Prima
dell'avvento di Anno Hideaki, sono stati tre i grandi registi dell'anime
(cinema d'animazione giapponese, per chi non lo sapesse): Hayao Miyazaki,
Katsuhiro Otomo e Mamoru Oshii. Questi tre registi (ma soprattutto Miyazaki
e Oshii) sembrano essersi affrancati dal tipico immaginario anime
(i robot, quelli che in gergo anime vengono definiti mechas,
e le pretty girls) per elevare il proprio lavoro a un diverso
livello artistico-culturale. La serie televisiva di Miyazaki Conan
(1978) e il suo primo lungometraggio Lupin III: The Castle of Cariostro
(1979, sic!) ebbero un'accoglienza entusiastica da parte degli otaku
(i fan più sfegatati dell'anime). Bisogna sottolineare come il
successo di Miyazaki all'epoca dipendesse in egual misura dalle sue
grandi capacità narrative e dall'originale resa visiva di mechas e ragazze.
La leggenda vuole che il ben noto feticismo degli otaku sia nato proprio
dall'eroina di Lupin III: The Castle of Cariostro. In ogni caso
Miyazaki pare avere cambiato la propria strategia gradualmente tra il
1980 e il 1986. Nausikaa (1984), il primo lungometraggio anime
che riuscì a ottenere l'attenzione di un pubblico non limitato alla
cerchia degli otaku, può essere considerato il primo risultato di questi
cambiamenti. Il distacco dalla cultura otaku si completò quando nel
1986 venne distribuito Tonari no totoro, nel quale non comparivano
né mechas né le solite pretty girls, ma solamente classici personaggi
fantasy. Questo film, come Miyazaki aveva sperato, divenne presto estremamente
popolare e vinse diversi premi.
Otomo Katsuhiro
era in origine un autore di fumetti. Il diffuso apprezzamento per
i suoi manga gli permise di produrre nel 1986 il film Akira,
un caso decisamente particolare nel contesto dei manga degli anni
Ottanta. Akira è infatti un film d'animazione, ma non un anime
propriamente detto. La serie televisiva di Oshij Mamorou Urusei-yatsura
(1981-1988) era caratterizzata dal riferimento agli aspetti più cult
della cultura otaku (assurde trame di fantascienza, pretty girls,
mechas dal design originale, personaggi presi dalla cultura folkloristica
giapponese) e dall'evidente influenza che sul regista esercitava il
teatro giapponese underground degli anni Settanta (quello di Shuji
Terayama, per esempio). Oshij sperimentò l'uso di immagini astratte,
di un montaggio serratissimo, di conversazioni filosofiche associate
a movimenti esasperati dei personaggi, e con queste nuove tecniche
decostruì le strutture dell'anime classico. Si potrebbe dire
che nei primi anni Ottanta la sua posizione nei confronti dell'anime
fu ambigua: era al contempo il regista più apprezzato dagli otaku
e il più severo critico della loro cultura. Urusei-yatsura II:
A Beautiful Dreamer (1984) è un lungometraggio metatestuale, nel
quale la doppia strategia di Oshii fu applicata con grande successo.
Dopo avere terminato la serie televisiva, iniziò a produrre film sperimentali
di animazione e film di fantascienza non animati. Tornò a dirigere
degli anime nel 1986 con l'intenzione di portare alle estrema
conseguenze il suo lavoro sulle strutture del genere: Patlabor
II: The Movie (1993) e Ghost in the Shell (1996) furono
i risultati di questo nuovo impegno.
Considerando la
situazione dell'anime nei tardi anni Ottanta (quando, soprattutto
dopo l'avvento degli OAV - Original Animation Videos, i registi
si diedero alla realizzazione di anime sempre più diretti a
un pubblico limitato e fanzinizzato, senza più cercare il consenso
di un pubblico più vasto) il cambiamento di rotta di Miyazaki e Oshii
- che si manifestò anche in una sorta di odio nei confronti degli
otaku - pare decisamente giustificato. È anche vero però che il loro
lavoro, rispetto a quello svolto nei primi anni Ottanta, perse mordente.
