ateatro 53.11 Una legge dalla parte del nuovo teatro? Osservazioni e proposte aperte alla Regione Lombardia in relazione ai mutamenti normativi del settore spettacolo di Compagnie di produzione della Lombardia
Milano, 12 maggio 2003
ALLA CORTESE ATTENZIONE
Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia
Prof. Ettore A. Albertoni
Unità Organizzativa Spettacolo
Dott.ssa Maria Beatrice Molinari
Dott.ssa Monica Abbiati
PER CONOSCENZA
AGIS Unione Regionale della Lombardia
CONFCOOPERATIVE Unione Regionale della Lombardia
LEGA COOPERATIVE
NTVI Coordinamento nazionale Nuovo Teatro Vecchie Istituzioni
DALLE COMPAGNIE DI PRODUZIONE
A.T.I.R. (Milano)
Teatro Aperto (Milano)
Aia Taumastica (Milano)
Aida (Milano)
Alma Rosé (Milano)
Animanera (Milano)
Ass. Cult. Dionisi (Milano)
Delleali (Milano)
La Fionda (Milano)
Teatro Inverso (Brescia)
Teatro Magro (Mantova)
Xpò/Lis (Milano)
OGGETTO:
OSSERVAZIONI E PROPOSTE APERTE ALLA REGIONE LOMBARDIA IN RELAZIONE AI
MUTAMENTI NORMATIVI DEL SETTORE SPETTACOLO
PER CONTATTI:
Federica Fracassi (TEATRO APERTO)- 02/58319484 333/7177691
teatroaperto@yahoo.it
Michela Cavaterra (A.T.I.R) 02/58325578 348/7736644 atirteatro@libero.it
In relazione agli incontri del tavolo teatrale indetto dalla Regione
Lombardia, nati come confronto sulla prospettiva di una nuova normativa
regionale nel settore cultura e spettacolo, 12 compagnie teatrali di
ricerca, rappresentate da A.T.I.R. e TEATRO APERTO, hanno elaborato proposte
e suggerimenti atti a orientare le prossime decisioni in materia, derivati
da un confronto attivo con i responsabili istituzionali, con altri operatori
del settore e con i protagonisti delle nuove generazioni teatrali.
Alla luce del nuovo Decreto Legge Ministeriale del 27.02.2003, inscritto a
carattere transitorio nel futuro passaggio di competenze tra Stato e
Regioni, e al PdL della Regione Lombardia n. 261 «Norme in materia di beni,
attività e servizi culturali», ci pare quanto mai opportuno e urgente
delineare, sebbene in modo ancora sintetico, contenuti e linee guida che
rivelino esigenze e prospettive delle compagnie teatrali operanti in
Lombardia, compagnie, che svolgono un ruolo centrale e riconosciuto nel
panorama artistico nazionale e che intendono elaborare progetti visibili e
concreti in sinergia con la regione in cui hanno sede.
Le suddette compagnie di produzione si riconoscono come soggetti operanti in
ambito culturale, difendendo quindi il dato della continuità dell’attività
intrapresa.
Al contempo non intendono precludere la loro attività a progettualità
elastiche e innovative.
A questo proposito è di primaria importanza l’elaborazione di nuovi e
diversificati parametri, che consentano di mettere in relazione i «Soggetti»
ai «Progetti».
Il PdL è lacunoso riguardo a questo delicato nodo. Da un lato sottintende
gravemente l’esistenza dei «Soggetti», dall’altro utilizza il termine
«Progetto» senza precisarlo e ancorarlo a dati di realtà del settore.
Pur condividendo gli intenti di flessibilità e semplificazione delle leggi
di settore del PdL e auspicando una maggiore trasparenza e capacità di
valutazione del «nuovo» in relazione al sostegno ai Soggetti, per permettere
quel ricambio generazionale fisiologico, che ad oggi pare preventivamente
bloccato, l’attuale formulazione del PdL non offre la certezza normativa
richiesta dagli operatori di settore.
