ateatro 93.75
I teatrinvisibili a convegno
A Roma dall'11 al 13 gennaio: il programma provvisorio
di Triangolo scaleno teatro
 

Triangolo scaleno teatro
Via dei Latini,4
00185 Roma
tel/fax: 06/444.12.18
teatrinvisibili
convegno

11,12,13 gennaio 2006/teatro palladium

tre giorni di incontri, discussioni, scambi tra/con/sul teatro indipendente di Roma e Provincia



L’idea di condurre un’azione di monitoraggio del teatro indipendente di Roma e della Provincia, di gettare uno sguardo attento a questo territorio, di rivolgere lo sguardo del teatrante, spesso e troppo spesso volto all’interno della sua soggettività, al panorama artistico, non a quello visibile e scoperto (che pure sarebbe interessante andare ad indagare a livelli diversi) ma a quello che lavora e produce nella quasi più totale invisibilità, è frutto di componenti diverse:
- l’appartenenza a questo territorio:
il triangolo scaleno è “invisibile” su Roma dal 1991;
- la gestione di uno spazio teatrale:
nell’ultimo triennio il triangolo scaleno ha portato la quasi totalità della sua progettualità all’interno dello Strike spazio pubblico autogestito, conducendovi un’attività di produzione, ospitalità per prove e spettacoli di altre realtà, romane e non, e didattica, promovendo i propri laboratori e ospitando altri nell’ottica di un incrocio sempre desiderato e mai possibile tra allievi e maestri;
- l’incontro con l’Assessorato alle Politiche giovanili della Provincia di Roma:
la partecipazione ai focus group dell’Assessorato alle Politiche Giovanili e ad alcuni incontri ha stimolato la trasformazione di un ragionamento in progetto, nella speranza che proprio l’istituzione potesse diventare referente di una battaglia per i diritti di un’intera fascia di popolazione.

Queste tre componenti sono risultate determinanti e, nel tempo, si sono intrecciate con le esigenze più personali, con la necessità del cambiamento, con la necessità che il nostro lavoro si andasse ad incrociare con la società civile e svolgesse un compito capace di collaborare alla ricostruzione di una speranza.
L’Assessorato ha deciso di finanziare il nostro progetto e noi abbiamo cominciato la ricerca.
L’intento non era, fin dall’inizio, statistico. Volevamo sentire il polso del teatro, incontrare i progetti, le idee, i desideri, le persone… capire se davvero questo nostro territorio è così consunto e sterile come ci è capitato di sentir sostenere da chi lo osserva da fuori. Roma, la metropoli che suscita esigenze e moltiplica le reazioni; non potevamo credere che proprio qui, nel pieno della nostra contemporaneità, caotica e dispersa, proprio qui il teatro soffrisse della mancanza di idee degne di una vita più ampia. Non potevamo credere alle selezioni degli ultimi premi nazionali in cui le realtà romane erano sempre pochissime e in generale girava voce che fosse meglio presentarsi come appartenenti ad una qualsiasi provincia, anche del sud, piuttosto che dichiarare di essere di Roma. E facevamo bene a non crederci perché in realtà questo territorio è ricchissimo. Solo che qui saltare la soglia dall’invisibilità alla visibilità è decisamente molto più difficile che altrove.
Una ricerca affannosa quella che ha caratterizzato il nostro lavoro nel periodo marzo-giugno 2005, una ricerca che ha portato alla conoscenza di realtà radicate, operanti da anni e del tutto ignote, a noi, ad altri e ai più, di realtà nuove, di singoli artisti, di spazi privati. Insomma di un mondo teatrale sommerso produttivo, operante, che crea, alimenta e costruisce la cultura dell’intera città.
Un vero viaggio di scoperta. Spesso ci siamo persi nella lettura delle presentazioni e delle storie che ognuna di queste realtà ha ritenuto di doverci raccontare, un pezzo della loro vita artistica nella sintesi di poche cartelle scritte con cura, foto, elenchi di progetti, desideri, idee, programmazioni, curricula…