È interessante notare che Miyazaki, Otomo e Oshii tentarono di avvicinare
l'animazione al cinema di ripresa spinti tutti e tre da una repulsione
per l'anime come genere (con "genere" qui non intendiamo la
tipica struttura visiva e narrativa dei film, ma piuttosto la distribuzione
e il rapporto con gli otaku). Può sembrare strano che quasi tutti
i migliori risultati conseguiti dall'animazione giapponese vengano
da una reazione di questo tipo, ma dobbiamo ricordare che - a parte
il lavoro di questi tre registi - la produzione di cartoon giapponese
è dominata da serie infantili e feticiste approvate dal pubblico degli
otaku internazionali (un esempio per tutti? Sailor Moon).
Evangelion
di Anno Hideaki presenta due aspetti cruciali in questo contesto.
In primo luogo presenta non solo mechas e pretty girl, ma anche
tutta una serie di figure care al pubblico degli otaku. Anno ha preso
a prestito e a volte ha parodiato un numero pressoché infinito di
immagini dagli anime anni Settanta e Ottanta, dai film di fantascienza,
dai fumetti: l'uniforme del padre della protagonista, per esempio,
è un'evidente parodia dei costumi di Space Battleship Yamato
(1974). La Gainax (che in precedenza si chiamava Daicon Film) ha iniziato
la propria attività producendo parodie di film anime con un
approccio tipicamente postmoderno. Evangelion utilizza un gran
numero di cliché otaku solo per invertirne la funzione: personaggi
comici come Asuka e Toji non potrebbero ritrovarsi gravemente feriti
in un anime tradizionale. Questa adesione critica e revisionista
al genere anime sembra opporsi alla strategia contrappositiva
di Miyazaki e Oshii, anche se si potrebbero forse identificare delle
parziali rassomiglianze con il lavoro svolto da Oshii nei primi anni
Ottanta.
Come dice lo stesso
Anno, Evangelion non vuole in alcun modo avvicinarsi ai film
di ripresa. Al contrario il regista tenta di raggiungere il massimo
dell'astrazione, il massimo della sovraccumulazione visiva. E anche
da un punto di vista narrativo il lavoro compiuto da Anno è tutt'altro
che tradizionale: Evangelion racconta la storia di tre bambini
che si ritrovano costretti a salvare la loro città (e forse il mondo)
da dei misteriosi e sconosciuti alieni. E poi c'è Rei Ayanami, che
rappresenta un nuovo prototipo di personaggio, non riconducibile né
all'otaku né alla Ko-girl. Insieme a Shinji e Asuka, la incontriamo
in una soleggiata mattinata scolastica, mentre - qualche miglio sotto
la città - una struttura urbana artificiale rappresenta la spirale
che li porterà verso le cospirazioni governative e i misteri della
sperimentazione militare: siamo a Tokyo 3, nell'anno 2015.
Krystian
Woznicki
Anno ha cambiato
la storia originale di Evangelion quando ha visto il telegiornale
che parlava della polizia che assediava il nascondiglio di Aum (setta
di fanatici religiosi giapponesi che nel 1997 ha compiuto diversi
attentati nella metropolitana di Tokyo. Dopo una caccia al centro
dell'attenzione dei media, i principali componenti di Aum vengono
incarcerati, ndr). Lo ha fatto perché gli sembrava troppo vicino
alla realtà?
Azuma
Hiroki
Sì, proprio
così.
KW
Ma perché
l'ha fatto? Il problema era proprio che Evangelion risultava
molto simile al caso Aum?
AH
Anno pensava
che la sceneggiatura originale non fosse adatta alla televisione.
KW
Temeva la
censura, quindi.
AH
Un certo tipo
di censura. Ma è una cosa tipica dell'anime. I cartoni animati
per la tv hanno un pubblico di ragazzi sotto i 15-16 anni. E a parte
questo credo che Anno pensasse che quel tipo di rassomiglianza alla
realtà avrebbe ridotto il potenziale immaginifico di Evangelion.
Era sconvolgente quanto la sceneggiatura originale fosse vicina alle
motivazioni politiche del gruppo di Aum, soprattutto il fatto che
si trattasse di una lotta contro un nemico che non si sapeva nemmeno
esattamente chi fosse. Per esempio gli angeli di Evagelion si
trasformano in piramidi, in ombre. Ho chiesto ad Anno di questi personaggi
tanto astratti, gli angeli. Lui mi ha detto che riflettono ciò che
prova la sua generazione. Per la sua generazione il nemico non è politico.
