ateatro 84.3 Perfida cerca di capire che succederà a Santarcangelo Qualche dritta per il totodirettore di Perfida de Perfidis
Dopo una vigorosa notte di sesso, non c’è niente di meglio di una placida ripassata in Jacuzzi, in un hotel a 5 stelle immerso nel silenzio della campagna. Ieri sera a cena il mio piccolo aspirante Strehler del terzo millennio era eccitatissimo: il suo spettacolino aveva appena debuttato e s’era beccato una valanga di applausi – ma secondo me applaudivano soprattutto il culo che la sua prima attrice aveva dimenato generosamente per un’ora e mezza. L’adrenalina impazzava, lui non la smetteva più di parlare. E’ andato avanti per ore, tutto entusiasta.
Io gli ho dato corda, alla fine per farlo stare un po’ zitto ho provato a baciarlo e poi… Sapete com’è, me lo sono portato in albergo.
Finire nel suo scomodo giaciglio, in una pensioncina a due stelle o in una di quelle foresterie bulgare da terzo teatro, neanche a parlarne… Quand’ero più giovane senz’altro, anche se già allora preferivo amanti da cinque stelle. Ma adesso voglio tutte le mie piccole comodità. Jacuzzi compresa.
Insomma, ero lì tutta tranquilla a farmi massaggiare dalle mille bollicine. Pensavo che lui dormisse ancora, ieri sera ci ha dato dentro niente male - con mia grande soddisfazione, se la cosa vi può interessare.
Invece ha fatto irruzione nel bagno. Speravo fosse per un supplemento mattutino, poi ho visto le occhiaie, e qualcos’altro (o meglio, non lo si vedeva quasi). Insomma, non era ancora il momento di riprendere il nostro commercio ginnico-carnale.
Perché lui era tornato al suo chiodo fisso. Senza nemmeno un bacetto, mi subito ha chiesto, tutto agitato, ancora adrenalinico:
“Ma allora, se l’anno prossimo faccio una nuova produzione, dici che a Santarcangelo mi prendono? Perché sai, quest’anno ci avevo già provato, ma manco mi hanno risposto, gli stronzi!”
Quello di Santarcangelo, per qualche giovane senza senso della storia, è uno dei più gloriosi festival teatrali italiani. Ha sede in una graziosa cittadina a una decina di chilometri da Riccione, al centro di una regione teatralmente assai felice, poco distante da Motus e Masque, dalla Cesena di Raffaello Sanzio e Valdoca, dalla Ravenna di Albe e Fanny & Alexander, dalla Bologna iperlinkata. Ha una lunga tradizione, in passato l’hanno diretto Roberto Bacci (e ci passavano Grotowski e Barba, e mi commuovo solo al ricordo delle loro conferenze), Antonio Attisani e Leo De Berardinis. Insomma, il mio amichetto voleva entrare nell’eletta schiera.
“Beh,” gli ho detto, mentre lo sguardo risaliva verso l’incipiente pancetta della mia nuova conquista, un optional che ieri sera nel buio mi era sfuggito. “Bisogna vedere come evolverà la situazione. Di questi tempi tutto peggiora, mi hanno detto che perfino le tagliatelle di Zaghini non sono più quelle di una volta… E poi a me stava così simpatico quel poeta là, il Lello Baldini, che non c’è più…”
“Ma io al festival ci devo andare! Non possono non chiamarmi. Già quest’anno la mia esclusione è stata uno scandalo. Uno scandalo”, e quasi si mette a piangere.
“Beh, ma alla fine quel noiosone del Castiglioni l’hanno fatto fuori!”, cerco di consolarlo.
“Finalmente! Il 2005 è il suo ultimo anno. Anche se per me il programma di questa edizione l’hanno fatto i suoi due scagnozzi, quegli allegroni di Andrea Nanni e Silvia Bottiroli.”
