ateatro 29.10 L'editoriale di tnm 29 di Redazione tnm Per questo secondo numero di tnm un po' di storia.
Luigi Colagreco, autore di un' interessante tesi sul rapporto tra teatro e cinema negli spettacoli di Leopoldo Fregoli, ci racconta l'insolito procedimento di inserimento del film all'interno della scena - il "Fregoligraph"- in cui il famoso trasformista, amico dei fratelli Lumière, mostrava, grazie proprio al cinema, i "retroscena", i segreti dei suoi fulminei mascheramenti, ben lontano, ovviamente dalle possibilità della "diretta", spiazzando il pubblico con la velocità di montaggio delle scenette o quadri comici e con il raddoppiamento dell'immagine sulla scena . Come ricorda Valentina Valentini: "La compresenza dell'attore dal vivo e in immagine, l'intersecarsi di vero e falso, di reale e riprodotto, forniva un particolare piacere allo spettatore, intensificando le sue capacità percettive e scoprendo inedite porzioni del reale, fuori dal campo di osservazione abituale"(V. Valentini, Teatro in immagine). Una primordiale Camera astratta?
Silvana Vassallo, insegnante di "Video e teatro" all'Accademia di Belle Arti di Macerata ed esperta di arti visive, legge l'installazione video-coreografica di Thierry De Mey Deep in the wood presentata in prima mondiale alla Biennale di Venezia ("Temps d'images", 1-10 febbraio 2002). All'artista belga Riccione TTVV (30 maggio-2 giugno 2002) dedicherà quest'anno un'intera retrospettiva.
Poi la segnalazione di uno spettacolo tecnologico dal sito théatre contemporain.
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