La scoperta più sconvolgente è stato constatare il fluire di un’enorme quantità di idee. Idee, un bene prezioso che nel teatro ufficiale sta scomparendo. Il teatro invisibile ha un’infinità di idee. A volte non ha soldi né strumenti per realizzarle, a volte le realizza con i soldi e gli strumenti che ha e quindi difficilmente le realizza in pieno. E anche quando avviene il miracolo e le realizza in pieno, poche centinaia di spettatori potranno godere dell’elaborazione minuziosa, colta, spesso capillare che il teatro invisibile, con una generosità e una vera urgenza di raccontare se stesso e il mondo, produce.
Parlando con critici, teatranti affermati spesso è venuto fuori che il mondo teatrale sommerso è bene che rimanga sommerso perché di fatto porta avanti poetiche, elaborazioni e produce spettacoli inutili, nel senso che non portano nulla di nuovo nel panorama teatrale. Se qualcuno di loro conduce realmente una ricerca innovativa prima o poi emerge. Come se non fosse noto a tutti che le condizioni in cui il processo di crescita di un artista, di un gruppo determinano il suo futuro artistico. Spesso non è il valore artistico a determinare l’emersione di un artista o di un gruppo. Lo stato di totale disattenzione in cui un intero territorio produttivo opera e produce non può essere avallato da un semplice principio estetico, traballante anch’esso. Uno stato democratico deve garantire pluralismo, deve concedere occasioni e opportunità di crescere e confrontarsi e soprattutto un’amministrazione cittadina, provinciale o regionale che sia deve valorizzare ciò che il tessuto artistico del suo territorio produce.
L’attenzione da parte delle istituzioni è, nel migliore dei casi, stagionale: vedi la stagione di Enzimi. Più spesso sono strutture private, vedi Cometa off, Colosseo, Orologio e più di tutti il Teatro Furio Camillo che si aprono al territorio offrendo loro occasioni.


L’indagine
Avremmo dovuto limitarci alle zone indicate nel primo progetto. Non è stato così. E non poteva essere così. Il teatro ha una natura liquida, collocarlo in una zona o in un’altra non è solo difficile, è riduttivo. La città sta viaggiando verso nuove forme, assume nuove facce e le reti, ormai consolidate non soltanto nei movimenti ma anche nell’ambito artistico e teatrale nello specifico, trasformano la possibilità di lettura di un territorio. Avremmo voluto dividere in categorie gli artisti che hanno voluto darci i loro materiali. Ma ci siamo resi conto che dividere e categorizzare un territorio che è in continuo mutamento, che di progetto in progetto, modifica l’ensemble, il cast, che scambia collaborazioni e materiali, che ricicla se stesso e diventa creatore e organizzatore e promotore, offre una fotografia poco aderente alla situazione reale.
Cosa dimostra questa nostra ricerca? Apre domande e chiede a gran forza l’inizio di una nuova epoca.
Da dove nasce tutto questo teatro? Dal desiderio di altro, ma quasi sempre, anche se è un processo che collettivizza gli individui, nasce da un individuo o da due che non riescono più a tenere per sé le immagini e le storie che hanno in testa. In tutte le realtà monitorate c’è sempre un regista, o un drammaturgo è con lui/lei che parli, è lui/lei che ti spiega su cosa lavorano. Ti raccontano la loro urgenza. Dietro di loro una moltitudine. Questo popolo invisibile che opera nella cultura della nostra città, lo fa non perché pagato, lo fa senza uno stipendio e senza un riconoscimento per anni, a volte per decenni. Lo fa perché non può non farlo. E con il loro lavoro arricchiscono il tessuto culturale della città e affrontano le selezioni di sporadici premi, le lunghe anticamere nei teatri ufficiali, sognando il salto in avanti (nel circuito ufficiale?), e continuano a lavorare, progettare, a cercare poche risorse che possano dare forma e vita al teatro che amano.
Abbiamo incontrato tante persone, abbiamo parlato con loro, scambiato impressioni.
Roma e la sua provincia sono un cantiere infinito, un cantiere aperto di gente che lavora sui suoi limiti perché un giorno possa meritare di poter essere visibile, dimenticando che siamo la nazione in cui la meritocrazia ha la percentuale più bassa in Europa. Ci offende da vicino l’immagine che, nel resto del Paese, si ha del nostro territorio: “un buco nero in cui nulla si muove e da cui nulla emerge”. Sappiamo che a Roma, più che altrove, emergere è difficile e in alcuni tratti storici, come l’attuale, praticamente impossibile. Inutile dilungarsi sulle responsabilità e sulla disattenzione che ha condotto a tale situazione. Utile invece confermare la volontà, come Triangolo scaleno, di dare il nostro contributo per contrastare lo stato delle cose e suscitare attenzione intorno al mondo teatrale sotterraneo di Roma e provincia e fare quanto è in nostro potere per sostenerlo.



