ateatro 7.4 Due mail su Faccia di cuoio di Krassner Un dialogo di Michela Blasi e Oliviero Ponte di Pino
Ciao Oliviero,
Andrea mi ha riferito
della vostra telefonata a proposito di Faccia di cuoio. Mi piacerebbe conoscere più
nel dettaglio cosa ne pensi.
Per noi è
stata un'esperienza molto positiva fino al momento di entrare al Portaromana.
Siamo entrati in teatro tre giorni prima del debutto e da lì in
poi la situazione ci è sfuggita di mano per grossi problemi tecnici
che non ti sto a dire, ma soprattutto ai miei occhi lo spettacolo ha cambiato
sapore. E' già la seconda volta che mi capita (lo stesso era stato
con Hamletmaschine) e credo proprio che le dimensioni e l'"aria"
del Portaromana poco si addicano al nostro lavoro. La replica che hai visto
tu era già molto più soddisfacente, giorno per giorno abbiamo
rimessa mani a tutto.
E' un onore per noi
essere nel cartellone di Teatridithalia, ma sono sicura che il nostro lavoro
in luoghi così è penalizzato, a meno che non nasca
lì, ma questo non sarà mai possibile.
Dobbiamo riflettere
molto bene per scelte future. Io amo spazi dove il rapporto con il pubblico
è più ravvicinato, dove tutto sia più gestibile, visto
che non abbiamo una squadra di tecnici a disposizione.
Andrea mi ha riferito
i tuoi dubbi rispetto all'età degli attori. E' un dubbio che all'inizio
ho avuto anch'io, ma rileggendo il testo mi è poi sembrato poco
probabile che un ventenne possa fare ragionamenti sulla vita come quelli
che fa "lui", discorsi che presumono un'esperienza di vita molto profonda
e a tanti livelli, una maturità. Anche i conflitti di coppia su
problemi economici e altro sono tipici di persone non giovanissime. Mi
sembra interessante, invece, mettere in scena persone adulte che si giocano
tutto in modo irrazionale, perchè non sono ancora riusciti a dare
valore e solidità alla propria esistenza, per assaporare un momento
di gloria, consci dell'inutilità delle proprie convinzioni al cospetto
degli altri.
In fondo è
la condizione di tanti miei "nostri" coetanei, che non accettano certe
regole, che sanno di avere una testa che funziona, ma che subiscono molte
frustrazioni, che non hanno molto da perdere, che hanno voglia di brividi
veri. Tanta pigrizia, ma anche tanta rabbia, poi a un certo punto, qualcosa
esplode.
Tieni anche conto
che i testi interessanti (e soprattutto rappresentabili per noi per i diritti)
che ci passano fra le mani sono pochissimi: quando abbiamo letto questo
non avevamo tante alternative... in ogni caso è stata una scelta
convinta.
Comunque se hai qualcosa
da suggerirci, volentieri, non aspettiamo altro!
Mi hanno detto che
le mail devono essere brevi, questa non lo è. Chiudo qui.
Grazie per interessarti
sempre a Extramondo.
Michela
cara michela, cerco
di riassumere.
il testo mi è
sembrato curioso e interessante, e mi sembra anche che il lavoro di regia
che hai fatto fosse funzionale ed efficace e valorizzasse il testo.
Avevo invece delle
perplessità perché mi sembra che dua attori (o meglio due
persone) come Andrea e Bruna Rossi abbiano un'età tale per cui in
quei ruoli non sono naturalmente credibili, e dunque devono fare un gran
lavoro (che svolgono con grande impegno) per "adolescentizzarsi" - ma lasciando
sempre qualcosa d'irrisolto.
E' un problema di
realismo, o meglio di credibilità. Non sarò certo io a dire
che Amleto dev'essere un pallido spilungone in calzamaglia nera, o Otello
un negro. Ma i protagonisti di Faccia di cuoio sono con tutta evidenza
due ragazzi inesperti della vita e pieni di slanci. Chi abbia vissuto un
po', o è completamente fuori di melone, oppure ha imparato (magari
a sue spese) che su certe cose è meglio non scherzare. Di più:
l'intera logica del testo mi sembra basata sul fatto di raccontare una storia apparentemente
assurda e vagamente surreale, per poi dire alla fine: "Guardate, è
successo davvero". Insomma, l'effetto sorpresa e l'efficacia del testo
(il pugno nello stomaco) dipendono proprio dalla credibilità del
tutto.
Per calarsi nei panni
dei due ragazzi, Andrea e Bruna devono invece fare una serie di deformazioni
vagamente grottesche. La camminata tutta sghemba di Bruna, che hanno solo
certe ragazzine che cercano di fare le timide e qui diventa un tic distorto
è la più clamorosa: è una bella soluzione registica
e attorale, ma è una caricatura. Anche i "discorsi" dei ragazzi:
se li fanno due adolescenti, a caldo, come dettati da circostanze che li
portano a esseer più saggi, è un conto; se li fanno due adulti
per i quali rappresentano il distillato di decenni d'esperienza, è
un altro (e non sono i monologhi di Amleto).
Ecco questa è
la mia perplessità, per certi analoga a quella che mi ha suscitato
Arturo Cirillo che sceglie di fare La notte è madre del giorno
interpretando un adolescente che dovrebbe avere la metà dei
suoi anni (e che anche lui si sente costretto a fare "qualcosa di fisico"
e bello - ma che in qualche modo porta
la pièce su un terreno che non è il suo).
Dopo di che, sia
Krassner sia Norèn hanno scritto testi in apparenza realistici (uno
ispirato a un fatto di cronaca, l'altro alle proprie vicende familiari)
che poi raccontano tutt'altro. Ma se questa forzatura del realismo è
il dato di partenza, credo che poi l'impatto dei testi (di testi peraltro poco conosciuti
in Italia) rischi di perdersi.
Un altro problema
di cui abbiamo parlato con Andrea riguarda i suoi possibili ruoli. Per
certi aspetti è un attore anomalo: ha una tecnica costruita con
l'energia, ed è nato come "monologante". Credo che non sia facile
stargli accanto in scena, è necessario costruire un equilibrio e
una fiducia reciproca, e in questo caso ci siete riusciti. Mi sembra la
strada giusta (dopo gli squilibri di Hamletmaschine, quand'era circondato
dagli allievi della vostra scuola).
Il problema, lo dici
anche tu, è il repertorio, e non è di facile soluzione (anche
pensando al fatto che non vi potete permettere grandi compagnie). Faccia
di cuoio è certo un testo interessante - e non ce ne sono molti
di quel livello.
Infine, il teatro
di Porta Romana. Non credo sia un vero problema (al di là dei tempi
di prova): quando ho visto lo spettacolo (all'ultima replica, è
vero) mi sembrava ormai messo a punto, con una serie di soluzioni tecniche
interessanti (e non semplicissime: il filmato, le luci, eccetera). Certo
che nell'intimità
di uno spazio più raccolto certe cose hanno maggior impatto - o
un impatto diverso. Ma insomma, Faccia di cuoio sul palcoscenico
regge più che bene.
Cia-o.
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