E non è nemmeno definito. Gli ho detto che quell'idea era molto vicina
all'idea di Aum e lui era d'accordo. Ma è troppo semplicistico arrivare
alla conclusione che Anno stesse dalla parte di Aum, che enfatizzava
la chiusura e l'esclusività del suo gruppo. Avevano perso ogni contatto
con la realtà. Secondo Anno questa cosa è molto simile a ciò che succede
ai fan dell'anime. In effetti Evangelion critica i fan
dell'anime e la loro cultura.
KW
Pensi che
gli ammiccamenti di Evangelion al caso Aum fossero essenziali
al suo significato culturale?
AH
Non so se conosci una storia che riguarda Oe Kenzaburo. Si dice che
rimase molto sorpreso quando la Nihon Seki Gun (l'Armata Rossa Giapponese)
prese Assama Sanso Jiken: nel 1972 la NSG era di stanza dalle parti
del monte Asama. Combattevano con l'esercito e la polizia giapponese.
La vicenda era molto simile a quella del romanzo Kozui wa waga
tamashii ni oyobi che Oe Kenzaburo scrisse e cercò di pubblicare
all'epoca dei fatti. In ogni caso Oe dovette cambiare la trama del
romanzo perché era troppo vicina alla realtà. Non so se si possano
fare dei paragoni tra Anno e Oe, ma mi sembra indubbio che Anno sia
uno dei più intelligenti narratori della cultura giapponese degli
anni Novanta.
KW
La stessa
cosa è successa anche per diversi film recenti, per esempio Rubber's
Lover di Fukui Shojin, che è stato girato nel 1992 ma è stato
distribuito poco dopo la vicenda di Aum. Temendo di provocare qualche
lettura tendenziosa, Fukui ha cambiato alcune scene, perché temeva
che venissero interpretate come una dichiarazione di simpatia nei
confronti di Aum. Rubber's Lover, per molti versi, era permeato
di un'ambigua critica ad Aum, al suo concetto di identità, a quello
di un'illuminazione conseguita attraverso l'isolamento, eccetera.
Angel Dust, che è stato realizzato almeno due anni prima, descrive
alcuni elementi che divennero dominanti nel fenomeno Aum: ancora l'isolamento,
il lavaggio del cervello, l'estorsione. Ma per quanto riguarda la
distribuzione quello che è successo a Evangelion è assolutamente
unico, e parzialmente comparabile alla vicenda del romanzo di Oe:
è stato trasmesso dalla tv alla 18.30 su un canale a grandissima diffusione,
è stato visto da milioni di persone, mentre i film di cui abbiamo
parlato hanno avuto un pubblico decisamente più limitato. A proposito:
quanto era conosciuto all'epoca Oe in Giappone?
AH
Più di quanto
lo sia oggi, credo. La vicinanza al caso Aum non è certo un'esclusiva
di Evangelion. Il fatto è che il film di Anno è una critica
intrinseca ad Aum. La carriera di Anno è terribilmente vicina a quella
di Aum. L'affare Aum ha fatto presa proprio sull'aspetto otaku del
carattere nipponico.
KW
I cineasti
che abbiamo citato, da questo punto di vista, non sono assolutamente
comparabili con Anno. Anche se il cinema indipendente condivide e
spesso sfrutta alcuni aspetti della cultura otaku, non si può certo
dire che ne sia l'espressione principale.
AH
Il problema
degli otaku è proprio che non sono affatto underground: si tratta
di un fenomeno di enorme presa popolare, e al tempo stesso costituiscono
un gruppo molto chiuso, antisociale e isolato. Sono moltissimi'
KW
'e sono soli
ma non solitari, per così dire' (ride)
AH
È un fenomeno
tipico della scena culturale giapponese degli anni Ottanta: il fatto
che gli otaku si siano moltiplicati esponenzialmente non significa
affatto che socializzino e si aprano. Anno è decisamente cosciente
di questa loro chiusura. In un'intervista diceva che quando ha iniziato
a lavorare a Evangelion voleva allargare il numero degli otaku.
Era una specie di progetto di otakuzazione, per infrangere la loro
chiusura. Ma verso la fine del progetto, dovette cambiare idea. Il
cambiamento che era intervenuto in meno di sei mesi è di grande importanza
per la cultura giapponese, perché dimostra come la tendenza tipica
a rinchiudersi dentro un terreno culturale chiuso e specializzato
vada necessariamente incontro al fallimento. La serie di Evangelion
può essere divisa in due parti. La prima è un ottimo anime
di fantascienza. I personaggi sono felici e comunicativi, tipici personaggi
della fantascienza anime come Asuka. Rei naturalmente è un'eccezione.