Il colonialismo della demeritocrazia ha percepito il talento come elemento pericoloso e sovversivo, quindi da esautorare, da distruggere. Respinti dall’ambiente e allontanati dal mestiere, coloro che nella testa portavano effettivamente una parola nuova sono scomparsi e ormai irrecuperabili. Questo è il risultato di una terribile e alla lunga autolesionistica operazione di macelleria generazionale e di un attacco alla democrazia che s’è rivelato alla fine più efficace dello stesso ventennio fascista. La scarsità di talenti nel teatro italiano, anzi per meglio dire la loro invisibilità, è speculare alla crisi di tutta la nostra società, delle fabbriche di automobili, della scuola, delle università, della ricerca scientifica e tecnologica, della vita politica, dei mass-media e dell’informazione, del tessuto industriale, del sistema infrastrutturale, dell’organizzazione statale e chi più si guarda intorno più ne metta. Per questo lo studio commissionato dalla Provincia è un’ottima cosa: per ricominciare, per ricostruire una vita teatrale degna, bisogna pur individuare dove stanno i sopravvissuti e i nuovi nati.

MARCANTONIO LUCIDI
Roma, luglio 2005

teatrinvisibili
convegno

Il progetto teatrinvisibili, azione di monitoraggio del teatro indipendente di Roma e Provincia, realizzato dal triangolo scaleno teatro con il contributo dell’Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Roma, ha portato al censimento di circa 130 realtà teatrali del territorio e ha messo in luce le difficoltà e le condizioni in cui tali realtà operano, sopraffatte dall'assenza di risorse, dalla carenza di spazi, dall'impossibilità di emergere dall'invisibilità. Il progetto ha prodotto, oltre ad una rassegna teatrale, contesto vitale in cui abbiamo potuto incontrare gli altri artisti, un libro/guida, in cui ognuna delle realtà ha scelto la modalità di raccontarsi e un dvd che raccoglie ed intreccia alcune interviste. L'immagine che emerge denuncia una situazione allarmante, una chiusura che impedisce la crescita e la circolazione della cultura teatrale e al tempo stesso indica la nascita di un nuovo tessuto culturale e sociale che inventa modelli e, attraverso la sperimentazione, modifica il tradizionale modo di concepire la produzione e la distribuzione teatrale. Il triangolo scaleno teatro con il sostegno della Provincia di Roma - Assessorato alle Politiche Giovanili e Assessorato alle Politiche culturali, intende rilanciare l’iniziativa.

Avevamo concluso la prima fase del lavoro sul teatro indipendente del territorio di Roma e Provincia chiedendo attenzione.
Proponiamo ora di creare uno spazio e un tempo di discussione: un convegno di tre giorni in cui far incontrare i soggetti, le istituzioni, gli uomini che lavorano, vivono, operano, fanno teatro e cultura nel territorio, un momento politico che possa suscitare attenzione sulla situazione della politica culturale nella città di Roma.

Incontrarsi e parlarne non è la soluzione ma è la prima occasione di riconoscimento di esistenza per tutti noi teatrinvisibili.

calendario

11 gennaio ore 16,30
 apertura della Vice Presidente-Assessore alle Politiche Giovanili Rosa Rinaldi
 Vincenzo Vita (Assessore alla Cultura della Provincia di Roma)- intervista video
 triangolo scaleno teatro: presentazione dell’indagine teatrinvisibili: tematiche e problematiche
 proiezione video

