ateatro 114.63 BP04: Appunti di sopravvivenza e testimonianze di una coreografa a Milano. (emergenza danza) di Barbara Toma
Mi chiamo Barbara Toma, sono una coreografa e vivo a Milano.
A tredici anni ho lasciato la mia città natale, Lecce, e sono emigrata all’estero per intraprendere i miei studi di danza.
Sono tornata a vivere in Italia solo dodici anni dopo.
Se è vero, come dice Gerarda Ventura in chiusura del suo intervento, che fare politica non è solo appartenere a un partito, ma che politica sono anche le scelte che facciamo.
Allora io, la mia scelta politica, l’ho fatta nel momento in cui ho deciso consapevolmente di vivere e lavorare in Italia.
La vita di un coreografo in Italia è una battaglia continua. Una lotta alla sopravvivenza. Alla visibilità. Alla possibilità di svolgere, finalmente, semplicemente, il tuo lavoro in pace.
Si tratta di un problema culturale, prima di tutto. Il nostro paese non ha una consapevolezza di cosa significhi danza contemporanea, e quindi non ne conosce le esigenze, non la promuove, non la programma, non la produce, non incentiva i giovani talenti, non la rispetta, non la interpella.
Tante sarebbero le buone pratiche per migliorare la situazione della danza e delle arti performative contemporanee in Italia e a Milano.
Evito di addentrarmi in quelle che potrebbero essere delle buone pratiche per gli altri e parto da me.
Le mie buone pratiche. appunti di sopravvivenza, testimonianze e obbiettivi di una coreografa a Milano
1. considero una buona pratica mettere in dubbio il mio stesso lavoro e chiedermi se vale la pena presentarlo a un pubblico. Interrogarmi insomma sulla necessità-qualità e l’efficienza del mio creare.
2. considero una buona pratica riuscire a trovare un buon equilibrio tra: ore passate al computer, ore passate a cercare di guadagnare soldi e ore passate in studio ad allenarmi/creare.
3. considero una buona pratica rifiutarmi di chiedere a un danzatore di lavorare gratuitamente.
4. considero una buona pratica sforzarmi di delegare ad altri… affidare costumi, luci, scene, grafica, altro a dei professionisti.
5. considero una buona pratica NON inviare il materiale del mio spettacolo a quei festival che NON meritano la mia stima.
6. considero una buona pratica confrontarmi con i colleghi all’estero e mantenere sempre alti gli obbiettivi da raggiungere.
7. considero una buona pratica abituarmi a ripetere sempre le stesse cose, anche se sembrano scontate. ad esempio:
- che è ridicolo che una città come Milano non abbia una stagione di danza;
- che la danza contemporanea dovrebbe venire incentivata con produzioni e residenze;
- che è tempo di un cambio generazionale di programmatori e critici;
- che è ridicolo che la Regione Lombardia abbia destinato solo lo 0,4% dei fondi per la cultura del 2006 alla danza, cioè meno dello 0,7% destinato alle arti circensi e al teatro di strada... e molto meno dello 3,4% destinato al teatro;
- che siamo nel 2007 e che in realtà sarebbe ora di smetterla di dividere le arti performative contemporanee in diversi settori;
- che c’è una grossa fuga di talenti all’estero e che vengono incentivati solo i 20enni emergenti o i 45enni sopravvissuti. mentre la generazione di mezzo (quella che ha dimostrato di saper emergere e di avere talento e sulla quale bisognerebbe investire) viene invece completamente ignorata;
- che nel teatro italiano ci sono pochissime opportunità e poteri troppo concentrati.
8. considero una buona pratica difendere con forza il mio mestiere.
9. considero una buona pratica battermi affinché vengano cambiate le leggi che regolamentano lo spettacolo dal vivo nel mio paese. (per esempio aderendo ed essendo attiva nel tavolo dei coordinamenti e delle reti della danza e delle arti performative contemporanee e quindi nel coordinamento regionale lombardo, il C-DAP)
10. considero una buona pratica cercare di mantenere costante il lavoro di ricerca in studio. anche quando non ci sono nuove produzioni.
11. considero una buona pratica condividere le informazioni e aiutare chi vuole intraprendere il mio stesso mestiere (a parte consigliargli di andare all’estero).
Appunti di sopravvivenza
Decalogo di consigli a un giovane coreografo in Italia
(alcuni possono sembrare poco dignitosi. io mi limito a dire come si può sopravvivere. ma non è detto che io sia d’accordo con tutto)
1. chiediti se è davvero questo ciò che vuoi fare…
2. procurati subito una persona per aiutarti nell’organizzazione promozione e vendita dei tuoi lavori.
3. il nostro è un mestiere che si impara e si perfeziona con la pratica. non cedere alle esigenze economiche lavorando a tempo pieno e togliendo cosi tempo alla pratica. cerca lavori notturni o poco impegnativi (barista nei pub, eventi nelle discoteche, animazione alle feste, venditore, nel fine settimana, di appartamenti in multiproprietà, guida turistica, curatore di festival, critico, insegnante di aerobica).
4. cerca sempre di lavorare seguito da un coreografo che stimi, un occhio esterno in grado di darti consigli.
5. se non lo hai già fatto: cerca di danzare per almeno un anno in compagnia con un coreografo famoso. questo ti faciliterà molto per la visibilità, l’accesso ai festival e la richiesta di finanziamenti e sponsor come coreografo.