Date queste premesse e a fronte di gravissimi problemi gestionali legati al
vuoto legislativo e regolamentare nazionale dei mesi passati, le compagnie
sostengono innanzitutto quanto sia fondamentale una legge quadro nazionale
che garantisca, al di là degli specifici regionali, pari opportunità alle
compagnie su tutto il territorio nazionale.
Crediamo inoltre che ciascuna Regione debba dotarsi obbligatoriamente di una
propria legge sul teatro.
E' fondamentale che il passaggio di competenze alle Regioni renda più
diretto il rapporto con l'istituzione senza chiuderlo in un ambito più
ristretto.
Preso atto dell’imminente abrogazione delle leggi regionali lombarde che
regolano gli orientamenti finanziari in materia di spettacolo (che non tocca
peraltro il portafoglio delle leggi speciali a sostegno di organismi di
spettacolo quali La Scala e il Piccolo Teatro) le compagnie propongono:
a - di ragionare intorno a una Legge Regionale sullo Spettacolo,
indipendentemente dal PdL.
b - se questo non potesse avvenire, a causa di una più vasta e già concertata
ristrutturazione del settore culturale, di affiancare fin da subito al nuovo
PdL sulla cultura un regolamento approfondito.
E’ fondamentale, nel momento di un’abrogazione generale dell’esistente,
tutelare il futuro con proposte concrete e già formulate, che tengano conto
del panorama culturale reale della regione.
Di seguito si declinano le linee di orientamento e di intervento che le
compagnie intendono proporre e perseguire in sinergia con la Regione
Lombardia.
FINALITA’
( Quelle che per le compagnie dovrebbero essere le finalità di una legge o
regolamento sullo spettacolo)
1. La Regione riconosce lo spettacolo, aspetto fondamentale della cultura
regionale e della crescita civile e culturale dei cittadini, quale mezzo di
espressione artistica, di formazione, di promozione culturale, di
aggregazione sociale e di sviluppo economico.
2. La Regione con la presente legge fissa gli obiettivi, le modalità, le
tipologie di intervento in materia di attività teatrali, musicali, di danza,
cinematografiche e audiovisive sottolineando la tendenza odierna al
superamento di demarcazioni precise tra i generi.
3. La Regione pone la libertà e l’autonomia della cultura, il pluralismo
culturale e artistico a fondamento delle proprie leggi.
4. La Regione orienta gli interventi in materia di spettacolo incentivando
in particolare la produzione, la circuitazione regionale, nazionale e
internazionale, la mobilità e la formazione del pubblico
COMITATO SCIENTIFICO
( Proposta delle compagnie di un’alternativa all’organismo della Consulta
che viene abrogato dal nuovo PdL)
1.Istituzione di un Comitato tecnico scientifico composto da cinque membri
in possesso di comprovate specifiche competenze professionali di riferimento
2. Caratteristica fondamentale per i candidati alla Commissione è che essi
non versino in situazione di incompatibilità e conflitto d’interesse diretto
o indiretto in rapporto alla contribuzione pubblica ovvero che si dichiarino
disposti a sospendere tali incarichi per il periodo di nomina
3. La Commissione deve avere incarico triennale con possibilità di rinomina
di tre su cinque membri solo per un ulteriore triennio, al fine di garantire
continuità al lavoro svolto.
4. Almeno uno dei membri della Commissione deve avere un’età inferiore ai 35
anni
5. Almeno due dei membri non devono avere coinvolgimenti diretti con la
realtà regionale di riferimento, cioè devono aver svolto la maggior parte
della loro attività professionale fuori dal territorio regionale
6. La composizione, le modalità di funzionamento e i compensi che sarebbe
auspicabile venissero adeguatamente garantiti ai membri della Commissione
per il lavoro svolto sono stabiliti dalla Giunta Regionale in concorso con
Stato, Province e Enti Locali.
Compiti del Comitato Scientifico
1.La Commissione ha potestà di vigilare sulla corretta osservanza delle
leggi regionali di riferimento da parte dei soggetti finanziati
2. La Commissione ha l’obbligo di incontrarsi quadrimestralmente con un
minimo di dieci operatori, scelti annualmente a rotazione, in rappresentanza
di tutte le realtà teatrali presenti sul territorio, di cui almeno un
elemento non appartenente ad associazioni di settore.