“Ah, e quindi saranno loro i direttori di Santarcangelo 2006?”, e intanto quella pancetta mi metteva quasi tenerezza. Mi ricordava suo padre, una volta siamo stati anche amici. Tre stelle, non di più, all’epoca. Sia come alberghi sia come amante.
“No di certo. Quei due erano creaturine del Castiglioni, diciamo, e dunque …”
“Allora, se la sai così lunga dimmi anche il nome del prossimo direttore, così lo passo a qualche amico mio che inizia subito a farsi avanti…”
“Ma ci sono già io... E poi stanno facendo ’sto concorso …”
“Ah, sì, me ne hanno parlato. Un po’ come quello inventato per il Crt, l’ho raccontato qualche settimana fa su ateatro!” Non per vantarmi, ma qualcuno ci ha creduto, ed è andato a chiedere informazioni a destra e manca…
“Vorrei vedere i progetti che hanno presentato! Così aggiusto le note di regia del mio prossimo spettacolo e zac!, il gioco fatto!, ci sono anch’io.”
“Ma che adorabile ingenuità.. I programmi non hanno mai contato nulla. Quello che importa sono da sempre le relazioni, le alleanze, le sinergie… Soprattutto per un festivalino come questo, che ha un sacco di prestigio e un bilancio miserabile, con quei pitocchi degli enti locali che non possono ucciderlo, vorrebbero metterci su le mani ma poi non sanno che farsene, e allora lo strangolano piano piano.”
“Che c’entra? Santarcangelo è uno dei festival più importanti e prestigiosi d’Europa...”
“…e dei più poveri. Ha un budget ridicolo, vive sulla fama del passato, come una velina a cinquant’anni. Ma intanto dimmi chi ha vinto questo benedetto concorso.”
“Il consiglio di amministrazione del festival aveva invitato otto concorrenti, che dovevano presentare un progetto. E pare che la prima selezione l’abbiano passata in tre.”
“Meraviglioso, i tre re magi del nuovo teatro italiano!”
"Tra poco il cda ne dovrebbe scegliere uno…”
”Dimmi i nomi, che mi diverto”.
“Il primo si chiama Olivie…”
“Ah, ho capito, Oliviero Ponte di Pino, che è amico di Silvio!”
“No, non l’hanno nemmeno invitato a partecipare al concorso, quello. Per fortuna, dico io, anche se so che è tuo amico. Ma scusa! E’ un moralista vanitoso, e con il suo ateatro ha davvero rotto i coglioni a tutti! Ma tanto non vinceva mica, è troppo vecchio. Oltretutto è stato consulente di Castiglioni, l’ha scritto anche Manzella sul ‘manifesto’ …”
“Guarda che da Santarcangelo Ponte di Pino non ha mai preso una lira. Almeno così mi ha detto lui. Non gli hanno nemmeno rimborsato il biglietto del treno, da tanto era consulente... Mentre Manzella, a suo tempo, consulente del festival lo è stato per davvero, mi pare! Ma se non è quell’Oliviero lì…”
“E’ Olivier Buoin, l’attaché culturale dell’Ambasciata di Francia a Roma, l’unico superstite della pattuglia francese nei magnifici otto.”
“Beh, questo attaché è una buona idea. Copre e rilancia i rapporti tra Italia e Francia, che dopo il casino di Onda erano andati guastandosi.”
“Magari potranno fare delle belle joint venture con RomaEuropaFestival! Magari presento un progetto anche lì…”
“Adesso la Francia è troppo chic! Anche alla Scala hanno preso quel francese, Lissner, dopo che hanno cacciato Fontana, Muti & Meli… Beh, non lo vedo mica male, il tuo Olivier! E’ che adesso è venuta la mania dei direttori stranieri… Hai visto a Prato, che dopo averci provato con il russo Fomenko hanno preso quel tal Sanchiz Sinisterra, drammaturgo ignoto ai più, e lo presentano come un nuovo Calderón de la Barca? E gli altri due candidati chi sono? Made in Italy”
“Il secondo è l’immancabile Calbi.”