Interventi
 Luisa Severi (Rialto Santambrogio)
 Graziano Graziani (ZTL)
 Andrea Felici (Teatro Furio Camillo)
 Giovanna Marinelli Comune di Roma – Assessorato alla cultura
 Giovanna Pugliese – Comune di Roma
 Ciarravano – Assessorato alla Cultura Regione Lazio
 Alessandra Tibaldi – Assessorato alle Politiche Giovanili Regione Lazio
 Luigi Nieri (Regione Lazio)
 Giuliana Pietroboni (Assessorato alla Cultura-Provincia di Roma)
 Rem&Cap (compagnia romana storica del teatro di ricerca)
 Marcantonio Lucidi (critico teatrale)
 Teatrinvisibili prima generazione Andrea Cosentino e Roberto Biselli
 Patrizia Sentinelli
 Umberto Marroni (Consigliere Comunale)
 Area 06
 Roberta Agostini (Commissione Cultura della Provincia di Roma)
 Presidente Caradonna (V Municipio)
 Rosa Rinaldi (Vice Presidente-Assessore alle Politiche Giovanili della Provincia di Roma)


Partecipanti alla discussione
 Le compagnie, i gruppi e gli artisti del teatro indipendente del territorio di Roma e Provincia
 Assessori alla Cultura e Assessori alle Politiche Giovanili dei Comuni della Provincia di Roma
 Direttori dei Teatri dei Comuni della Provincia di Roma
 Assessore alla Cultura del Comune di Roma


 ore 20,00 aperitivo
 ore 21,00 spettacolo “Il castello” compagnia teatrale Triangolo scaleno teatro



12 gennaio ore 16,30

 apertura della Vice Presidente-Assessore ala Politiche Giovanili Rosa Rinaldi

Interventi
 Presidente Smeriglio (XI Municipio)
 Oberdan Forlenza - Teatro di Roma
 Alessandro Berdini - ATCL
 Massimo Paganelli - Armunia
 Pietro Valenti – Ert
 Onofrio Cutaia (progetto Sud – Teatro Mercadante di Napoli)
 Maurizio Barletta (Assessorato alla Cultura della Provincia di Roma)
 Giorgio Barberio Corsetti
 Giuseppe Ferrazza Marco Giorgetti – ETI
 Giancarlo Nanni - Teatro Vascello
 Ulisse Benedetti – Beat 72
 Direttrice Artistica della Fondazione Romaeuropafestival
 Danilo Eccher (Macro)
 Paolo Colombo (Maxi)
 Auditorium (Gaia Morrione)


Partecipanti alla discussione
 Le compagnie, i gruppi e gli artisti del teatro indipendente del territorio di Roma e Provincia
 Presidenti e responsabili cultura dei Municipi di Roma
 Responsabili alla Cultura dei Comuni della Provincia di Roma 

 ore 20,00 aperitivo
 ore 21,00 spettacolo “Il castello” compagnia teatrale Triangolo scaleno teatro



13 gennaio ore 16,30


Interventi
 Prof. Franco Ruffini (Università degli Studi di Roma Tre- DAMS)
 Prof. Giancarlo Sammartano (Università di Roma Tre - DAMS)
 Oliviero Ponte di Pino (Redazione di ateatro)
 Direttrice Artistica della Fondazione Romaeuropafestival
 Arch. Alessandro D’Onofrio
 Prof. Canevacci
 Luca Vitone (Lima – Xing)
 Fondazione Olivetti
 Cecilia Casorati (Accademia di Belle Arti)
 Fiorella Mannoia
 Assessorato alle Politiche Giovanili: una rassegna per i teatrinvisibili


 discussione aperta con le compagnie teatrali indipendenti del territorio di Roma e Provincia

ore 20,00 aperitivo
ore 21,00 spettacolo “il castello” compagnia teatrale Triangolo scaleno teatro


in collaborazione con

ZTL
Teatro indipendente
Il fermento c’è, progressivo ed incessante. Si fa largo chiedendo permesso, in modo non rumoroso ma deciso. E’ la risposta tangibile ed autentica che un certo modo di gestire il teatro e lo spettacolo ha fatto il suo tempo, non piace più, è deleterio, ha l’obbligo, per forza di cose e di natura, di lasciare spazio ed aria a chi ha nuove idee, da dire o da ribadire. Come avviene per gli accadimenti importanti, il fenomeno cresce a dismisura, nonostante l’apparente indifferenza che lo circonda, per poi, una volta gigantesco, obbligare a tenerne conto. Tutto questo è TEATRO INDIPENDENTE. Poco incline al certo e al dato, più propenso a lasciare voce e spazio a chi sente qualcosa da dire e da rappresentare.
Francesca Pistoia

www.visum.it


 
© copyright ateatro 2001, 2010

 
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