ateatro 76.81 03/11/2004 La Tagli: la lettera aperta della Tedarco al Ministro Urbani Sulle difficoltà per la produzione di innovazione di Tedarco
Ecco la lettera aperta che l’Associazione Teatri d’Arte Contemporanea, per firma del Presidente Paolo Aniello, ha spedito al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Urbani. In essa sono stigmatizzati i risultati delle recenti assegnazioni decise dalla Commissione Prosa, e le conseguenze del grave taglio operato nei confronti delle Compagnie di Innovazione.
Egregio signor Ministro,
siamo venuti a conoscenza in queste ore, tramite gli stessi operatori, delle assegnazioni operate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali alle attività di prosa per il 2004.
Il dato che emerge e che vogliamo porre alla Sua attenzione è il secco e indiscriminato taglio operato sulla produzione che si sviluppa sul teatro per l’infanzia e la gioventù e sulla ricerca teatrale.
Taglio secco:
- perché si sostanzia nella perdita di circa 350.000 euro, pur in presenza di risorse aggiuntive rispetto all’anno passato che avrebbero permesso addirittura un incremento complessivo delle risorse destinate;
- perché avviene a due mesi dal termine dell’anno solare, quindi ad attività completamente svolte o impegnate, mettendo in crisi non solo le economie delle imprese, ma più pesantemente economie di lavoratori e di famiglie;
Taglio indiscriminato:
- perché è stato operato da parte del Ministero senza possedere quegli strumenti di conoscenza dell’azione teatrale e dell’impatto sugli spettatori di ciascuna impresa teatrale, necessari per qualsiasi decisione, nel momento in cui sono state ridotte o annullate le assegnazioni a Compagnie teatrali che esistono e operano molto concretamente sia in Italia che all’estero, con serietà e qualità riscontrabili pubblicamente;
- perché è avvenuto senza che sussistessero, nella maggioranza dei casi, elementi tecnici e quantitativi tali da sostenere tale riduzione o cancellazione.
Noi non vorremmo, Signor Ministro, che questi elementi in sé molto chiari, vogliano significare una volontà politica di penalizzare la ricerca teatrale, l’innovazione e l’attenzione all’infanzia e alla gioventù, di rallentare ulteriormente il ricambio generazionale, ma anche di favorire l’omologazione della cultura teatrale nel nostro Paese.
Le chiediamo di intervenire direttamente perché possa essere immediatamente recuperato il taglio operato e per avere le necessarie assicurazioni perché per il futuro, a partire dalle norme a valere sul 2005, si operi con la consapevolezza della complessità del sistema teatrale italiano, che ne costituisce ricchezza straordinaria e garanzia di sviluppo artistico.
Paolo Aniello
Presidente
Teatri d’Arte Contemporanea
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