La prima parte sembra volgersi verso un lieto fine, che naturalmente
è quello che tutti i fan dell'anime si aspettano. Quando guardano
questi film si identificano con i personaggi. Vogliono essere Shinji
o Asuka. Ma la seconda parte abbandona questo schema classico. Le
recensioni e le lettere che i fan dell'anime hanno mandato
alle riviste specializzate mostrano la loro delusione davanti agli
ultimi episodi, dove non c'è nessuna speranza di un lieto fine e nemmeno
la possibilità di identificarsi con i personaggi. Il mistero del mondo
di Evangelion diviene sempre più critico e complesso. E questo
non è evidentemente normale, nel mondo degli anime. Poi c'è
l'aspetto visivo da tenere in considerazione. La velocità del montaggio,
verso la fine della serie, aumenta sempre più. Quando chiesi ad Anno
quali erano state le sue influenze, non mi parlò della Nouvelle Vague,
anche se io mi aspettavo che citasse Godard. Fece però il nome di
Okamoto Kihachi, un filmmaker della Nuovelle Vague giapponese che
aveva preso moltissimo da Godard.
KW
Nei film di
Okamoto cosa c'era del cinema di Godard?
AH
L'ho chiesto
a un critico cinematografico che è tra l'altro un grande fan di Evangelion.
Mi ha detto che il montaggio di Godard è molto più veloce di quello
di Okamoto: in questo senso Anno è più vicino al regista svizzero.
All'inizio il montaggio non è riconoscibile in quanto tale, il che
rispetta in pieno le aspettative dei fan dell'anime, che preferiscono
una struttura narrativa lineare. Nel diciannovesimo episodio Evangelion
dà un pugno a un nemico, il Black Evangelion. Quella scena è terribilmente
violenta e brutale. Un'immagine di tale crudeltà è inaccettabile per
un fan dell'anime.
KW
Ci sono state
controversie su quella scena?
AH
Anno non me
ne ha mai parlato chiaramente. Ha detto solo che i produttori e gli
inserzionisti pubblicitari hanno protestato' non lo so' sembrerebbe
una questione delicata. La seconda metà di Evangelion si allontana
dall'anime tradizionale sia per la narrazione sia per l'aspetto
visivo. In questo senso Evangelion è anche una critica dei
cartoni animati televisivi classici.
KW
Qual è il
rapporto tra Evangelion e film d'animazione come Akira,
che alla fine si riducono a pura imagérie, alla pura componente
visiva?
AH
Anno non è
mai stato molto chiaro al riguardo. Film di animazione come quelli
diretti da Otomo (Akira) e Oshii (Ghost in the Shell)
stanno diventando sempre più ossessivamente pittorici e descrittivi,
sembrano voler concentrare in un'inquadratura il maggior numero possibile
di dettagli. Lo stile di Anno è completamente diverso.
KW
In Anno c'è una notevole tendenza minimalista. L'aspetto visivo è
essenziale ed elegante.
AH
Anziché moltiplicare
il numero di informazioni presenti in un'inquadratura, Anno ottiene
lo stesso effetto accelerando il ritmo e la velocità del montaggio.
KW
A volte si
vede un'immagine statica anche per qualcosa come 90 secondi. Ci sono
dei movimenti minimi sull'asse verticale e orizzontale, all'interno
di quest'immagine fondamentalmente immobile, tipo il movimento di
scale mobili sulle quali dei personaggi stanno avendo una conversazione.
È una forma visiva che ricorda gli esordi di questo genere, quando
una larga parte della storia era raccontata verbalmente.
AH
Le immagini statiche seguite da una raffica di inquadrature montate
con un ritmo forsennato sono una caratteristica della produzione di
Anno, che considera lo stile di Otomo e Oshii limitato da fattori
essenzialmente tecnici. Gli animatori che lavorano per la tv lo fanno
sempre in condizioni difficili. Mancano sempre o il tempo o il personale
necessario. Anche questo potrebbe aver influito sulla decisione di
Anno di assumere uno stile essenziale. Il tipo di animazione che Otomo
e Oshii cercavano non poteva rivaleggiare con l'immagine dal vivo
dei film di ripresa. Seguendo quella direzione, l'anime non
può sviluppare il suo potenziale originario.