6. apriti da subito un’associazione culturale!! Ti servirà per ottenere qualunque tipo di finanziamento, e più anziana è più possibilità hai. il sistema ti spingerà a chiedere appoggio ad altre compagnie, già esistenti. NON CADERE NELLA TRAPPOLA! Apriti comunque subito una tua associazione e cerca di lavorare sempre con quella almeno che non ti sia esplicitamente richiesto altro. altrimenti , dopo anni di lavoro, potresti scoprire di NON esistere!
7. cerca di accumulare almeno 78 giorni lavorativi in un anno, in modo da poter ottenere la disoccupazione in estate.
8. cerca di darti ogni anno degli obbiettivi: il primo anno delle apparizioni gratuite per farti vedere, il secondo con rimborso spese, il terzo con un piccolo cachet. cerca di crescere sempre e NON TORNARE MAI INDIETRO!
9. allo stesso tempo cerca di mantenere bassi i tuoi prezzi.
10. cerca di restare aggiornato e di studiare quando puoi.
11. cerca di farti vedere all’estero.
12. segui un corso di video editing, uno di grafic design, uno di comunicazione e uno di marketing.
13. compra Organizzare teatro di Mimma Gallina e tienilo come una bibbia!
14. sii flessibile ma allo stesso tempo cerca di difendere sempre il tuo lavoro!Non permettere a nessuno di non metterti in grado di presentare il tuo lavoro al meglio!
15. se vedi uno spettacolo che non ti piace fischia! lamentati, critica!
16. allenati a scrivere recensioni.
17. abbi il coraggio di denunciare ciò che non ti garba.
18. se riesci ad ottenere una buona visibilità nei primi anni di lavoro. abbi l’accortezza di cambiare nome dopo massimo tre anni!Ai programmatori italiani non piacciono i nomi già sentiti. né quelli italiani!prova con un nome straniero!
19. trovati un compagno/a ricco/a o un mecenate.
20. cerca di entrare nelle grazie di qualche coreografo e/o programmatore che è nel giro “giusto”.
21. non ti curare della qualità del tuo lavoro! pensa solo a come promuoverlo e cosa poter offrire in cambio!
22. mettiti dei soldi da parte per 3 o 4anni. in modo da poter poi organizzare dei tuoi spettacoli per soli programmatori, naturalmente invitati da te e tutti tuoi ospiti…
23. entra a far parte di uno dei network internazionali di artisti.
24. non creare spettacoli intorno a temi che ti premono. piuttosto cerca di scoprire in anticipo quali temi sono richiesti ai bandi più importanti di finanziamenti e basa il tuo lavoro sull’offerta dei bandi.
25. non collaborare con artisti che incontri sul tuo cammino e che ti stimolano. cerca artisti ,di qualunque tipo, che vivono o provengono dai paesi più interessanti per i bandi della comunità europea.
26. non essere onesto nelle contrattazioni. finirai per rimetterci.
27. non spedire un DVD senza telefonare e chiedere prima. e dopo telefona e chiedi conferma dell’arrivo e un parere.
28. qualunque cosa scrivano su di te, ricorda SEMPRE di chiamare e ringraziare!
29. Hollywood insegna. non importa se si parla bene o male. l’importante è che se ne parli! Cerca quindi di inventarti uno scandalo per pubblicizzare il tuo debutto!
30. NON TI DEPRIMERE. Ricorda che i tuoi insuccessi, nel nostro paese, non hanno nulla a che fare con tuoi demeriti.
31. NON ti montare la testa. Ricorda che i tuoi successi, in questo paese, non hanno nulla a che fare con i tuoi meriti!
32. più tardi vieni da me, e ti darò la lista dei pochi programmatori italiani che fanno il loro lavoro con passione e onestà.
33. non perdere tempo con l’invidia. nessun collega in questo paese sta davvero bene. e ricorda che se lavori poco. hai fatto poco il tuo dovere di promoter e manager!
34. se sei ateo smettila subito! le preghiere ti serviranno.
BARBARA TOMA - studia e lavora per più di dieci anni all’estero con maestri di fama internazionale. Diplomata alla School for New Dance Development di Amsterdam. Come danzatrice ha lavorato in diversi progetti in Olanda, Germania ed Austria. Nel 2001/2 ha danzato con la compagnia DEJA’ DONNè . Finalista al concorso di coreografia Città di Bologna '00, vincitrice borsa di studio danceWEB a Vienna. Come coreografa e interprete è stata ospite di diversi festival in Italia e all’estero.Ha portato i suoi lavori a: Cagliari, Lecce, Mantova, Alfonsine, Pavia, Roma, Domaso, Ferrara, Sondalo, Cerrate(Br),Cervia , Roma, Milano,Cagliari,Torino . Tra le sue creazioni:KRUDA (2001),DOOD (2003), GIACOMOGIACOMO (2004),FREEDOM (2006), ORBATA(2007) Nel 2006 ha fondato la compagnia robabramata. Dal 1999 fa parte dello staff insegnanti dello ials di Roma. Dal 2001 insegna regolarmente a professionisti e non tra Roma, Milano ed Amsterdam.
Ha ideato e curato presso il CRT teatro dell’arte di Milano il FESTIVAL int. della nuova danza SHORT FORMATS the survival kit (2005) e the invisible power kit (2006). Ultimamente collabora con il PiM spazio scenico di Milano (dove oltre a ricevere ospitalità e sostegno per i suoi progetti artistici si occupa del network internazionale)
Barbara Toma è tra i fondatori del movimento del tavolo nazionale delle reti e dei coordinamenti della danza e delle arti sceniche contemporanee nonché del C-DAP (coordinamento Lombardo).
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