilizzo sperimentale, espressivo, "contaminante" della rete, interpretabile sicuramente meglio partecipando di persona alle pratiche e azioni, piuttosto che leggendo le descrizioni di queste su un testo scritto. Un’impresa, quindi, sicuramente difficile quella di documentare in forma "narrativa" ciò che strutturalmente non lo è, e che si esprime in forma ipertestuale e diffusa nelle maglie della rete.
Il testo, partendo dalla definizione di NET.ART, termine che si presta spesso a notevoli interpretazioni e fraintendimenti (soprattutto nell’ambito artistico), arriva progressivamente a descrivere le forme di utilizzo sperimentale del codice, il dirottamento digitale, la software art, il cybersquatting, la disobbedienza civile elettronica e le altre forme di sabotaggio in rete che vengono realizzate soprattutto dalla seconda metà degli anni novanta fino ad oggi.
Un elenco di numerose pratiche che rende giustizia a una moltitudine di progetti internazionali, il cui eco per alcuni è giunto anche in Italia negli anni passati, per altri, meno conosciuti, è sicuramente consigliabile la conoscenza e l’approfondimento.
Il libro si chiude con il capitolo "Politiche della connessione", che porta i lettori nei meandri della fitta rete di collaborazioni, link, scambi e processi collettivi che accompagnano costantemente la dimensione "virtuale" del fare arte in rete e che si concretizzano "fisicamente" nella partecipazione e ideazione di eventi, festival, dibattiti internazionali sulla net.art e net.culture e nella creazione di progetti allargati in continuo movimento (come mailing list, blog, laboratori di ricerca, server artistici).
Una nota per gli autori: per la notevole mole di progetti e net.artisti citati, sarebbe sicuramente utile una cronologia essenziale e un indice dei nomi, elementi che aiuterebbero il lettore nel comporre il proprio quadro d’insieme della NET.ART internazionale. Speriamo che questo avvenga nelle successive ristampe, che naturalmente auguro agli autori di realizzare!
Una nota per gli editori: …a quando un libro sulla NET.ART italiana?
Il sito ufficiale: http://www.shake.it/netart.html
Tatiana Bazzichelli su strano.net
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