ateatro 113.14 Tre giorni a Volterra per la charta dei rifugiati L'incontro-convegno organizzato dallo hidden theatre di Elena Cerasetti
il 6 novembre sono partita in direzione di volterra, dove sapevo essere in programma un’iniziativa piuttosto particolare. sono partita per portare un piccolo supporto, sono tornata con una testimonianza preziosa.
nei giorni 8-11 novembre 2007 si è tenuto a volterra l’incontro-convegno the charta of volterra. new roads for refugee policy (la carta di volterra. nuovi percorsi per i rifugiati) sui diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo, organizzato dal gruppo di teatro-reportage teatro di nascosto/hidden theatre, guidato da annet henneman e gianni calastri che, da anni, lavorano sul doppio binario del teatro e della documentazione/informazione.
the charta of volterra è stata curata in collaborazione con inlia foundation, un’organizzazione olandese che si occupa dei diritti dei rifugiati, che ha redatto il documento di partenza.
“al di là della normativa esistente a livello internazionale, permangono comunque molte divergenze all’interno dei singoli paesi facenti parte dell’unione europea. il più delle volte la richiesta d’asilo è viziata dai rapporti che il singolo paese intrattiene con quello di provenienza del richiedente asilo” spiegano annet henneman e gianni calastri, che esattamente da dieci anni lavorano nella bellissima città toscana. “la carta di volterra da noi proposta non è altro che la riaffermazione di alcuni diritti fondamentali già contenuti nella dichiarazione universale dei diritti umani e il tentativo di creare una nuova collegialità attorno a questo tema”.
il convegno ha avuto un antecedente molto particolare. la rappresentazione, piuttosto concreta, del percorso di un immigrato/a che approda, da qualunque parte del sud del globo, sulle coste italiane.
se ce la fa, ovviamente.
gli attori, provenienti a loro volta da diverse parti della terra (algeria, argentina, bolivia, iraq, francia, italia, kurdistan iraqeno, kurdistan turco, olanda), dopo essere giunti su una barca nei pressi della spiaggia di bibbona, si sono gettati in mare e hanno cercato di raggiungere la costa.
lo sbarco di bibbona mirava ad attrarre l’attenzione dei giornalisti sull’iniziativa menzionata all’inizio.
la tre giorni di dibattito, invece, ha avuto come protagonisti alcuni parlamentari europei, provenienti da vari paesi dell’unione, che hanno lavorato con la finalità di trovare una linea programmatica comune nei confronti dei richiedenti asilo. durante le varie sessioni di lavoro, numerose sono state le incursioni teatrali.
anzi, l’intero convegno è stato “inaugurato” da un tappeto bianco di corpi sdraiati, ammucchiati, silenziosi. i corpi degli attori che, durante le sere del week-end, hanno portato in scena in doppia lingua (inglese e italiano) nel teatro persio flacco, città in guerra. kirkuk con la regia di annet henneman, basato su stralci dei diari che annet raccoglie durante i suoi viaggi in queste difficili parti del mondo.
il bianco, il segno dei loro corpi.
il teatro-reportage di teatro di nascosto si impegna da anni a dar voce a chi non ce l’ha, portando in scena le storie di coloro che vivono situazioni di guerra, di violenza, di tortura.
senza perdere di vista la finalità politica dell’incontro e con il supporto di testimonianze, video e azioni teatrali, teatro di nascosto ha fatto semplicemente parlare i diretti interessati, i rifugiati e le loro sofferenze, spesso dimenticati da un mondo troppo occupato a rappresentare se stesso.
per dare ulteriore forza all’iniziativa è già in calendario la seconda edizione di charta, a groningen (olanda) in maggio, dove si rilanceranno le proposte convenute a volterra.
so solo una cosa. giravo per una città piccola, magica, isolata a sua volta, immersa nell’alabastro; ed ero circondata da un mare di lingue diverse fra loro; ero colorata da musica, cibo, profumi, sguardi diversi dai miei.
e non mi sono mai sentita così a casa.
per i curiosi: www.teatrodinascosto.it/
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