ateatro 126.58 Mai morti dieci anni prima Torna lo spettacolo di Renato Sarti con Bebo Storti di Renato Sarti
Bebo Storti protagonista di Mai morti (foto Lucia Puricelli).
Alghero, fine aprile: muraglioni e massi della meravigliosa strada costiera verso Bosa imbrattati da numerose croci celtiche, SS e scritte del tipo “Onore a Rudolf Hess”. Il 25 aprile dell’anno scorso il sindaco Marco Tedde (come è avvenuto anche in alcune cittadine del veneto) ha vietato alla banda di suonare Bella Ciao; in centro una lapide accomuna partigiani e repubblichini con parole indelebilmente incise nel marmo: “Donarono la vita per la giustizia e la libertà”.
In Italia aumentano le aggressioni omofobiche, le violenze sulle donne praticate all’interno della famiglia, gli interventi con le ruspe che alle quattro del mattino radono al suolo i campi rom come se fossero loro il pericolo numero uno a Milano e non la ’ndrangheta che spaccia, ricicla, investe in borsa, acquista interi palazzi in pieno centro. La televisione e i media sono sempre più in mano a un uomo solo e si fa di tutto per spazzare via coloro che non rispettano i suoi dettami. La situazione dei lavoratori stranieri assume spesso i connotati di uno sfruttamento di stampo schiavista. Le sentenze per il G8 di Genova, dopo nove estenuanti anni (come se la verità sulla macelleria messicana non fosse lapalissiana), inchiodano funzionari delle forze dell’ordine alle loro responsabilità ma poi non vengono rimossi dai loro attuali incarichi. Chiudono circoli Arci, rischiano enti teatrali e fondazioni culturali e/o storiche di grande prestigio (due esempi: l’Ente Teatrale Italiano e gli Istituti per la Resistenza fondati da Parri). Una delle suonerie più scaricate dai nostri ragazzi è Faccetta nera. Una larga parte del nostro paese ha nostalgia di Mussolini, i suoi calendari esposti nelle edicole vanno più a ruba di quelli delle “veline”, "Libero" regala i dvd del Duce, e forse proprio perché in certi tratti lo rammenta, Berlusconi ottiene tutti questi voti.
Renato Sarti protagonista di Mai morti.
Sessanta anni di democrazia fortunatamente hanno un peso. La Costituzione Italiana, scritta sul modello di quelle delle più avanzate democrazie anche per evitare immani tragedie, finora ha retto e non a caso qualcuno vorrebbe disfarsene come fosse carta straccia.
Uno dei motti più inquietanti dell’era fascista, inserita nel finale di Mai morti, diceva: “Tu vivi di illusioni vigliacche popolo italiano se pensi di uscire fuori dal tuo inferno. Noi la patria la portiamo nel sangue e per essa siamo disposti a sacrificare la nostra stessa madre e a inchiodare Cristo ad una seconda croce”.
L’arte, la cultura e il teatro possono fungere da argine alle barbarie. Non si tratta di fomentare antichi odi o riattizzare da sotto la cenere tizzoni mai spenti, si tratta di denunciarne con la forza della parola e della poesia, come facevano Brecht, Shakespeare, Eschilo, i primi sintomi. Decenni addietro la maggioranza, la zona grigia accondiscese arrendevolmente. Quando se ne accorsero il baratro era ormai già spalancato e fu dittatura, leggi razziali, guerra.
Alcuni dei miei maestri, ex deportati e partigiani, da tempo affermano che la realtà che li circonda è un film già visto e nei loro occhi si legge la profonda amarezza di chi sa di lanciare un allarme che non viene recepito.
Mai morti, nato da un incubo personale rispetto al ritorno di certa destra, debuttò in forma breve a metà luglio del 2000 alla Maratona di Milano con un Bebo Storti straordinario. Il Teatro dell’Elfo lo produsse nel 2002. Il Piccolo Teatro nel 2003 ci onorò di ospitarci per tre settimane in quello che un tempo fu la sede della banda Muti, luogo di orrore e tortura. Poi centinaia di repliche in tutta Italia.
Dieci anni prima. Da allora le cose sono cambiate e certamente non in meglio. Quando scrissi questo testo mai e poi mai avrei previsto che sarebbe durato così a lungo e soprattutto che si sarebbe rivelato - termometro di un paese incline a mai sopite e pericolose spinte di carattere razzista, xenofobo e fascista - più attuale oggi di allora.
Il Teatro della Cooperativa
in occasione del decennale sarà riproposto
MAI MORTI – Dieci anni prima
testo e regia Renato Sarti
8 / 9 / 10 luglio – ore 20.45 con Renato Sarti
13/14/15 luglio – ore 20.45 con Bebo Storti
in collaborazione con Teatri 90 Progetti/Maratona Di Milano, Teatridithalia
www.teatrodellacooperativa.it
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