KW
D'altro canto
sembra proprio che l'anime stia cercando di avvicinarsi sempre
più alla ripresa dal vivo, di imitare la rappresentazione fotografica.
Pensa a Magnetic Rose, l'episodio di Morimoto in Memories
di Otomo, che ricorda terribilmente l'ultima parte di 2001
di Kubrick: la fantascienza ipertecnologica incontra il barocco e
il rococò. In Magnetic Rose viene rivisitato questo incontro.
I personaggi (tutti con fisionomie occidentali) e l'ambiente sono
ritratti in modo molto realistico. E accanto a questo ci sono cose
che non potrebbero esserci nella realtà: personaggi bizzarri, immagini
di mezzi spaziali'
AH
Ma nemmeno
questo può essere il potenziale dell'anime. Pensa ai tentativi
recenti di Hollywood di introdurre la compuer graphic nei processi
cinematografici'
KW
È un parallelo
interessante.
AH
Il parallelo
tra Hollywood e gli anime e i manga giapponesi è davvero interessante,
e si potrebbero citare un sacco di casi' è noto per esempio che James
Cameron quando realizzò Terminator II era fortemente influenzato
dal manga Kiseijyu. E nemmeno quello era il potenziale dell'anime.
Secondo me è stato Anno a svelare questo potenziale, utilizzando personaggi
estremamente stereotipati come Shinji, Asuka, Misato e accanto a questi
altri decisamente originali come Rei. È riuscito a descrivere gli
anni Novanta attraverso questi personaggi stereotipati senza tratti
caratteristici, senza elementi di individualità. Quando ho visto Evangelion
sono rimasto molto sorpreso perché' conosci i lavori di Murakami Ryu?
KW
Sì, ad Anno
piace Murakami?
AH
Gli piace
molto Ai to gensso no fashism (Il fascismo dell'amore e della
fantasia).
KW
In effetti
i compagni di scuola di Shinji hanno gli stessi nomi del romanzo di
Murakami.
AH
Però ad Anno
piace in particolare il personaggio di Zero. Forse Rei è Zero,
e infatti in giapponese la parola "rei" significa proprio "zero".
Ma quello che volevo dire è che Murakami ha pubblicato un nuovo romanzo
che si intitola Virus. È un romanzo molto interessante, ma
il punto della questione è che il virus di cui parla il titolo è prodotto
dal nemico, un nemico astratto e materiale al tempo stesso. Questo
binomio astrazione/materialità è tipico di Murakami e di quasi tutti
gli scrittori giapponesi contemporanei. Anche gli angeli di Anno hanno
questa doppia caratteristica. In alcuni episodi prendono proprio la
forma di virus. Evangelion descive il concetto di nemico nel
Giappone degli anni Novanta. Pensa ancora alle corrispondenze con
il caso Aum. Negli anni Novanta i giapponesi si sono resi conto che
le cose continuavano a peggiorare, sia da un punto di vista economico
che sociale' Molti hanno iniziato a essere pessimisti sulla situazione
giapponese, ma non riescono a identificare il nemico. È questa
condizione che viene descritta alla perfezione in Evangelion.
KW
Ci sono moltissimi
misteri in questo anime. La mia impressione è che Anno abbia
costruito la storia accumulando una grande quantità di dettagli e
sottotrame per confondere gli spettatori abituali di anime.
AH
Credo che
Anno abbia iniziato Evangelion con l'intenzione di sciogliere
tutti i nodi della trama, e abbia poi cambiato idea a metà dell'opera.
Ha deciso di non risolvere i misteri, ma piuttosto di moltiplicarli,
e questo è un altro modo di attaccare le abitudini consolidate del
suo pubblico. Tutto questo potrebbe sembrare estremamente intellettualistico,
ma bisogno ricordare che la formazione intellettuale di Anno non coincide
con i movimenti intellettuali degli anni Ottanta, come ad esempio
il New Aka.
KW
Hai visto Nadia?
AH
Sì, ma non credo sia molto interessante. Per parlare dei primi lavori
di Anno' Negli anni Ottanta, quando aveva 25, 26 anni, insieme a un
suo amico realizzò Honneamise, il primo film della Gainax (la
casa di produzione di Anno), che però non diresse lui. I fan dell'anime
ne furono molto infastiditi, perché non c'era nessuna bella ragazza.