3. La Commissione è chiamata a dare un parere valutativo sulle realtà
finanziabili secondo parametri che rispettino un giusto equilibrio tra
storicità, qualità e attività, permettendo il ricambio generazionale
ARTICOLO COMPAGNIE DI PRODUZIONE
Esistono in Italia artisti e gruppi teatrali che non sono legati stabilmente
alla gestione e alla programmazione di un teatro o di altri luoghi di
rappresentazione.
La loro vocazione e il loro principale, se non spesso unico intento, è la
creazione di eventi e spettacoli basati sull’innovazione dei linguaggi
teatrali e direzionati al superamento dei generi.
Le 12 compagnie di cui sopra si riconoscono in questi principi definendosi
compagnie di produzione, che lavorano al di fuori delle logiche proprie di
un’impresa teatrale commerciale. Queste compagnie operano in ambito
culturale con ampi margini di rischio. Sono produttori di bene pubblico e
non di merce.
A questo proposito il concetto di impresa commerciale, che è valido per
altri organismi operanti nel settore, e i parametri ad esso collegati devono
essere reinterpretati alla luce delle reali caratteristiche delle compagnie
di produzione.
La definizione di identità nasce da un’esigenza di chiarezza, conseguente a
un pensiero sull’efficacia operativa di un’intenzione riformatrice. I
contesti indifferenziati celano spesso differenti esigenze, interessi,
vocazioni e realtà di lavoro, mentre ci pare necessario capire le differenze
di contesto e dar loro un posto e un significato all’interno di una
direzione comune.
A questo proposito riteniamo fondamentale tracciare una demarcazione (più in generale in relazione alle vocazioni, più in particolare in relazione ai parametri di valutazione) tra le compagnie di produzione e altri soggetti
(teatri stabili d’innovazione, teatri stabili privati etc.) che ad oggi
partecipano degli stessi articoli della Legge Regionale, sebbene abbiano
vocazioni, caratteristiche e gestioni economiche totalmente non equiparabili
a quelle delle compagnie di produzione.
E’ inoltre questa l’occasione per rilevare come siano pochissime, se non
addirittura un’eccezione, le compagnie di produzione sostenute dalla Regione
Lombardia, benché questo non abbia un riscontro effettivo riguardo alla
realtà territoriale lombarda, una delle più ricche di fermenti teatrali e
benché molte di queste compagnie abbiano pieno riconoscimento nel panorama
nazionale. Questo dato sottolinea una preoccupante lacuna, che le
istituzioni spesso hanno collaborato ad ingrandire, basando la loro politica
su progetti di eccellenza e senza tenere in dovuto conto il sostegno alla
proliferazione di un humus territoriale necessario alla vita culturale della
regione e del paese.
PARAMETRI
Sottolineiamo come gli odierni parametri relativi alla Legge Regionale non
possano tutelare né agevolare le formazioni teatrali di ricerca.
La ricerca ha tempi di produzione, quantità di pubblico e intenti non
equiparabili a quelli di esercizi più commerciali.
E’ necessario innanzitutto rivedere i parametri di accesso al contributo
regionale.
E’ un dato di fatto evidentemente negativo che i parametri d’accesso ad oggi
(costi non inferiori ai 60.000 euro) equiparino i bilanci delle compagnie a
quelli di teatri stabili privati e d’innovazione e inoltre siano identici ai
parametri di mantenimento del contributo, non permettendo a nuovi gruppi di
affacciarsi al riconoscimento istituzionale.
Proponiamo la declinazione di diversi parametri d’accesso in rispetto delle
diverse attività ed esigenze secondo questo modello.
