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J o h n S e a b r o o k
Io e <billg>

intervista con Bill Gates

 

John Seabrook - editorialista per il New Yorker e autore di uno dei migliori libri sulla comunicazione in Internet (Deeper, Faber & Faber) - intervista via email Mr. Microsoft.

John Seabrook - staff writer at the New Yorker and author of one of the best books about comunication on the Net (Deeper, Faber & Faber) talks via email with Mr. Microsoft.

© John Seabrook

Caro Bill, sto scrivendo un articolo su di te e avrei pensato che potremmo fare un’intervista via email, il che solleva un’affascinante questione: come si fa a capire un’altra persona attraverso la posta elettronica? Potresti iniziare col dirmi qual è secondo te la caratteristica specifica dell’email come forma di comunicazione.

OK, fammi sapere se ti è arrivato questo messaggio. L’email è un mezzo di comunicazione unico per un sacco di motivi. Ma non è comunque un sostitutivo dell’interazione diretta. Ci sono persone con cui sono stato in corrispondenza elettronica per mesi prima di incontrarle davvero. Se uno dice cose poco interessanti è più facile non rispondere a un suo messaggio che non rispondergli al telefono. In effetti io non do il mio numero di telefono a quasi nessuno mentre il mio indirizzo di posta elettronica è molto conosciuto. Sono il solo a leggere la mia mail, e il nostro sistema di posta elettronica è perfettamente sicuro. L’email è di grande utilità anche per altri generi di comunicazioni. Permette di scambiarsi un gran numero di informazioni prima di un incontro e di rendere così le riunioni molto più fruttuose. E poi non è un buon mezzo per arrabbiarsi con qualcuno, visto che non si può interagire. È molto più facile mandare dei messaggi amichevoli, visto che sono più difficili da fraintendere.

Oggetto: come ti poni rispetto al futuro? Questi cambiamenti velocissimi nella potenza dei microprocessori, come ti fanno sentire? La certezza che i microprocessori raddoppieranno la propria velocità di crescita ogni diciotto mesi e che niente in natura, né il fuoco né i terremoti, è abbastanza potente da impedirlo. Lo trovi eccitante? Lo senti come un potere divino? Ritieni possibile che questo potere sia negativo?

 I sentimenti sono una cosa abbastanza personale. Mi piace tirare fuori nuove idee, oppure capire in anticipo dove andranno a parare gli eventi e fare in modo che accada nel modo migliore. Mi piace lavorare con persone intelligenti. Il nostro è un settore molto competitivo. Un passo falso e sei fuori gioco. Il mercato non ti dà la possibilità di rilassarti. La IBM in questo senso è l’esempio migliore. È una situazione che fa paura ma al tempo stesso ti tiene ben sveglio. La rivoluzione digitale è tutta una questione di facilitare le cose, di creare strumenti che le rendano più facili. Quando ero bambino ero molto più curioso di oggi… forse ho perso meno curiosità dell’adulto medio ma se avessi avuto allora gli strumenti informativi che stiamo costruendo oggi, adesso saprei molte più cose e non avrei smesso di imparare. Sono strumenti davvero cool. Metti che oggi vuoi incontrare qualcuno con interessi simili ai tuoi per parlare o fare un viaggio insieme o qualcosa d’altro? È dura, è una questione di fortuna. Metti che vuoi essere sicuro di avere scelto un buon dottore o un buon libro da leggere. Stiamo lavorando in questo senso. È questo il potere. Per ora basta.

Oggetto: la TV interattiva è l’oppio dei popoli? A certa gente la TV interattiva fa paura. La TV è una droga, dicono, e quello che sta facendo la Microsoft non farà che rendere più forte quella droga. La gente starà dentro casa ancora più di prima, non vedrà più i vicini, se ne starà a guardare gare automobilistiche interattive una dietro l’altra. O roba porno. Si ammucchieranno sui loro comodini delle pile di estratti conto di carte di credito e abbonamenti alle emittenti. Una «wasteland eliottiana di zombie casalinghi», come ha detto Michael Eisner in un discorso. Credi che qualcosa del genere possa accadere? Cosa c’è di buono nell’inventare scatolette intelligenti che ti portano in casa programmi idioti?

