ateatro 91.55 Adhoc Culture: spazi della transitorietà Le Buone Pratiche 2: Banca delle Idee di Lucio Argano
l.argano@adhoc-culture.com
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Con queste poche righe vorrei aderire idealmente allo straordinario ed indispensabile osservatorio sulle evoluzioni in corso nel settore teatrale e dello spettacolo che Oliviero, Mimma, Franco e tutte le altre persone che collaborano con loro stanno portando avanti da tempo coraggiosamente e con entusiasmo.
Più che una buona pratica, mi fa piacere segnalare un “territorio” di sviluppo e contemporaneamente di parziale diversificazione dell’attività spettacolare, che può divenire opportunità, come alcuni trend segnalano anche dal recente libro di Mimma, e che stiamo sperimentando come Adhoc Culture.
La ADHOC CULTURE è una società di consulenza direzionale per il settore culturale che si è occupata in questi anni di supportare, per la parte gestionale, gli architetti nella progettazione ex novo o nella riqualificazione di contenitori culturali. Abbiamo partecipato alla realizzazione ed avvio del nuovo Auditorium di Roma con Renzo Piano, alla progettazione dell’Auditorium di Ravello con Oscar Niemeyer per, del Museo del Viaggio a Lodi per il Touring Club ed in questi giorni siamo coinvolti nella progettazione degli spazi spettacolo della Città dei Giovani, negli ex Mercati Generali a Roma.
Negli ultimi tempi ci siamo anche occupati di attività rivolte all’uso di luoghi non deputati rispetto ad impieghi di tipo culturale. Ad esempio per Unioncamere Lombardia abbiamo redatto un piano strategico di ri-posizionamento dei poli fieristici lombardi cosiddetti di corona, in conseguenza della crescita di Fiera Milano, nel quale molte piste progettuali convalidate sono riferite a possibili usi spettacolari dei quartieri fieristici, anche con iniziative stanziali ed ideate appositamente.
All’interno di questo tema segnalo un programma su cui stiamo lavorando e che abbiamo chiamato “spazi della transitorietà”.
Accanto ai luoghi tradizionali della cultura si stanno aprendo nuovi ambiti per la fruizione culturale all’interno di aree aperte/chiuse che hanno per funzione primaria il passaggio, il movimento.
Paradossalmente i non luoghi, come li ha definiti Marc Augè, non in grado di creare relazioni significative e identità specifica in quanto asset anonimi, dove lo spostamento è il fine ultimo, diventano oggi spazi emblematici della dinamicità della vita contemporanea e vengono “letti” come possibili ambiti dove offrire relazioni, incontri, momenti di svago e cultura e dove conciliare il movimento con il “darsi tempo”.
Il nostro programma articola progetti mirati di spettacolo, arte e cultura verso stazioni ferroviarie e di autobus, aeroporti, metropolitane, porti commerciali e turistici, fino ad arrivare agli hotel ed agli ospedali, dove la transitorietà è legata invece ad altre funzioni. Sono coinvolti gli “ospiti” temporanei (di passaggio) di questi luoghi, ma viceversa le attività sono aperte a pubblico esterno, interessato alla specifica proposta. Massima duttilità dei progetti: iniziative stanziali o episodiche, costruzione “su misura”, allestimento di “zone” in via permanente o temporanea, integrazione con le politiche di comunicazione ed immagine del soggetto gestore. Attualmente sono in fase di discussione, valutazione e prefattibilità progetti per Porto di Salerno, Aeroporto di Pisa, Aeroporto Malpensa, Ospedale di Sassuolo.
Alcune esperienze similari sono Playon agli Aeroporti di Roma, il progetto Gate all’ala mazzoniana della stazione Termini di Roma, la metropolitana di Napoli con il progetto Stazioni d’Arte.
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