1. La Regione Lombardia riconosce il ruolo rivestito dalle Compagnie
all’interno del sistema teatrale lombardo, volto alla valorizzazione e al
rinnovamento del linguaggio teatrale italiano, alla diffusione della cultura
teatrale e dello spettacolo dal vivo sul territorio regionale, nazionale e
internazionale, nonché allo sviluppo professionale e produttivo del settore
e sostiene la loro attività, che è improntata a criteri:
a - di professionalità artistica e gestionale e continuità del nucleo
artistico
b - di attività di produzione teatrale propria
c - di aggiornamento e perfezionamento professionale e diffusione della
cultura teatrale
d - a modalità operative basate su articolati e organici progetti culturali
2. Il sostegno della Regione Lombardia si articola sulla base delle seguenti fasce contributive:
fascia a)
Contributi a Compagnie teatrali che abbiano sostenuto, nell’anno precedente
al triennio (o annualità) per il quale viene richiesto il finanziamento
regionale, costi non inferiori ai 50.000 euro ( il contributo regionale per
questa fascia di contribuzione non può essere inferiore ai 10.000 euro )
fascia b)
Contributi a Compagnie teatrali che abbiano sostenuto, nell’anno precedente
al triennio (o annualità) per il quale viene richiesto il finanziamento
regionale, costi non inferiori ai 25.000 euro (il contributo regionale per
questa fascia di contribuzione non può essere inferiore ai 5.000 euro )
3. La Regione Lombardia ritiene importanti ai fini di una valutazione
quantitativa tutti i generi di recite certificate da distinta d’incasso o da
attestazione di avvenuta replica sottoscritta dall’ente ospitante.
4. A prescindere dall’ancora non chiara gestione del FUS da parte delle
regioni, sottolineiamo l’importanza di progetti di respiro pluriennale.
Auspichiamo che nell’accesso ai finanziamenti venga introdotto il criterio
della triennalità con verifica di bilancio annuale, che garantisce la
stabilità delle realtà sovvenzionate e una gestione economica di più ampio
respiro.
D’altro canto in linea con il Decreto Legge Ministeriale chiediamo che venga
mantenuta per le compagnie l’alternativa di richiesta annuale di accesso ai
finanziamenti regionali.
GRUPPI ESORDIENTI
Riteniamo fondamentale che venga creato un terreno di crescita e confronto
per i gruppi esordienti, quasi sempre schiacciati dal peso della storicità
di altri organismi.
Tali gruppi saranno da intendersi «giovani» non in relazione all’età dei
componenti, ma in relazione all’avventura produttiva. Essi non avranno
precedentemente avuto accesso stabile al contributo regionale e
ministeriale.
Il riconoscimento dei gruppi esordienti non può esaurirsi in monitoraggi e
tutoraggi temporanei come è stato fino a oggi nel caso di «Scena Prima» (che
partecipa della Legge 9/93).
Riteniamo fondamentale che venga garantito a tali gruppi «un portafoglio per
l’avvio».
In alternativa:
a) che esso sia il portafoglio che fa oggi capo al marchio «Scena Prima» (in
tal caso, anche in presenza di un mutamento del progetto la Regione dovrà
vincolarlo alla tutela dell’avvio delle giovani realtà)
b) che tale portafoglio sia garantito indipendentemente dal progetto «Scena
Prima».
In entrambi i casi chiediamo la creazione di una commissione permanente, in
cui dovrebbero essere presenti almeno due membri delle compagnie di
produzione lombarde (uno di natura più economico organizzativa, l’altro di
natura più artistico cognitiva), che si preoccupi di:
a - non solo di selezionare i gruppi, ma di accompagnarli fin da subito nel
percorso organizzativo (leggi, bilanci, promozione, organizzazione etc;)
b - dare ai gruppi la possibilità di amministrare i fondi destinati
all'iniziativa
c - responsabilizzarli in una progettualità a venire
d - individuare strutture in grado di ospitare la produzione "in stagione" e
non ai margini come è stato specialmente nelle ultime edizioni.
e - Istituire un premio di sostegno economico al gruppo più meritevole
SPAZI
Se da un lato si fa esplicita richiesta alle compagnie di produzione di
avere uno spazio, ritenendolo un indicatore di qualità, dall’altro non si dà
il necessario sostegno nell’individuazione e nell’acquisizione (affitti e
acquisti agevolati) di spazi sul territorio comunale e regionale.