Il secondo film della Gainax, il primo diretto da Anno, era un classico
video anime intitolato Top o Nerae. Era fatto per gli
otaku, pieno di stereotipi che loro apprezzarono molto. Per Anno fu
molto ironico realizzare quell'anime. Il suo secondo lavoro,
Nadia appunto, fu commissionato dai produttori televisivi della
NHK. E fu uno scandalo. Volevano che la Gainax facesse la versione
televisiva di Raketa. Nel 1984 Miyazaki Hayao realizzò Laputa
che era una commedia d'azione.
KW
Qual era il protagonista?
AH
Erano due ragazzini, un maschio di 12 anni e una femmina di 13. Era
ambientato in un universo fantascientifico molto fantasioso, basato
sui Viaggi di Gulliver. Nel quarto capitolo Gulliver descrive
un paese che si muove in cielo grazie all'uso di poteri mistici e
tecnologici. Nel film di Miyazaki questo elemento era centrale. Nadia
avrebbe dovuto esserne la versione televisiva, e avrebbe dovuto rispecchiare
lo stile di Miyazaki. Naturalmente l'idea ad Anno non andava a genio.
Voleva fare un lavoro originale, ma non fu possibile con i limiti
che gli erano stati imposti. Per esempio non potevano esserci scene
troppo violente. Dopo quel lavoro decise di fare un film indipendente
con la Gainax.
KW
Potresti parlare ancora un po' del background di Anno? Come
fece ad ottenere una commissione di tale entità dalla NHK? Non era
uno sconosciuto a quell'epoca?
AH
In effetti i primi anni di Anno sono incredibili. Faceva parte dell'elite
dell'animazione giapponese. All'inizio degli anni Ottanta mise insieme
un gruppo di dilettanti, tutti tra i 20 e i 22 anni. Il gruppo si
chiamava Daikon Film. Daikon era il nome della Osaka Sci Fi Convention,
una fiera per gli appassionati di fantascienza e per i dilettanti
dell'animazione. All'epoca c'era un rapporto molto stretto tra la
fantascienza e l'animazione. Il gruppo di Anno prese quel nome perché
venne chiesto loro di realizzare il film d'apertura della manifestazione.
Era il 1981-82. La Daikon Film realizzò due lavori per la Osaka Sci
Fi Convention. Il secondo vinse l'Animage Grand Prix, ancje se erano
solo dei dilettanti. Poi i ragazzi della Daikon e il direttore della
fiera, Okada Toshio, che all'epoca aveva era sui 26 anni, si misero
insieme per dare vita a una società professionale, che si chiamò Gainax.
Okada ha lasciato la Gainax due o tre anni fa, per dei disaccordi
sulle regie. Adesso fa il critico. Le caratteristiche anticonvenzionali
della seconda parte di Evangelion non corrispondono all'idea
di anime di Okada.
KW
Ne ha scritto da qualche parte?
AH
Durante un incontro con dei fan, ha detto di non avere mai visto Evangelion
(ride).
KW
Una dichiarazione decisamente chiara.
AH
Senza dubbio, ma devi capire che i suoi rapporti complicati con la
Gainax rendono difficile per lui commentare i film di Anno.
KW
Torniamo alla carriera di Anno, allora.
AH
A 24 anni realizzò un pilot e alcune sceneggiature per delle serie
commerciali. La Bandai (una casa di videoproduzione e distribuzione)
gli commissionò dei lavori e promise di pagare alla Gainax 800 milioni
di yen per il loro film successivo, che sarebbe stato Honnemais.
La Bandai finanziò totalmente il film e la Gainax poté commissionare
la colonna sonora a Sakamoto Ryuichi. Honnemais fu proiettato
in prima mondiale a New York. Io lo vidi quando facevo le superiori.
Fu un totale fallimento commerciale. La Gainax ne rimase shockata
e decise di rimettere tutto in discussione. Fino a quel momento avevano
voluto realizzare dei classici anime intellettuali. Si diressero
verso una produzione più tradizionale, più otaku, con la produzione
di Okada. Fu allora che iniziarono a usare i computer. Il risultato
migliore di quegli esperimenti fu Princess Maker, una specie
di software di simulazione nel quale si può educare una ragazzina.