«TV interattiva» forse è il nome sbagliato per indicare il sistema che da casa dovrebbe permettere di collegarsi all’autostrada dell’informazione. Poniamo che io me ne stia seduto in casa ad arrovellarmi su un nuovo medicinale che qualcuno mi ha prescritto. O che voglia chiedere qualcosa alla maestra dei miei figli. O che sia curioso di controllare la mia situazione assicurativa. O che mi chieda quanti crimini vengono commessi nel mio quartiere. O che voglia scambiare delle opinioni con altre persone che hanno intenzione di andare in vacanza in Tanzania. O che mi stia chiedendo se il nuovo tagliaerba che voglio comprare è davvero buono. O che voglia chiedere a qualcuno che ha letto un libro cosa ne pensa prima di dedicargli un po’ di tempo per leggerlo. In tutti questi casi essere in grado di comunicare attraverso un sistema informatico di messaggi mi permette di fare qualcosa che non avrei mai potuto fare prima. E questo è l’uso che gli adulti potranno fare del sistema. I bambini lo utilizzeranno in modi che non riusciamo neppure a immaginare. L’opportunità di raggiungere altre persone e interagire con loro è affascinante. E non significa che si passerà più tempo in casa! Significa che si potrà usare il proprio tempo in modo più efficiente, continuando a fare le cose che ci piaceva fare in passato e insieme a queste anche altre cose nuove. Se ti piace uscire, potrai sapere meglio di prima dove andare e con chi. E poi un sistema di comunicazione a doppio senso di percorrenza è tutta un’altra cosa rispetto a uno a senso unico. Piuttosto che alla TV, è meglio pensare alle nuove tecnologie dell’informazione come a un telefono con un incredibile elenco di numeri, che ti permette di parlare o mandare messaggi a un sacco di gente e anche di lavorare con testi e immagini. Il telefono ha cambiato il mondo, rendendolo più piccolo. Gli effetti di Internet saranno ancora più evidenti. Certo che ci saranno degli "effetti collaterali" di cui preoccuparsi, ma non saranno gli stessi della TV. Noi siamo impegnati nella creazione di un nuovo mezzo, ma non tocca a noi di esserne i censori. È un compito che spetta ad altri.

Oggetto: sport. Ho sentito che hai iniziato a giocare a golf. È vero? È per motivi d’affari o per divertimento? Fai altri sport? Tennis? Sci nautico sul Lago Washington?

Non è proprio che io sia un giocatore di golf. Ho partecipato qualche anno fa a un torneo con risultati dignitosi e tutti i miei parenti giocano, ma non ho avuto il tempo per diventare davvero bravo. Il mio handicap è intorno al 20. Chissà, magari un giorno mi ci dedicherò con più costanza. Gioco un po’ a tennis. Scio sull’acqua e sulla neve. Perlomeno una volta lo facevo, molto più di adesso. Ho un grande motoscafo per lo sci nautico e mi diverto a insegnare agli amici. Una volta mi ci sono rotto una gamba, perché durante un gara facevo lo sbruffone. Il Lago Washington, dove vivo io, è fantastico al mattino per lo sci nautico. E il Hood Canal, dove mi portava ogni estate la mia famiglia da piccolo e dove adesso ho una casa, è ancora meglio. Il posto più bello in cui ho fatto sci nautico è stato sull’Oceano Indiano al largo dell’isola di Nemba, durante un viaggio in Africa. Ho una piscina e la mia casa è sul lago. Io e la mia ragazza ci siamo appena comprati dei nuovi kayak, ma stiamo ancora imparando. Ci si diverte sul lago Washington. Le mie risposte in questo periodo sono meno tempestive perché sono sull’Hood Canal per una "pausa di riflessione". Ogni tanto mi prendo una settimana per andarmene via, leggere, provare dei prodotti, camminare in giro, pensare e magari scrivere qualche memo per nuove idee e strategie. Lo faccio un paio di volte all’anno.

Ti piace la competizione, vero? È da lì che viene la tua energia? Dall’amore per il gioco? Mi chiedo come ci si senta a vincere ai tuoi livelli. Quanta paura hai di perdere? E l’immortalità, l’idea di essere ricordato per mille anni dopo la morte, ti piace? Quanto è forte il tuo desiderio di migliorare la vita delle persone fornendo loro degli strumenti migliori per pensare e comunicare?