Chiediamo alla Regione un più preciso impegno su questo punto, anche nella
cernita e assegnazione degli innumerevoli spazi regionali o demaniali del
territorio.
L’eterogeneità delle richieste e delle esigenze delle singole compagnie
potrebbe rappresentare una ricchezza nella valorizzazione di spazi
altrimenti non gestiti o abbandonati, di spazi off o teatri minori che
rientrerebbero così nella circuitazione e nella visibilità del progetto
regionale.
5.
RESIDENZE
1. Al fine di favorire una equilibrata diffusione della cultura e dell’arte
teatrale sul territorio lombardo, nonchè di giungere alla creazione di un
organico sistema teatrale regionale in cui interagiscano realtà pubbliche e
private, chiediamo che la Regione Lombardia promuova e sostenga la
diffusione e il radicamento di residenze multidisciplinari.
2. Per residenza multidisciplinare si intende la permanenza di un soggetto
teatrale professionale (compagnia di produzione), con esclusione dei Teatri
Stabili, in un ambito territoriale omogeneo, facente capo a uno o più
Comuni, il cui rapporto con l’ente locale sia regolato da una specifica
convenzione, valida per un triennio e rinnovabile, che preveda:
a - la disponibilità, da parte dell’ente locale, di uno o più spazi idonei
allo svolgimento di attività di spettacolo aperti al pubblico.
b - la disponibilità, da parte del soggetto teatrale, di una adeguata
struttura amministrativa, tecnica e artistica.
c - la realizzazione di un qualificato progetto che sia atto a rispondere
alle necessità di crescita sociale e culturale della comunità locale,
caratterizzato da uno stretto rapporto fra il soggetto artistico e la realtà
territoriale interessata, dall’integrazione delle diverse discipline dello
spettacolo e dell’espressività artistica.
Chiediamo che una parte del FURS venga destinata a un progetto di rete
gestito da compagnie di ricerca. (Le 12 compagnie di produzione di cui sopra
stanno eleborando un progetto di massima intorno a questa possibilità, che
intendono presentare al più presto alla Regione Lombardia)
CIRCUITAZIONE
Nel passaggio di competenze da Stato a Regioni chiediamo che il lavoro delle
compagnie residenti in Lombardia, e la sua circuitazione, debba essere
identicamente considerato e riconosciuto sia che si svolga in ambito
regionale, sia nazionale, sia internazionale.
Nonostante il nuovo Decreto Legge Ministeriale faccia rotta in una direzione
totalmente opposta a queste richieste tagliando di netto la possibilità di
esistenza alle piccole compagnie, chiediamo alla Regione Lombardia un
impegno preciso su questi punti:
a - Abolizione delle quote delle compagnie non sovvenzionate dal Ministero
e/o dalla Regione (ora i Teatri possono ospitare compagnie non sovvenzionate
solo per un 25% di tutta l’ospitalità). La scelta di un progetto non può
essere condizionata dal rapporto che le compagnie intrattengono con l’Ente
pubblico.
b - Pressione sull’ETI affinché svolga un lavoro di sostegno e promozione
indipendentemente dal fatto che le compagnie e gli artisti siano o meno
finanziati dall’Ente pubblico e affinché non rinunci al suo ruolo di
programmazione e distribuzione nazionale.
c - Scoraggiare la modalità di ospitalità a percentuale sugli incassi, che
non dà possibilità alle compagnie di produzione di crescere e di avere un
budget su cui progettare.
In particolare, in relazione al circuito «Altri Percorsi», o ad alternativi
circuiti regionali, le compagnie di produzione chiedono un impegno preciso
per:
d - Ridefinizione delle finalità del progetto e nuove valutazioni per la
selezione delle compagnie promosse dalla regione, a partire dalle
caratteristiche artistiche che devono essere necessariamente legate alla
ricerca e alla innovazione
e - Importanza nel sostegno alla circuitazione della nuova drammaturgia,
delle compagnie giovani e della ricerca di nuovi linguaggi, con particolare
attenzione al superamento dei generi e alla confluenza di differenti
espressioni artistiche.
f - Incentivo per i vari comuni ad includere nella propria programmazione
lavori che siano almeno per il 30% a stagione di compagnie lombarde.
g - 4 anni come limite massimo di riproposta dello stesso titolo per la rosa
dei selezionati.
h - Pressione sui teatri municipali lombardi per una più attiva
collaborazione con le compagnie di produzione.
