ateatro 70.71
14/06/2004 
Le recensioni di "ateatro": Rebus per Ada
di Fanny & Alexander-A. Zapruder Filmakersgroup per Riccione TTV expanded theatre
di Oliviero Ponte di Pino
 

Negli spettacoli di Fanny & Alexander lo spettatore viene spesso costretto nel ruolo del voyeur, di chi spia attraverso un diaframma teatrale una intimità fiabesca, venata di pulsioni erotiche e brividi mortuari, un gioco privato ricchissimo di rimandi, tanto affascinante quanto difficile da decifrare. Anche Rebus per Ada, frutto della collaborazione tra Fanny & Alexander e A. Zapruder Filmakersgroup, presentato a Riccione TTV (che lo ha coprodotto) e inserito nel complesso e ambizioso progetto che il gruppo sta dedicando al romanzo di Vladimir Nabokov Ada o ardore, mette lo spettatore in una posizione insolita. O meglio, isola e radicalizza una delle funzioni dello spettatore, come in un esperimento laboratoriale.
Su un piccolo schermo vengono retroproiettate due sequenze di immagini affiancate: corpi, oggetti, gesti, e alcune lettere a stampatello, scorrono veloci, in una danza visuale che sfida alla decodificazione. E’ una serie di «rebus stereoscopici», ovvero «rebus in cui si usano due o più vignette per rappresentare una successione logica o cronologica che molto spesso è espressa nella soluzione con verbi al passato o al futuro» (ovvero dei rebus in cui rientrano il tempo, il racconto, rispetto alla fissità dei tradizionali rebus «statici».
Ogni opera d’arte, nel costante ricorso alla metafora, ogni spettacolo teatrale, nel suo porsi come realtà separata che rimanda ambiguamente alla realtà del mondo, e addirittura ogni espressione linguistica, presuppone un lavorio di decodifica e traduzione. Ogni segno si offre per quello che è, nella sua materialità, ma anche per qualcos’altro: ogni segno può essere dunque un enigma da decifrare, e i segni dell’arte sono ancora più ambigui – perché il loro senso si stratifica su più livelli e si apre all’interpretazione.
In Rebus per Ada, grazie alla consulenza del maestro Stefano Bartezzaghi, l’enigma della comunicazione diventa enigmistica. Sono enigmi di difficile risoluzione, un po’ per la velocità con cui scorrono le immagini, un po’ per qualche libertà rispetto all’enigmistica corrente, un po’ per i numerosi riferimenti ai protagonisti del romanzo, Ada e Van, la coppia di fratelli intorno a cui ruota l’intero ciclo spettacolar-romanzesco. Non manca il palindromo bilingue di Primo Levi, «è filo teso per siti strani», «in arts it is repose to life», a sottolineare che tutta questa esperienza vuole anche essere una riflessione sull’arte. Ogni rebus racconta un diverso mistero, una diversa microstoria. Nel loro insieme i quindici rebus (più due palindromi) paiono quasi narrare l’intera vicenda, esaurendone il senso per frammenti allusivi e sapienziali (a cominciare dal rimando all’abilità di Ada – e ovviamente di Nabokov – nei giochi della parola): sono schegge che sfidano la capacità d’interpretazione dello spettatore e lo mettono in scacco.
E’ una comunicazione tutta mentale, dove ogni cosa diventa icona, segno, a cominciare dal corpo e dal volto degli attori – ovvero dalla materialità stessa del teatro. Il pubblico è ridotto a ossessivo (e frustrato) solutore di enigmi, in un labirinto brulicante di allusioni e connessioni, ma privato della compresenza con l’attore, a cui peraltro il filmato allude senza tregua. E’ un romanzo dove la narrazione è esplosa in oracoli. E’ un teatro disincarnato, senza corpo, ridotto a puro segno e impaginato con raffinato rigore. Ridotto a una essenza enigmatica che – alludendo a Edipo, principe dei solutori, e alla Sfinge – rimanda all’incesto che è al centro del romanzo di Nabokov. Nella sua chiusa, misterica e frustrante perfezione, rispecchia anche l’intreccio claustrofobico delle anime dei due fratelli intorno a cui ruota l’intero ciclo.

Rebus per Ada
con la consulenza enigmistica di Stefano Bartezzaghi
Fotografia: Monaldo Moretti, David Zamagni
Riprese e montaggio: David Zamagni, Nadia Ranocchi
con Paola Baldini, Marco Cavalcoli, Luigi de Angelis, Chiara Lagani, Sara Masotti, Francesca Mazza, Nina Muffolini
Fanny & Alexander-A. Zapruder Filmakersgroup
Riccione TTV expanded theatre
Riccione, Villa Lodi Fè, 27 giugno 2004


 
© copyright ateatro 2001, 2010

 
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