ateatro 33.2 L'editoriale Parliamo di attori di Redazione ateatro Beh, parliamo un po' di attori… In effetti nelle ultime settimane,
sospinti dall'attualità, ci stiamo occupando un po' troppo
(per i miei gusti) di politica, di polemiche varie, beghe direttoriali
e pettegolezzi. Perseveriamo anche in questo numero, con un intervento
di Sisto Dalla Palma (e relativa risposta - ma ne arriveranno altre).
Persevereremo anche in futuro: è facile immaginare che il sistematico
smantellamento del poco che resta del nostro teatro (vedi la cancellazione
dell'unica cosa interessante capitata a Rovigo dai tempi dell'alluvione,
ovvero Opera Prima da parte del sindaco che sostituisce il festival
con una rassegna dialettale e le difficoltà di Accademia Perduta & soci)
avrà qualche eco nel forum sul
teatro di
guerra.
Tuttavia non è per discutere di soldi e poltrone che tutti noi ci
interessiamo di teatro: quello che ci commuove e appassiona sono gli
spettacoli, gli incontri, i progetti artistici. È chiaro che le condizioni
culturali, economiche e politiche che sostengono e rendono possibile
lo sviluppo della creatività e la produzione teatrale sono un elemento
fondamentale, e per questo "ateatro" e i suoi forum dedicano molta attenzione
a tematiche "politiche". Ma se la discussione sul teatro si riduce alla
spartizione delle poltrone e dei finanziamenti, finisce ben presto per isterilirsi.
Anche perché non riescono – queste discussioni sui massimi sistemi –
a rendere conto di quanto c'è di vivo nel nostro teatro. Per esempio,
in "ateatro" mi piacerebbe parlare della generazione d'attori ora
intorno ai trent'anni, che ha caratteristiche assai diverse da chi
li ha preceduti.
Oggi in Italia abbiamo un gruppo di straordinari attori intorno alla
cinquantina: penso, tra gli altri, a Sandro Lombardi, Marco Paolini,
Marco Baliani, Ermanna Montanari, Eugenio Allegri, Laura Curino, Moni
Ovadia… Sono cresciuti attraverso processi di formazione eccentrici
(in genere non sono partiti dal teatro di parola, ma dal teatro visivo
dei gruppi o dalla musica o dal teatro ragazzi) e sono tutti, per un
verso o per l'altro, molto più che attori – come ho cercato di raccontare
qualche tempo fa ne
L'attore nell'epoca della sua riproducibilità tecnica.
In queste ultime stagioni – dopo una serie di attori cresciuti
alla scuola di Ronconi, da Riccardo Bini a Massimo Popolizio a Galatea Ranzi,
passando per Luca Zingaretti ora "montalbanizzato" – sta invece salendo
alla ribalta una nuova leva d'interpreti che parte invece proprio dal
teatro di parola, e che si sono in genere formati presso diverse
"scuole di teatro" (e che hanno già iniziato a vincere qualche premio).
Sto pensando a Fausto Russo Alesi, Alessandro Genovesi, Paolo Pierobon,
Michela Cescon, Monica Nappo, Elena Russo, Fiorenza Menni, Michela Lucenti... Vado alla rinfusa, mi fermo quasi solo a Milano-Torino, e di sicuro sto dimenticando tanti attori ugualmente bravi e interessanti.
Ecco, mi piacerebbe farmi raccontare da loro perché hanno scelto
il teatro, qual è stato il loro percorso di formazione e la loro storia
professionale, quali sono stati gli incontri professionali che li hanno
segnati, come vedono il loro ruolo all'interno del teatro italiano,
gli esempi che hanno seguito, che rapporto hanno con la nuova drammaturgia
made in Italy...
Insomma, sono quattro o cinque domande, è già un piccolo questionario,
se qualcuno – cominciando dagli interessati (cioè gli attori, non solo
quelli che ho frettolosamente nominato, ovviamente) – vuol darmi una
mano a riempirlo…
PS A proposito d'attori e di poesia, c'è un progetto a cui tengo molto
(dopo aver fatto più o meno il segretario di edizione): il CD
Dante Inferno, ovvero più di un'ora della prima cantica della
Commedia con le voci di Sandro Lombardi & David Riondino e
la chitarra di Giorgio Albiani. Per me è bellobello…
Se vi fidate di "ateatro" ascoltatelo. Se diffidate di me (giustamente)
& volete saperne di più, sul sito della
Garzanti Libri troverete qualche spiega, un paio di foto del maestro Maurizio Buscarino (a propo, avete guardato-letto
il suo ultimo libro?) e una track lo-fi in anteprima.
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