ateatro 90.59 I castelli e l’autonomia della cultura (su alcune buone pratiche) Le Buone Pratiche di Alfredo Tradardi
Vi interessa dimostrare che si può promuovere il principio dell’autonomia della cultura?
L’autonomia dai processi di petulante fund raising?
Avete bisogno di un castello, di uno dei 109 castelli del Canavese.
Avete bisogno che nel castello, anzi nella torre del castello, abiti uno dei 109 ex-dirigenti Olivetti con propensioni smodate all’immaginazione teatrale.
Uno che sia nato a L’Aquila, città della cabala 99 (lì le cannelle sono 99) e sappia capire la natura abruzzese del Canavese, dove la cabala funziona su base 109.
109 i comuni, 109 i castelli come già detto, 109 i sindaci, 109 gli assessori alla cultura (uno zoo), 109 i dipendenti Olivetti residui dopo le cure dei cosiddetti, almeno a sentire il massimo dei minimi e il minimo dei massimi,(1)
capitani coraggiosi,(2) 109 le lettere 22, un po’ arrugginite, conservate senza alcuna cura nel locale museo civico, 109 i Convegni sul Nuovo Teatro svoltisi a partire dal lontanissimo giugno del 1967.
109 i parroci e 109 i vescovi (ancora intenti a digerire il woytila, ora stanno costruendo le difese contro un pastore tedesco).(3)
Avete bisogno anche di 109 Buone Pratiche (non stiamo qui ad elencarle tutte per permettere alla Gallina Mimma di scriverne in un altro saggio e ponderoso scritto “Il Teatro Impossibile”).
E così è nato nel giugno del 2005 “on the road…” il teater-fest al Castello di Mercenasco, castello dove abita Alfréèd Jarry, pronipote innaturale dell’autore di Ubu Roi, benedicente, l’autore di Ubu Roi, e sorridente e ammiccante con l’immancabile stecchino in una narice.
Due repliche di “Viaggio a Izu” con François Kahn, un “ME & ME” con Rem & Cap, un “Action” di Stalkerteatro, un “Bartleby lo scrivano” con Humberto Brevilheri.
BP n. 1 l’autofundraising, pratica leggermente autolesionista, possibile se amate l’odore di santità e le vesti di mecenate rinascimentale, pratica da utilizzare con la BP n. 2 che prevede di non tenere contabilità alcuna altrimenti non sono esclusi ictus, giramenti di testa, svenimenti et similia.
BP n. 3 attori e registi alla ricerca di incassi al netto SIAE o di un semplice rimborso delle spese le più vive.
BP n. 4 ricambiare le suddette generosità con cene succulente e quindi disporre di amici/che allo stesso tempo cuochi/che esemplari e di vini delle Langhe.
BP n. 5. nominare direttore artistico un giovane
BP n. 6 riuscire anche a trovare attori/attrici disposti a versioni speciali dell’incasso al netto SIAE, pratica sulla quale ritorneremo in separata sede.
Nella conferenza stampa, di fronte naturalmente a 109 giornalisti, abbiamo detto:
Naturalmente un ringraziamento:
• alla signora Benso che ci ha permesso di fare “on the road …” in questo splendido castello
• a voi tutti che avete raccolto il nostro invito
• al direttore artistico di questo festival, il giovanissimo francesco bono, che ha scritto una bellissima tesi di laurea sul convegno per un nuovo teatro che si è tenuto a ivrea nel lontano giugno ‘67
• un ringraziamento denso e intenso a Claudio Remondi e Riccardo Caporossi, e al loro giovane compagno Davide Savignano per averci permesso di inaugurare con “Me & Me” questo teater-fest.
• un dono anch’esso denso e intenso che ci rimanda a un periodo lontano, quando vennero a ivrea nel gennaio del 1979 portando, su iniziativa dell’allora assessore alla cultura, che poi ero io, tre spettacoli, “Sacco”, “Richiamo” e “Pozzo”, due al Giacosa e uno, “Richiamo”, alla palestra Cappuccini.
oggi è un giorno importante per il teatro in generale e per il teatro in canavese in particolare. un giorno storico? esageruma nen!
Ma abbiamo pensato lo stesso di offrivi una piccola cosa perché il nostro è un teatro povero, civile e necessario.
l’8 giugno c’è stata al castello di masino la conferenza stampa di presentazione della stagione del parco culturale del canavese.
250 se non 300 i presenti, i 109 sindaci con i 109 assessori alla cultura + others.
abbiamo ascoltato con molto interesse e acuta attenzione le parole delle autorità, da Mercedes, da poco nominata governatrice del Piedmont, in giù.
come sapete esiste la banalità del bene ma anche quella del male.
esiste anche l’insostenibile leggerezza della parola dei politici sulla cultura.
dopo due ore di leggerezze giulive è stato offerto uno sublime buffet.
20 euro a persona mi è stato detto dall’uomo del catering, 5.000 – 6.000 euro in toto.
noi non possumus per la “contraddizion che nol consente”.
vi offriamo allora:
un oliva, o nera o verde, due pistacchi
mezzo grissino (non è un omaggio a fassino)
un cucchiaio di patate miste a cipolla
un cucchiaio di melanzane anche esse miste a cipolla
un quarto di mela
una fettina di pane e un pizzico di cicoria (per segnalare un Francesco non in odore di santità)
un bicchiere di vino bianco o rosso
acqua a volontà
p.s.: a queste condizioni siamo disposti anche ad ospitare la 109a edizione di BP.
NOTE
(1) Il presidente del consiglio tra Romano Prodi e Giuliano Amato
(2) Ci si riferisce a due Attila del neoliberismo, il Debenedetti e il Colaninno
(3) Il cattivo esempio viene da un vescovo che scriveva lettere a Berlinguer, Zaccagnini e Craxi, ora anche lui in pensione.
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