ateatro 61.1 Diamo i numeri L'editoriale di ateatro 61 di Redazione ateatro
Siamo alla fine dell’anno, tempo di bilanci, e dunque diamo qualche numero.
# 61 (+1): i numeri di ateatro pubblicati nel giro di tre anni. Una scadenza quasi quindicinale, dunque: bella media! In questo ateatro61 come al solito c’è molta roba (fin troppa...), quanto basta per ammorbarvi le vacanze di Natale. Vale la pena di scorrere il sommario con attenzione, ma vi segnaliamo per cominciare il saggio breveassai ma densodenso di Fernando Mastropasqua su un gesto dell’Antigone del Living Theatre – teatro di guerra, se mai ne è esistito uno. Andrea Balzola parla dell’Otello televisivo di Carmelo Bene, perché lui c’era, e il suo ricordo è un ottimo pretesto per riaccendere la riflessione su teatro e televisione. Sempre a propo di teatro e nuovi media, Anna Maria Monteverdi spazia tra Parigi (dove ha visto il nuovo lavoro dei giapponesi Dumb Type – se non sapete chi sono, informatevi!) e Castiglioncello (dove si è visto e commentato, discusso e analizzato il rapporto tra scena e nuove tecnologie – e per di più tra 1000 bellissimi bambini). Ancora, in questo 61 trovate numerose recensioni: Questa sera si recita a soggetto rivisitata da Castri con una pepata intervista al regista, I refrattari delle Albe, La Tempesta 2° Latella, Finale di partita con Pierobon-Genovesi... E notizie notizie notizie (a propo, se diffondete il bando di Subway Letteratura 2004 presso amici, siti, mailing list, porta a porta, non vi costa nulla & ci fate un bel favore).
# 1024: sono così tanti gli articoli, saggi, interviste, recensioni, notizie presenti nel database di ateatro e in quello del sito «fratello» olivieropdp. Per gli amanti delle statistiche, sono 237 new entries solo nel 2003). Uno degli aspetti più interessanti di questa avventura teatrale sul web è che la consultazione del database riguarda in maniera massiccia anche la backlist, ovvero i materiali pubblicati in un passato più o meno lontano. Da questo punto di vista, il sito rappresenta ormai una vera e propria enciclopedia online, una memoria storica e culturale della parte più viva del teatro italiano. E si tratta di una memoria anch’essa viva e utile (almeno a chi copia per tesi e tesine...).
# 25.000 (circa): le pagine viste in un mese. Ovviamente non sono grandi numeri, ma appaiono confortanti: in primo luogo perché il sito parla di qualcosa che agli altri media interessa assai poco (a essere ottimisti), e dunque secondo l’opinione diffusa non dovrebbe venirci praticamente nessuno, su ateatro; in secondo luogo perché aldilà delle fluttuazioni stagionali le visite sono in costante crescita. Il verbo si diffonde – ma anche voi diffondete il verbo, con tutti i mezzi a vostra disposizione.
# 7: i forum del sito (contando anche quello sulla stupidità...). E’ la sezione più visitata e apprezzata. Chi arriva su ateatro un giretto per i forum se lo fa quasi sempre (lo vediamo dalle statistiche). Il visitatore guarda, legge, pensa, commenta – ma poi raramente dice la sua. Un po’ forse è perché pare difficile (ma è facilissimo, basta un clic!!!). Ma soprattutto perché nel teatro italiano vige una mentalità tanto omertosa quanto pettegola: seduti al tavolino di un bar, con i colleghi-rivali, ci diciamo di tutto e di più, ma guai a dire le stesse cose in pubblico (e oltretutto le informazioni che si ritengono preziose vengono gestite come le ricette più segrete di una qualche Maga Maghella). Ma è mai possibile che abbiate così poco da dire e da raccontare? Niente da spettegolarre? (magari con uno pseudonimo...) Gli argomenti non vi mancherebbero: la crisi dei festival, il ruolo della critica, la degenerazione dell’ETI, i giochetti del FUS, le convulsioni della TEDARCO eccetera eccetera. Ma tutto questo, evidentemente, vi pare ancora sopportabile, ed eventualmente gestibile con trattativa privata... Però ricordate che un sito non è solo un posto dove si vanno a leggere (previa stampata) mappazze teoriche e pallosi editoriali: un sito vive anche e soprattutto del rapporto con i suoi visitatori (e del loro apporto). Se volete che il sito migliori, dovete darci almeno un aiutino...
# 659: i link a realtà legate al teatro presenti nell’apposita sezione. E ci andate spesso, anche lì, perché è uno dei più ampi repertori di questo genere e una ulteriore testimonianza della ricchezza e della vitalità del settore. E anche lì ci frugate in tanti, a cercare dati & info. Ma per favore, segnalateci i link che non funzionano più e se potete ricambiate il favore: se non l’avete ancora fatto, segnalate ateatro tra i link dei vostri siti.
# 43: i collaboratori di questa annata della webzine. Non sono tantissimi, ma per un’impresa nata come una traversata in solitario, vuol dire che accanto al pilota e al co-pilota (Oliviero Ponte di Pino e Anna Maria Monteverdi) sono saliti a bordo numerosi amici. A loro un grande ringraziamento (fanno tutto gratis anche loro...). Però forse è bene a questo punto creare una vera redazione: se ne avete voglia, parliamone.
# 506.629.000,00: gli euro distribuiti quest’anno dal FUS. E su ateatro 59 potete scoprire dove sono andati a finire i fondi destinati alla prosa...
# 0 (zero, meglio scriverlo): il fatturato, il budget, i ricavi pre- e post-tasse di ateatro. Forse emetteremo qualche obbligazione alle Cayman, anche se non raggiungeremo mai i vertici di comicità e fantasia di chi ha battezzato una delle società in cui far sparire qualche spicciolo «Buconero»... E’ un bene, questo zero, perché garantisce una libertà infinita. Per altri aspetti, forse non è la soluzione ideale. Se vi viene qualche idea, parliamone...
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