Lo scopo finale da raggiungere è il matrimonio. Si poteva scegliere
se far diventare la ragazza una scienziata, una stilista o una "naughty
girl". Bella scelta! Nel 1981 quel programma ebbe un gran successo.
Alla gente sembrava piacere l'idea di avere una specie di ragazza-oggetto
personale e immaginaria. Era roba da otaku. Poi successe un'altra
cosa. Anno tornò in visita al suo paese e qualcuno gli chiese che
lavoro facesse. Lui si vergognò molto a dover ammettere di essere
un regista di cartoni animati commerciali. Non aveva nulla di cui
andare fiero. Tornò con l'idea di realizzare Evangelion.
KW
Cos'altro stava facendo?
AH
A parte le sue produzioni, la Gainax era coinvolta in un paio di altri
progetti, tra cui Gundam e Nausikaa.
KW
La Nausikaa di Miyazaki?
AH
Sì' la scena del robot Kyojin-hei (il soldato gigante) di Nausikaa
è stata creata da Anno.
KW
In Nausikaa c'è anche un mostro che si chiama Oumu (la pronuncia
in giapponese è simile ad Aum), e l'eroina comunica attraverso la
telepatia. Ma c'è anche qualcos'altro di molto triviale e misterioso'
(ride) Nausikaa porta una gonna molto corta e niente mutandine'
si vede sempre la gonna che svolazza di qua e di là'
AH
Sì, lo so'
KW
Ne parlavo con un mio amico, che sostiene lei portasse delle calze
color carne' tu cosa ne pensi?
AH
È senza dubbio così. È una questione molto importante. Adesso Miyazaki
è considerato un regista maturo e corretto. I suoi lavori vengono
mostrati nelle scuole a scopi educativi.
KW
È un regista di anime per famiglie.
AH
Ma negli anni Ottanta Miyazaki non veniva visto così. Da questo punto
di vista è interessante considerare il mercato Dojinshi'
KW
Cos'è?
AH
È il mercato
dei manga. Lo si potrebbe definire un mercato indipendente, o un mercato
nero, in cui vengono venduti i manga autoprodotti, basati su personaggi
copiati dai manga che si trovano nelle edicole. Copiando questi personaggi
alcuni giovani riescono a fare cose molto originali. È iniziato tutto
con una parodia degli anime di Miyazaki. Nel 1979 Miyazaki
aveva fatto Lupin III: The Castle of Cariostro. L'eroina era
un classico personaggio per otaku. Bellissima, poco vestita, labbra
sottili: il tipico idolo degli otaku. È stato il primo personaggio
a essere parodiato. A metà degli anni Ottanta Miyazaki cambiò stile.
Voleva eliminare ogni riferimento sessuale. Nel 1986 realizzò Tonari
nototoro, che ebbe un successo incredibile e lo rese uno dei più
famosi registi di anime.
KW
A proposito
del mercato Dojinshi, era importante il fatto che i personaggi originali
fossero molto semplici? I personaggi di Miyazaki erano difficili da
copiare?
AH
Non dovresti
sottovalutare l'abilità degli sceneggiatori del Dojinshi. Molti professionisti
dei manga vengono da lì. I produttori e gli editori seguono le tendenze
del mercato Dojinshi, e cercano lì i giovani talenti. Un mio amico
scrive per una rivista erotica del mercato Dojinshi, e questa vende
più di 3000 copie.
KW
Dove si comprano i fumetti Dojinshi?
AH
C'è un mercato
vero e proprio. E anche una grande fiera che si tiene due volte l'anno.
Nel 1996 si è tenuta ad agosto e a dicembre ad Ariake. E poi naturalmente
si possono comprare nelle librerie underground.
KW
Hanno un vero
e proprio canale di distribuzione, quindi.
AH
Sì, negozi eccetera.
KW
Chi li produce?
AH
Niente produttori. Sono autoprodotti. Ho un amico che ci campa, su
questi lavori. Si paga la stampa, decide quante copie stampare e le
vende.
KW
È illegale?
AH
No. Tra l'altro ci sono molti fumetti Dojinshi che fanno la parodia
di Evangelion. La Gainax è d'accordo: gli autori pagano alla
casa di produzione una piccola somma per i diritti. È un mercato che
si sta espandendo in maniera incredibile.
KW
Qual è il rapporto tra il mercato Dojinshi e la produzione anime
regolare?
