ateatro 89.93 Il teatro e le guerre di religione In convegno a Roma di Centro Studi sul Teatro Medievale e Rinascimentale
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI
Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo
Direzione Generale per i Beni Librari gli Istituti Culturali e l’Editoria
Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale
XXIX Convegno Internazionale
Guerre di Religione Sulle Scene
del Cinque-Seicento
Teatro Politecnico
Via G.B. Tiepolo 13a, Roma
da giovedì 6 a domenica 9 ottobre 2005 - ore 21.00
Wunderkammer
presenta
Il Bragadino
(1580)
di Don Valerio Fuligni
prima rappresentazione assoluta
regia di Giuseppe Rocca
Una novità della fine del ‘500 che narra del conflitto fra Cristianità e Islam, messa in scena da una compagnia di giovani talenti, la Wunderkammer: questo in sintesi il contenuto della proposta che il Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale diretto da Federico Doglio, accosta alle giornate di studio del XXIX Convegno Internazionale, dedicato quest’anno al tema “Guerre di religione sulle scene del Cinque-Seicento”.
Il testo di Don Valerio Fuligni, scritto ad appena nove anni di distanza dalla tragica conclusione dell’assedio di Famagosta (1571), che vide il sacrificio e il martirio del senatore veneziano Marcantonio Bragadin, governatore della città, affronta con l’abilità di una professione letteraria onesta, assidua e consapevole, un argomento che conteneva in sé la matrice di un potente contrasto drammaturgico.
Famagosta, ultima roccaforte veneziana a Cipro, s’era opposta per oltre un anno all’assalto dell’esercito e della flotta del sultano Selim II, figlio di Solimano il Magnifico. Alla resa della città, giunta allo stremo delle forze, nonostante gli accordi stipulati da Bragadin con il comandante turco Mustafà Pascià, i turchi trucidarono gli ufficiali e ridussero in schiavitù i soldati veneziani superstiti, fecero strage degli abitanti della città mentre lo stesso Bragadin – che non aveva voluto firmare la resa presagendo il peggio – fu scorticato vivo, e la sua pelle “empita di paglia, l’han fatta vedere per tutte le riviere della Soria portata da una galeotta attaccata a un antenna”.
Già nel 1579 Vincenzo Giusti aveva affrontato il tragico epilogo dell’assedio di Famagosta nella tragedia “Irene”. Evitando però di affrontare il nucleo di tematiche relative alla mancata difesa di Cipro da parte del governo veneziano e degli altri governi cristiani – in primo luogo la Spagna – e spostando l’accento dal martirio dell’eroe Bragadin alle sofferenze della moglie, Irene, appunto.
Di segno opposto l’opera del Fuligni – dedicata a Francesco I Della Rovere, Duca di Urbino e combattente nella vittoriosa battaglia di Lepanto – che imbriglia ogni vocazione al patetico, escludendo ogni figura femminile e procede incalzante sul filo della storia, quasi della cronaca, echeggiando, come una premonizione, gli attuali réportage di guerra. I suoi dialoghi appaiono fondati su circostanziate testimonianze e la sua fatica letteraria, di complessa resa scenica ma vibrante di autentica angoscia, meritava d’esser sottratta al plurisecolare oblio.
Giuseppe Rocca, di origini partenopee, vanta una trentennale esperienza di collaborazione con i servizi radiofonici della RAI, per i quali ha scritto e diretto innumerevoli radiodrammi, al punto da meritare una voce nell’Enciclopedia Garzanti della Radio. Ha inoltre al suo attivo la direzione di numerose pièce teatrali, opere liriche, serate musicali. E’ docente di Storia dello spettacolo presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Per il Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale ha diretto con successo la compagnia dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ne “La rappresentazione di Santo Alesso” (Anagni, 2000).
Degli esiti che i conflitti religiosi che insanguinarono l’Europa nel corso del Cinquecento e del Seicento, trovarono nella drammaturgia europea coeva si parlerà dal 6 al 9 ottobre, nel corso del XXIX Convegno Internazionale del Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale. “Guerre di religione sulle scene del Cinque-Seicento” si intitola infatti l’incontro ideato come tutti i precedenti da Federico Doglio. Esso sarà ospitato nella Sala Costantiniana della Parrocchia Santa Croce a Via Flaminia. Questa edizione del convegno, che prelude all’importante scadenza del trentennale, prevista per il 2006, ospita relatori e studiosi provenienti dalle Università di Roma, Torino, Bologna, Venezia e Firenze, dalla Pontificia Università Gregoriana, dalla Scuola Normale di Pisa e dalle Università di Parigi, Barcellona e Kiel.
Federico Doglio, laureato nell’Università Cattolica con Apollonio, dal 1949 opera in vari settori del teatro. Dal 1955 al 1987 ha lavorato in RAI con diversi incarichi. Dal 1965 insegna Storia del Teatro e dello Spettacolo nell’Università di Roma. Dal 1968 al 1972 è stato condirettore del Teatro Stabile di Torino. Dal 1975 dirige il Centro Studi sul Teatro Medievale e Rinascimentale. Dal 1981 al 1990 è stato consigliere d’amministrazione dell’Ente Teatrale Italiano. Dal 1994 al 2000 è Direttore artistico del Festival Internazionale del Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni. Dal 1997 è stato Presidente della Commissione Internazionale del Premio di drammaturgia religiosa per l’Anno Santo 2000.
Tra le numerose opere: Il teatro tragico italiano (Guanda, 1960,1972); Teatro e Risorgimento (Cappelli, 1961, 1972); Televisione e spettacolo (Studium, 1961); Il Teledramma (Ed. dell’Ateneo, 1963); Il teatro pubblico in Italia (Bulzoni, 1969); Il teatro postconciliare in Italia (Bulzoni, 1978); Teatro in Europa (4 voll., Garzanti, 1982-89); Il teatro scomparso (Bulzoni, 1990); Teatro americano (Garzanti, 1990); Il teatro in Italia, 1.Medio Evo e Umanesimo (Studium, 1995).
Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale: V. del Nuoto 13 00194
Sala Costantiniana - Parrocchia Santa Croce a Via Flaminia - Via Guido Reni 2/d - Roma
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