“Ma Antonio l’hanno appena nominato direttore artistico dell’Eliseo! Superattivo e arrivista com’è, secondo te molla il più grande teatro privato italiano per andare a litigare con l’assessore di Longiano?”
“Ma mica deve mollare l’Eliseo per forza… E’ da anni che va in giro a dire a tutti di essere il più adatto a dirigere qualunque cosa: dalla Civica Scuola d’Arte Drammatica al Mittelfest, e adesso spiega a tutti che il suo destino è là, al festival, di avere le idee buone per il rilancio, che lui è nato professionalmente proprio lì…”
“Sì, all’ufficio stampa. Com’era gentile e carino, con quegli occhioni verdi…”
“Perfida, non ti immaginavo così romantica e nostalgica… E poi Calbi mica ha gli occhi verdi, mi pare.”
“Anche il terzo candidato è così carino? Sai, Calbi mi piace un sacco, così nervosetto, ma se il terzo fosse un bel fustacchione avrei un piccolo dilemma.”
“Guarda che nel frattempo Antonio è invecchiato anche lui, non è più il bel puttino che ricordi tu. In ogni caso il mio favorito è Andrea Porcheddu.”
“Ma sei geloso? Dai, entra nella vasca, che lì prendi freddo…”
“Non sono mai entrato in una Jacuzzi…”.
Ci sono tante cose che non hai mai fatto, caro. Fino a ieri sera.
“Davvero? Ma Calbi è più bellino di Porcheddu. Però di recente ho scoperto una cosa. Andrea è spiritosissimo: sai come ha intitolato il suo libro su teatro è scuola? Il compagno di Banquo!”
“Lo conosci?”
“Ma figurati se ho letto un libro del genere…”
“No, volevo sapere se conosci Porcheddu. Perché cosi mi puoi dare una mano.”
“Beh, dev’essere bravissimo, traffica da sempre con tutti i centri del potere teatrale, dall’ETI all’AGIS, attraverso “Il Giornale dello Spettacolo”. E’ davvero bravo, è riuscito a far fare bella figura persino a Nastasi, qualche settimana…”
”Perché secondo me il prossimo festival lo dirige lui!”
“Perché mai? Va bene quel curriculum da sempreverde, ma Calbi qualche festival importante l’ha già diretto, tipo Teatri 90. Porcheddu invece…”
“E’ una questione tutta politica, l’hai detto tu. E così ho capito tutto.”
“Dimmi, dimmi! La politica mi eccita, lo sai.”
“Per chi lavora adesso Andrea Porcheddu?”
“Sta curando la rivista dello Stabile di Torino, mi pare.”
“E chi dirige lo Stabile di Torino?”
“Beh, Walter Ego! Insomma, Le Moli, l’uomo dei DS nel teatro italiano, il capofila di quella che Capitta chiama la Parma Connection, che sopravvive e prospera sia che governi la destra sia che governi la sinistra... Capisco dove vuoi arrivare, ma secondo te…”
Sto incominciando a divertirmi, ma gli suona il cellulare. Grida: “Cazzo, è Francesca!” e si precipita grondante fuori dalla vasca.
“Ciao, amore. Come stai? … Io bene, ieri sera ero nervosissimo, ero troppo felice, sei stata bravissima, insuperabile. Però ho visto che eri stanca morta… Sì, sì, hai fatto bene a fermarti a dormire da Anna… Aspetta, non sento più niente… Ti richiamo più tardi…” Così mette giù il telefonino, mi sorride e rientra nella vasca. Quando è imbarazzato, mi sembra ancora più carino. Adoro pervertire gli innocenti… “Mi hanno detto che Porcheddu ha promesso a Santarcangelo coproduzioni & altro con Torino.”
“Bello mio, ma secondo te gli emiliani lasciano arrivare questa testa di ponte a casa loro?”