AH
Con un volumetto da 40 pagine un artista Dojinshi può fare anche 3
milioni di yen. È stupefacente. Ci sono artisti che rifiutano di diventare
"professionisti".
KW
È stato anche il caso di una nuova scrittrice come Shinohara Hajime?
AH
Il suo è un caso del tutto particolare. Ha venduto 30 o 40000 copie
dei suoi albi. Ma in generale sono molto pessimista sul futuro di
scrittori come lei e sulla situazione letteraria in Giappone. I lettori
sono così pochi' Genichiro Takahashi, un noto scrittore, ha detto
che negli anni Ottanta la letteratura giapponese a smesso di produrre
lavori che potessero essere definiti nuovi, innovativi o anche soltanto
sintomatici di quel periodo. È per questo che Evangelion mi
ha preso di sorpresa: quell'idea degli angeli, un personaggio come
Rei'
KW
Qual è secondo te la caratteristica peculiare del personaggio di Rei?
AH
Fino a Evangelion c'erano solo due tipi di personaggi oppressi
e chiusi in sé stessi: in primo luogo le cosiddette Ko-girl ("ko"
in giapponese significa bambina). Ci sono moltissime liceali giapponesi
che si danno alla prostituzione. Le loro famiglie non sono affatto
povere, non hanno problemi sociali di sorta, ma' guadagnano un sacco
di soldi prostituendosi, e spendono tutto in vestiti e cosmetici.
KW
Rei potrebbe essere un personaggio di un romanzo di Murakami?
AH
Non credo che Murakami potrebbe creare un personaggio del genere.
KW
Almost
Transaprent Blue, di Murakami, ha tutta una serie die personaggi
negativi e autodistruttivi'
AH
Descrive una situazione negativa, ma i suoi personaggi sono attorniati
da oggetti di lusso, denaro, droghe, prodotti culturali alla moda.
Rei non ha alcun rapporto con questo materialismo. La sua solitudine
è basata sulla materia pura, come i muri di cemento della sua stanza,
o il pavimento sporco. Non ha altri vestiti che la divisa del liceo.
Per riprendere quello che si diceva prima sulla solitudine della gioventù
giapponese, oltre alle Ko-girl ci sono gli otaku. La Ko-girl fa in
un certo modo parte della società ed è attorniata da prodotti commerciali.
Anche gli otaku lo sono, ma non si autoescludono dalla vita sociale.
Dipendono entrambi dai media: le Ko-girls non battono il marciapiede,
usano il telefono per farsi trovare dai clienti, e gli otaku riempiono
le loro stanze di programmi elettronici, video, riviste, oggetti che
li separano dalla realtà. Credo che in Giappone queste due figure
siano i due poli dell'edonismo degli anni Ottanta. Rei rappresenta
una nuovo tipo di solitudine, materialista e non commerciale.
KW
C'è un qualche parallelo con il Pinocchio di Fukui?
AH
Mah' tu cosa dici?
KW
Il personaggio principale è un antisociale, ed è escluso dal consumismo.
Se ne va in giro in un ambiente che ricorda un po' le rovine dopo
la Seconda guerra mondiale. Anche Rei sembra vivere nel mezzo di una
guerra (civile). A differenza degli altri personaggi, lei sta in un
edificio in rovina, in una zona periferica. Non c'è nessuna targhetta
sulla porta.
AH
È vero che l'appartamento di Pinocchio assomiglia molto a quello
di Rei. Ma c'è un altro elemento di vicinanza: l'immagine di un ragazzino
senza genitori, in una situazione di dopoguerra, senza relazioni sociali,
senza più una patria. E poi l'immagine del dormitorio. Hai mai visto
i dormitori di un ospedale o di un'università giapponese? Ci sono
macchine molto costose, ma mai nessun ornamento. È tutto molto sporco
e mal illuminato. Le porte non hanno serratura.
KW
In effetti
la stanza di Rei sembra quella di un ospedale. Forse perché lei porta
una benda e ha sempre il corpo e i vestiti sporchi di sangue.
AH
Nel suo appartamento
si intersecano due immagini, quella del rifugio e quella del dormitorio,
ed entrambe ricordano il Satiyam, il nascondiglio di Aum. Il fatto
è che nel cinema di Anno tutte le immagini hanno una motivazione,
ed Evangelion non può essere compreso senza tenere conto degli
eventi di cronaca che sono avvenuti in Giappone durante la sua realizzazione.
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