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STUPIDITY 101

Lezione uno

Chi non legge questo libro è un imbecille. I misteri della stupidità attraverso 565 citazioni, Garzanti, Milano, 1999.

Chi non legge questo libro è un imbecille



Come forse alcuni tra i miei amici avranno dedotto, tra le mie varie e inquietanti ossessioni c’è anche la stupidità. Negli ultimi anni ho passato molto del mio tempo a studiare l’argomento, in particolare le varie teorie e i diversi atteggiamenti che sulla stupidità sono stati assunti nel corso dei secoli.

Ne è venuto fuori un libro (Chi non legge questo libro è un  imbecille, Garzanti, lire 22.000), un corso accelerato di stupidità costruito intorno a 565 citazioni. Chi vuol leggerne un capitolo, può andare a cercarlo su Golem 21.
Sono molto orgoglioso del mio libro, ma ovviamente non pretendo di aver esaurito l’argomento. Anche perché da Albert Einstein ho imparato almeno una verità: «Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, e sul primo non sono sicuro».
Insomma, c’è ancora molto lavoro da fare, anche se la mia parte credo di averla (quasi) esaurita. Per proseguire nella mia impresa avrei bisogno di quella che Pierre Lévy ha definito «intelligenza collettiva» della rete. Insomma, la cyberintelligenza, che ovviamente presuppone anche una cyberstupidità (ma a volte possono sembrare indistinguibili).
Dunque mi offro volontario per gestire un forum, un archivio della stupidità, raccogliendo ulteriori dati e informazioni sull’argomento e inserendole in una banca dati a disposizione di tutti.


ATTENZIONE: NON si tratta di raccogliere ESEMPI di idiozia, ma citazioni (corredate di fonte) e riflessioni (possibilmente inedite, cioè non contemplate nel mio libro) sulle cause, caratteristiche, finalità eccetera dell’umana cretineria.
Offro per cominciare alcuni punti di partenza, che vogliono essere anche occasioni di riflessione. (Tenete presente che il libro è, mi dicono, piuttosto divertente. Quelli che seguono sono gli estratti delle parti più serie e dunque noiose.)


A. Le cause della scemenza


B. A che cosa serve la stupidità


C. Le parole per dirlo


QUIZ ARTICO
Gli Inuit, che vivono tra le tempeste e i deserti di ghiaccio, hanno decine di parole diverse per indicare il bianco e la neve. Noi, che viviamo in città densamente popolate dai nostri simili, quante parole abbiamo per indicare uno stupido?

Quella che segue è una tassonomia senza pretese di completezza, ma può essere utile per differenziare le imbecillità comuni e le stoltezze eccentriche, le idiozie arcaiche e le neo-cretinerie – quelle che non ricadono nelle categorie consolidate. Insomma, una specie di bussola per orientarsi nel labirinto dell’umana scemenza.
 



 

D. Integrazioni alla Bibliografia


La bibliografia in fondo al libro non ha alcuna pretesa di completezza (anche se sono 12 pagine fitte fitte; se proprio volete sapere da dove cominciare, i classici sull’argomento sono Bouvard e Pécuchet di Gustave Flaubert, Elogio della stupidità di Jean Paul, Discorso sulla stupidità di Robert Musil e Le leggi fondamentali della stupidità umana in Allegro ma non troppo di Carlo Maria Cipolla).
Ai libri, ai film e ai cd-rom che ho preso in esame per compilare ne possono certamente essere aggiunti molti altri. Per cominciare, di recente sono usciti alcuni volumi degni di nota (siccome uso quest’appendice alla bibliografia anche per eventuali aggiornamenti del mio saggetto, a volte le voci bibliografiche e le citazioni contengono rimandi al medesimo).

Fausti Silvano, L’idiozia. Con postilla sul Giubileo, Ancora, Milano, 1999, p. 14: «Il paradosso del cristianesimo è non solo proporre un Dio stupido e debole, ma – doppio paradosso – pretendere che la stupidità convinca d’insipienza i sapienti e che la sua debolezza distrugga i potenti. Il pensiero stupido e debole è da sempre la sua sapienza e forza!» (cfr. p. 72).

Grasso Aldo, Linea allo studio. Miti e riti della televisione italiana, Bompiani, Milano, 1989, in particolare il capitolo L'invincibile attiranza, pp. 20-21.

Lec Stanislaw, Altri pensieri spettinati. Aforismi in margine a tovaglioli di carta, a cura di Pietro Marchesani, Bompiani, Milano, 1999.

Von Trier Lars, Gli idioti. Dogma 95. La sceneggiatura. Il diario di lavorazione, tr. it Annuska Palme Sanavio, Ubulibri, Milano, 1999, p. 35: «Che senso ha vivere in una società che diventa sempre più ricca… quando gli esseri umani non sono per questo più felici? All’età della pietra, tutti gli idioti morivano… non è più così… ora abbiamo i mezzi per tenerli in mezzo a noi. La gente lotta per la libertà, ma quando la ottiene non sa che farsene… diventare idiota è un lusso ma anche un progresso… gli idioti sono gli uomini del futuro… cazzo!» (cfr. p 217).



 

E. Avvertenza finale


Con la stupidità non è possibile barare. Quando si fanno davvero i conti con l’imbecillità umana, prima o poi si incontra la propria. Ogni nostra riflessione sull’idiozia è, in fondo, autobiografia.


Se hai aggiunte, annotazioni, correzioni, idee geniali o intuizioni imbecilli, puoi contattarmi per e-mail
olivieropdp@libero.it
 
Chi non legge questo libro è un imbecille. I misteri della stupidità attraverso 565 citazioni, Garzanti, Milano, 1999.

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