“Per cominciare, quelli sono romagnoli. E prova a metterti nei loro panni. Finora i rapporti tra il Festival e l’ERT sono stati, al più, di sospettosa collaborazione. Ti ricordi da chi sono arrivati i giudizi più feroci sulla gestione Castiglioni?”
“Abbiamo appena parlato degli attacchi di Gianni Manzella sul ‘manifesto’.”
“Appunto. Manzella ha collaborato per anni proprio con l’ERT, guarda caso.”
“Ma non ci credo a un killeraggio del genere! Anche perché mi sembra che, da quello che mi racconti, Valenti non abbia un suo candidato alla direzione del Santarcangelo.”
“Allora è inevitabile. Le Moli e Valenti si metteranno d’accordo, e su questa base può rinsaldarsi il fronte degli stabili di sinistra. Perché intanto le elezioni si avvicinano, e a sinistra stanno già prenotando le poltrone…”
“Le Moli e Valenti si detestano da sempre, per quanto ne so. Tra parmigiani e modenesi non è mai corso buon sangue, quasi come tra emiliani e romagnoli…”
Il telefonino squilla di nuovo. Lui guarda il display: “Sempre lei”, e mi fa segno di stare zitta. Ma io sono una donna di mondo, mica una sciacquetta isterica.
“Sì, te l’ho detto, te l’ho detto subito, sei stata bravissima… No, non sono arrabbiato con te. Ma sai, ero troppo nervoso, non riuscivo a dormire, ho camminato tutta notte.” Mi strizza l’occhio. “Sì, te l’ho detto subito, sei stata eccezionale, così sexy, così naturale… Amore, farò di te la nuova Cescon, la nuova Ranzi...”
Nel frattempo sott’acqua qualcosa sta iniziando a succedere. Non so se sia la visione della Michela o della Galatea, o magari l’idea di parlare con la sua ragazza mentre se ne sta nudo in una vasca con un’altra donna.... Più probabilmente è il mio massaggino thailandese… Non ce la fa più. Quasi farfuglia: ”Sì, benissimo, sono stravolto, non ho chiuso occhio, me ne vado un po’ a dormire, ci vediamo stasera alle sette in teatro…”, con l’altra mano mi sta accarezzando, ho finalmente ripreso a occupare i suoi pensieri.
Mette, giù, sorride e mi abbraccia, adesso ne ha davvero voglia, e anche io mi sto ingolosendo, al diavolo Santarcangelo e il suo nuovo direttore… Ma all’improvviso si ferma: “A proposito, Porcheddu ha curato un libretto su Ascanio Celestini, lo fa quella piccola casa editrice di Milano, il principe costante. A me il teatro di narrazione mi scassa, ma gli puoi far sapere che il suo libro mi è piaciuto un casino… Davvero… Se sa che lo apprezzo magari mi piglia, l’anno prossimo.”
Uffa, piantala di dire cretinate e datti da fare… Approfitta di me e della Jacuzzi, che altrimenti una buona parola di Perfida per Santarcangelo te la sogni, bello mio!
Post scriptum. Lei (Francesca la culona) pensava che lui (l’aspirante Strehler del terzo millennio) avesse passato una notte insonne, da autentico artista febbricitante di creatività. Lui (il mio giovane amante) pensava che lei (la giovane attrice innamorata del regista), sazia dei suoi primi trionfi di primadonna, fosse crollata di stanchezza. Normale.
Si sono visti nella hall del cinque stelle verso l’una. Lui era corso a comprarmi un mazzo di rose rosse (tenero, la diaria dell’ultima settimana) e lo stava lasciando al concierge. Lei usciva dall’ascensore al braccio di un famoso professore universitario, che ieri l’aveva applaudita in platea. Fragorosamente.
Al prossimo debutto li invito tutti e due nella mia Jacuzzi, lui e la sua Francesca culobello, così la mattina dopo si evitano l’imbarazzo. E nel frattempo imparano qual che trucchetto made in Perfida…
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