RAPPORTI CON I TEATRI STABILI
Partendo dal presupposto che le risorse finanziarie per il cosiddetto Nuovo
Teatro sono a tutt’oggi immensamente inferiori di quelle di cui godono il
Teatro di Prosa letteralmente inteso, la Commedia Musicale e gli Enti
Lirici, ci si sta interrogando, tramite coordinamenti nazionali, sulla
creazione di modalità organizzative capaci di reagire a questa scomoda
realtà.
Le compagnie di produzione concordano nel ritenere preziosi i teatri stabili
d’innovazione nella misura in cui si pongono come punto di riferimento per
un ecosistema culturale, imbarcandosi in progetti ministerialmente «a
perdere», essendo essi stessi artisti di ricerca nell'organizzazione,
monitorando i movimenti dei propri territori.
Alcuni Teatri stabili d’Innovazione si sono impegnati per richiedere un
investimento straordinario triennale all’ETI, da aggiungere a quanto già
ricevono per le ospitalità, da dedicare alla creazione di progetti tesi a
vivificare le energie teatrali del proprio territorio, tramite ospitalità,
coproduzioni, collaborazioni, commissioni o accoglienza di progetti
specifici etc.
In relazione a quanto sta avvenendo sul territorio nazionale chiediamo alla
Regione Lombardia di sostenere la collaborazione tra compagnie e teatri nel
territorio come segue:
TEATRI STABILI PUBBLICI
Coproduzioni
Incentivare i Teatri stabili del territorio a produrre o coprodurre un
minimo di 1 progetto di una compagnia lombarda all’anno, definendo minimali
economici di coproduzioni, tempi di visibilità e di sostegno e spazi di
produzione.
Ospitalità
Incentivare i Teatri stabili del territorio a ospitare un minimo 2 progetti
di compagnie lombarde all’anno, definendo minimali economici di ospitalità,
tempi di visibilità e di sostegno.
TEATRI STABILI D’INNOVAZIONE
Coproduzioni
Incentivare i Teatri stabili d’innovazione del territorio a produrre o
coprodurre un minimo 3 progetti di compagnie lombarde all’anno, definendo
minimali economici (non meno 10.000 euro) di coproduzioni, tempi di
visibilità e di sostegno e spazi di produzione.
Ospitalità
Incentivare i Teatri stabili d’innovazione del territorio a ospitare un
minimo 4 progetti di compagnie lombarde all’anno, definendo minimali
economici di ospitalità (pagamento a cachet o a minimo garantito), tempi di
visibilità e di sostegno.
PROMOZIONE
Si richiede alla regione Lombardia un impegno qualificante sulla promozione
a tutti i livelli:
a - Circuitazione nazionale e internazionale, contatti con istituti di
cultura all’estero e sostegno ad ampio raggio delle compagnie lombarde,
coinvolgimento di altri assessorati.
b - Creazione di un centro di archiviazione delle realtà esistenti e delle
nuove realtà consultabile in rete al sito della regione sul modello del sito
di «ateatro» in grado oltre che di raccogliere anche di promuovere gli
iscritti.
c - Aiuto nella promozione di debutti di compagnie lombarde sul territorio
regionale.
BENEFICI FISCALI
1 - Incentivare le giovani compagnie attraverso una politica di
defiscalizzazione in relazione all’acquisto di materiale tecnico e
informatico (fari, furgoni, computer etc.)
2 - Attivare una serie di incentivi fiscali diretti e indiretti, come nel
caso per esempio della detassazione delle elargizioni liberali.
3 - Pensare a un contributo diretto della Regione Lombardia per la
retribuzione di un membro delle giovani compagnie che abbia ruolo
organizzativo
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