È più facile capire perché io pensi di avere il lavoro più bello del mondo se pensi in termini di divertimento quotidiano piuttosto che di profonde spiegazioni psicologiche a lungo termine. È divertentissimo lavorare con persone intelligenti in un ambiente competitivo. La Microsoft riesce a migliorare in modo rilevante il proprio prodotto ogni 18 mesi. Assumiamo i ragazzi migliori che escono dalle scuole e diamo loro dei lavori che sono delle vere e proprie sfide. Cerchiamo di vendere software in ogni parte del mondo. A volte le nostre idee funzionano alla perfezione, altre volte fanno fiasco, ma finché restiamo in pista e continuiamo a correre, ci si diverte un sacco. È bello che i prodotti su cui lavoriamo diano più potere agli individui e rendano il loro lavoro più interessante. Il fatto che io stesso sia uno degli utilizzatori dei nostri software aiuta molto nella fase di progettazione. È divertente incontrare gli altri utilizzatori e scoprire che usano i tuoi prodotti in modi che nemmeno ti aspettavi. È fantastico vedere quanto la gente sia brillante, quando le si danno buoni strumenti. Pensare alle cose solo in termini di vittoria è un approccio terribile. Il successo viene se riesci a focalizzarti su ciò che vuoi veramente e su ciò in cui sei davvero bravo, non se ti lanci in tutte le sfide che ti capitano sotto mano. La mia vecchia idea di avere un personal computer su ogni scrivania di ogni casa avrà bisogno di altri 15 anni per essere realizzata, e quindi ne saranno passati più di 30 dalla prima volta che quell’idea mi è balenata in mente. Il mio lavoro non è come uno sport, dove vinci o perdi ed è finita lì. Oltre a una grande fortuna, a molta energia e forse a un certo QI, credo che la cosa che più mi ha aiutato è stata la capacità di vedere i dettagli e le situazioni generali al tempo stesso. Questo mi permette di comprendere a fondo gli aspetti tecnici e di inventare delle strategie commerciali che vi si adeguino. È ridicolo stare a pensare a come saranno ricordate le cose dopo che sarai morto. I pionieri del personal computer, gente come Jobs, Kapor, Lampson, Roberts, Kaye, sono tutti dei grandi, ma non credo che entreranno nei libri di storia.

Ho sentito dire che leggi molto.

Mi piacciono le biografie e le autobiografie. La letteratura inglese e la storia. Di certi scrittori ho deciso di leggere tutto quanto: Heinlein, Fitzgerald, Hemingway, John Irving, Salinger, Fowles… mi piace la storia della scienza, la scienza (Watson, Dawkins, Gould). A volte mi fisso su un personaggio o su un periodo… l’invenzione dell’atomica, Feynman, Da Vinci, Napoleone, Gauss, Von Nuemann, Turin, Roosvelt, Wilson, Ford, Kennedy. Ho letto anche delle biografie di Getty, Paley, Hughes, Neurath, Onassis. Anche una di Madonna. Per quanto riguarda la storia ho delle conoscenze a macchie di leopardo: abbastanza buone prima del 20k avanti Cristo (anche perché più che di storia si tratta di scienza), ragionevoli sulla Grecia, OK su Roma, ma vado bene soprattutto dopo il 1780. Quello tra la rivoluzione francese e la morte di Napoleone è stato un gran periodo. Anche l’Inghilterra Vittoriana… un sacco di grandi romanzieri e pensatori… Ricardo, Malthus, Marx, Dickens, Thurber… Ho letto molto sulla storia americana, sono ancora curioso di capire gli sviluppi storici del pensiero economico. Ci sono delle domande che mi tornano spesso alla mente: quanto sapeva l’America di quello che succedeva nella Germania dei tardi anni Trenta? Come ci siamo incasinati a quel modo in Vietnam? Gli inglesi avrebbero potuto mantenere più a lungo il loro ruolo di leadership? Fitzgerald è il mio scrittore preferito. La sua vita non è proprio un modello, ma era una grande scrittore. Tenera è la notte potrebbe essere la sua cosa migliore, ma sono molto attratto dalla vicenda di Gatsby. Gatsby aveva un sogno e lo inseguiva senza stare a pensare che avrebbe potuto fallire o - peggio ancora - che ciò che sognava non era reale. La luce verde è un simbolo del suo ottimismo… si era spinto tanto oltre che non poteva non farcela. Non credo di averne mai parlato prima in un’intervista. Alla fine Fitz sottolinea l’aspetto romantico di Gatsby. Potrebbe anche essere una specie di storia dell’America, ma io preferisco pensarla come riferita alle singole persone.

Questa intervista via email è davvero affascinante e credo che ne uscirà un bel ritratto di te, nel caso tu avessi qualche dubbio.

Mi pettino sempre prima di mandare un messaggio di posta elettronica, nella speranza di sembrare attraente. Cerco di usare la punteggiatura in modo amichevole. Mando sempre :-) e mai :-(

 

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