ateatro 120.31 Il progetto del Centro di Documentazione per un Teatro Civile Save the date: se ne parla il 28 marzo a Tavazzano di Bottega dei Mestieri Teatrali
Quello che segue è un primo documento nel percorso che sta portando alla creazione di un Centro di Documentazione per un Teatro Civile. A lanciare la proposta è la Bottega dei Mestieri Teatrali diretta da Giulio Cavalli. Se ne parlerà il 28 marzo, a Tavazzano: ma sull’incontro e sull’iniziativa trovere altre notizie sul Forum di ateatro.
Il passato
1.1 Perché un centro di documentazione per il “Teatro civile”?
Il presente
2.1 Obbiettivi a breve termine
2.2 Soggetti coinvolti
Il futuro
3.1 Prospettive di crescita
1.1 Perché un centro di documentazione per un teatro civile?
Il teatro civile è un teatro di memoria, che nei suoi esiti migliori scava al fondo di vicende poco chiare della storia recente per raccontarle a chi mai ne aveva avuta notizia, a chi le aveva dimenticate, a chi non voleva ascoltarle.
Dietro la cornice dorata di una favola siamo tutti disposti a soffermarci, a lasciarci incantare e alla fine a scoprire quello che non volevamo scoprire.
Ma il patto tra attore e spettatore, tra il narratore ed il suo pubblico dura pochi istanti, il tempo di una sera a teatro. Poi di nuovo le verità svelate tornano a farsi più deboli, fino a scomparire del tutto.
Il centro di documentazione nasce dal desiderio di mantenere la consapevolezza acquisita il più possibile nitida. Per farlo non vuole soffermarsi solo sulla favola, sullo spettacolo finito, ma sul processo lungo e laborioso che porta fino a quel risultato.
Se dietro l’etichetta di teatro civile si nascondono infatti esiti molto diversi tra loro, l’elemento che li accomuna è proprio “l’inchiesta”, la ricerca seria e documentata che si riflette nella drammaturgia.
Spesso questo lavoro si perde, di tutto il materiale raccolto e studiato rimane solo quello che si è deciso di cristallizzare in forma teatrale vanificando parte del risultato ed impedendo che altri possano usufruirne.
Da qui l’esigenza di creare un punto di riferimento che da semplice archivio si trasformi in un luogo di scambio e di crescita, dove mescolare sensibilità diverse ed interessi comuni.
Negli ultimi quindici anni in Italia, per motivi che in questa sede non interessa indagare, sono infatti sempre di più i teatranti che hanno deciso di dedicare il proprio percorso artistico, o parte di esso, all’approfondimento di tematiche contemporanee, senza che si sia creata una vera e propria piattaforma di condivisione, che invece di appiattirli gli uni sugli altri permetta risultati sempre nuovi ed originali.
L’ambizioso obbiettivo del centro di documentazione è proprio questo: farsi luogo comune di incubazione di progetti artistici il più possibile eterogenei.
2.1 Obiettivi a breve termine
Se l’intento ultimo del centro è quindi di farsi fucina creativa, per arrivare a questo livello è necessario procedere per gradi, coinvolgendo un numero sempre maggiore di soggetti.
I primi interlocutori necessari sono proprio gli artisti che rientrano nella controversa definizione di autori di “teatro civile”.
Inizialmente quindi il lavoro del centro si concentrerà sulla ricerca di quanti si riconoscono in questa categoria, usando come discrimine non solo il risultato artistico ma anche e soprattutto i processi di indagine che hanno portato a quel risultato.
La seconda fase prevede poi la raccolta e catalogazione dei materiali messi a disposizione dalle compagnie e dai singoli artisti intercettati, che desiderano entrare a far parte di questo ‘network’.
A partire dai video degli spettacoli, cioè dal ‘prodotto finito’, si procederà a ritroso lungo tutte le tappe che lo hanno preceduto, se possibile fino a capire le motivazioni che stanno dietro alla scelta di un tema (partendo dal presupposto che ci siano motivazioni reali e autentiche, legate alla storia personale o professionale di ognuno e che non ci si limiti a favoleggiare sull’ultimo fatto di cronaca senza distinzione alcuna).
Se il materiale raccolto lo permetterà - se come previsto ci saranno tematiche ricorrenti - si andranno a costruire percorsi di approfondimento, legati non più solo ad uno spettacolo ma ad un tema più generale alimentato da diversi punti di vista.
Libri, documenti, interviste e ogni genere di materiale prodotto sarà messo a disposizione prima di tutto a chi si interessa di teatro, come artista, studioso o semplice appassionato per poi aprirsi ad un pubblico più vasto interessato in modo diverso agli argomenti affrontati nel centro.
Da subito, pochi mesi dopo l’avvio dell’attività, sono previsti anche una serie di incontri aperti che chiariranno meglio la natura del progetto, che lasceranno spazio a contributi esterni e permetteranno una verifica costante del lavoro svolto e dei risultati via via ottenuti.
Uno dei primi punti che si ritiene interessante argomento di confronto è una riflessione sulla metodologia usata (dove esiste) per la cosiddetta “inchiesta” che precede il momento di vera e propria creazione artistica, quali sono i punti di contatto e quali le differenze dall’inchiesta di tipo strettamente giornalistico.
Per fare questo si metteranno a confronto teatranti e giornalisti, evidenziano le specificità dei due diversi punti di vista.
2.2 Soggetti coinvolti
Risulta chiaro che un progetto come il centro di documentazione per un teatro civile, pur avviandosi in un contesto specifico, raggiunge la credibilità e la maturità necessarie solo nel confronto con soggetti di natura diversa.
Oltre a creare un punto di contatto tra figure teatrali diventa essenziale quindi aprirsi a collaborazioni eterogenee.
I primi interlocutori sono gli organi di stampa, ma anche la vicinanza di singoli giornalisti che mettono a disposizione la loro professionalità.
Fondamentale poi l’appoggio di alcune case editrici, che anche solo partecipando con le loro pubblicazioni danno un contributo enorme al centro.
3.1 Prospettive di crescita
L’avvio dell’attività del centro di documentazione si pone primi obbiettivi realistici, ma non dimentica la sua vocazione ad essere non solo archivio ma vero e proprio laboratorio.
Se da una parte intende diventare un bacino di informazioni, dall’altra si rende strumento a disposizione di chi preferisce avviare ricerche in modo autonomo, fornendo consulenza e creando una rete di contatti utilizzabili da chiunque ne abbia necessità.
Sul fronte strettamente teatrale con il consolidamento anche economico di questa realtà, il desiderio è di farne un centro di produzione, aperto a valutare progetti disparati.
Come primo gradino verso un’esperienza di questo genere sarà programmato un festival di regia incentrato su teatro civile.
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