ateatro 75.82
La nascita di Teatri Uniti
(1988)
di Teatri Uniti (Falso Movimento, Teatro dei Mutamenti, Teatro Studio di Caserta)
 

Teatri Uniti è un laboratorio permanente per la produzione e lo studio dell’arte scenica contemporanea, nasce dall’incontro di Falso Movimento, Teatro dei Mutamenti e Teatro Studio di Caserta e dalla analisi comune compiuta sulla necessità di superare lo statuto e la condizione di “gruppo” in una realtà sociale, culturale e politica profondamente diversa quale è quella che si annuncia con gli anni Novanta. La trasformazione del sistema teatrale, del rapporto tra gli artisti e i teatri, è dovuta da un lato alla sparizione del fronte che negli anni in cui i gruppi sono nati divideva ufficialità e sperimentazione,dall’altro alla presa di potere “in progress”, cioè autodivorante e indistruttibile da parte dei mass media. Nei dieci anni in cui sono stati gruppi, Falso Movimento, Teatro dei Mutamenti e Teatro Studio di Caserta hanno affrontato di petto questo passaggio vorticoso che così profondamente sta mutando la nostra cultura, guardando da posizioni diverse a uno stesso orizzonte, sul luogo e sul tempo che sono al di là di questo passaggio. Si sono immersi cioè nell’universo dei media per tenere vivo dentro di essi la forza del teatro e per arricchirsi di un bagaglio linguistico nuovo, di un lessico che permetta il rapporto e il confronto con questo universo.
Ora, Teatri Uniti alza una barriera nei confronto di un sistema teatrale confuso che fa della confusione una forza distruttiva: Teatri Uniti intende progettare e produrre senza limiti formai, senza remore ad affrontare campi ritenuti dominio ella convenzione (la drammaturgia e l’interpretazione del testo) così come senza timore nell’approfondire pratiche oggi sempre meno protette dalla mentalità aggressiva del sistema teatrale (il laboratorio, e la ricerca rivolta al proprio interno, lontana dai facili consensi e dal chiasso dell’informazione). Il teatro come inesauribile macchina civile e cuore vivo di ogni progresso è l’orizzonte comune a cui guardano gli uomini che formano Teatri Uniti, tutti presenti con l’individualità del proprio lavoro e al tempo stesso con la coscienza della funzione collettiva di ogni autentica esperienza teatrale; ed è sempre in questo orizzonte che si prospetta l’incontro, teorico e produttivo, di artisti e studiosi esterni che possano portare il proprio contributo.
Teatri Uniti non è catalogabile in nessun settore produttivo: ripensa al rapporto con la propria città, Napoli, e per lei progetta un teatro pubblico che rinnovi, non che conservi; organizza le proprie compagnie di giro e insieme determina iniziative legate a un solo spazio, è proiettata sia verso l’interiorità dello studio, che verso il capo aspetto del confronto con lo spettatore. Il confuso sistema sociale in cui ci troviamo, usa l’autolimitazione di ogni membro “diverso” per neutralizzarlo, catalogarlo e immetterlo nella propria orbita; non c’è modo, forse, per sfuggire a questo meccanismo, che non sia quello di percorrere senza limiti e senza sosta il territorio che si ha intorno, tenendo sempre ben stretto nel pugno il centro da cui ha origine la corsa, il fondamento del proprio teatro. All’universo delle divisioni e dei frammenti Teatri Uniti contrappone l’utopia dell’unione dei teatri, della ricomposizione dei mosaici, della volontà, ancora viva, di decifrare e cambiare quel che il teatro riflette.
Teatri Uniti da «il Patalogo 11», Ubilibri, Milano, 1988)


 
© copyright ateatro 2001, 2010

 
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