ateatro 90.83
Nuove espressioni: un progetto triennale per i giovani
drammaturgia, regia, attori
di Nuove espressioni
 

NUOVE ESPRESSIONI
drammaturgia, regia, attori: un progetto triennale sulle nuove espressioni teatrali

realizzato da
Associazione Teatrale Duende
in collaborazione con:
Scuola D’Arte Drammatica Paolo Grassi e Accademia dei Filodrammatici di Milano

TEATRO ALLE COLONNE – Corso di Porta Ticinese, 45 Milano



Si rivolge esclusivamente ai giovani, NUOVE ESPRESSIONI, un progetto triennale dedicato ai nuovi drammaturghi, registi e attori, esordienti.
Mancava uno spazio a Milano dedicato esclusivamente ai giovani artisti. Nasce finalmente un contenitore che al TEATRO ALLE COLONNE, presso le colonne di San Lorenzo, darà visibilità a tutte le nuove espressioni teatrali. Un luogo dove attori, registi, drammaturghi, potranno presentare i propri lavori e progetti. Un luogo destinato ai giovani che non ricevono in questo Paese mai troppa considerazione e attenzione. I motivi sono i soliti: parentele, amicizie, favoritismi, un sistema teatrale politico totalmente alla deriva. Per questo motivo gli spettacoli selezionati in questa prima stagione sono stati scelti senza essere volutamente visti prima. E’ stato visionato il progetto nel suo complesso, ma il compito di valutarne la qualità spetta ad una commissione composta da esperti del settore.
In questa prima edizione gli spettacoli presentati saranno in totale undici, di cui nove in concorso e due progetti di studio della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Alla fine della rassegna una giuria composta da: Gianni Valle (organizzatore teatrale), Lory Dall’Ombra (docente di organizzazione teatrale), Renato Gabrielli (drammaturgo), Francesca Angeli (drammaturga), Sara Chiappori (critico teatrale), Lorenzo Loris (regista e attore del Teatro Out Off di Milano), avrà il compito di attribuire allo spettacolo più meritevole una menzione speciale.
La compagnia segnalata avrà la possibilità di presentare il suo spettacolo in un teatro milanese nella prossima stagione.
Per il futuro, l’idea è di dare una borsa di studio per premiare lo sforzo delle compagnie e l’impegno economico da loro sostenuto. L’obiettivo principale è proprio quello di creare un centro di programmazione giovane, una vetrina delle NUOVE ESPRESSIONI, con il coinvolgimento di giornalisti, registi, produttori, direttori di teatri, artisti, che, attraverso i propri canali, daranno spazio alle nuove espressioni.
Questo consentirà anche al pubblico di conoscere nuovi talenti e di ritrovare a Milano un luogo dove viva la novità e quindi la curiosità per il futuro del nostro teatro.


Il direttore artistico Eugenio de’Giorgi
Programma NUOVESPRESSIONI
Festival della giovane scena teatrale 2005-2006

Dal 25 ottobre al 29 ottobre 2005
LETTURA SCENICA IN DUE TEMPI
da Il Presidente di Thomas. Bernhard
un progetto di Camilla Tagliabue
con Alessandro Mercurio, Sara Fenoglio, Helene Delpeyroux
Due personaggi sclerotizzati nella loro stessa verbosità, nella drammaticità grottesca delle parole da loro usate ed abusate spesso come feticci o come esorcismi contro la paura. Due mostri che macinano e vomitano parole, imprigionati nel loro claustrofobico spazio.

Dal 8 novembre al 12 novembre 2005
Babygang Teatro
CASA DI BERNARDA
scritto e diretto Carolina della Calle Casanova
con Carolina de la Calle Casanova, Giada Lo Russo, Valentina Picello, Valentina Scuderi
fisarmonica Giovanni Dispenza
Per porre fine ad una tradizione, bisogna avere il coraggio non solo di capirla e tradirla, ma soprattutto di rielaborare una propria realtà. Madre Bernarda, tutta severità e disciplina, avrà un compito ingrato: amare.

Dal 22 novembre al 26 novembre 2005
Produzioni Pilgrim
LE MANI SOPRA LE CITTÀ
scritto e diretto da Nicola Zucchi
con Simona Frattini
Uno spettacolo denuncia, ma anche riflessione sulla vita e sulla città, sul costruire e l’abitare gli spazi. Le mani che si impadroniscono di una città, le stesse mani che ascendono, impunite, celebrate, al Paradiso degli uomini notevoli. Non è basato sugli ideali, ma sui sensi, quelle facoltà che per prime si ribellano contro chi pensa che il mondo sia una preda da brutalizzare.

Dal 29 novembre al 3 dicembre 2005
Compagnia Stradanova
BARATTI E SIMIL LORDURA
di Elena Galvani, Jacopo Laurino e Simone Repetto
tratto dalla Divina Commedia
con Elena Galvani, Jacopo Laurino, Matteo Carassini
Politica significa amministrare il potere nell’interesse della comunità.
Baratteria significa sfruttare il potere per i propri interessi personali.
Dalla voce di Dante un richiamo alla politica nobile e al sentimento delle istituzioni.

Il 20 e il 21 dicembre 2005
Progetto a cura di R. Gabrielli e M.A. Pingitore
TEMPESTE
Letture con gli allievi della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi
Presentazione di materiali drammaturgici ispirati a La tempesta shakespeariana.


Dal 17 al 21 gennaio 2006
Spettacolo in corso di definizione

Dal 01 al 04 febbraio 2006
GUARDAMI
Di e con Valeria Luchetti
Una sorta di resa dei conti tra una madre ed una figlia divenuta adulta. Due donne si studiano, si desiderano, si cercano per una vita, a tratti si trovano, poi si perdono pur amandosi molto, vittime del loro stesso vuoto, della loro solitudine.

Dal 14 al 18 febbraio 2006
LAUREATA IN VENDESI
Scritto e diretto da Arianna Musso
Con Moreno, Arianna Comes, Arianna Musso
Uno spettacolo che parla di disoccupazione, dell’incertezza e dello smarrimento che si ha quando si è concluso il ciclo scolastico, iniziato a sei anni e finito all’università. In brevi scene, inframmezzate da momenti poetici, in un gabinetto di una casa di studentesse, disagi e ansie, prendono una forma più astratta.

Dal 28 febbraio al 04 marzo 2006
LA CADUTA
da Albert Camus
drammaturgia Paolo Giorgio Mara Ferrieri
regia Paolo Giorgio
con Gerardo Maffei
In questo magistrale racconto, scritto da Camus un anno prima del conferimento del premio Nobel, è la società cosiddetta “buona” che viene messa alla berlina, svuotata di quelle decorazioni e abbellimenti che vogliono raccontarcela come la migliore possibile.

Dal 14 al 18 marzo 2006
E’ ASCIUTO PAZZO ‘O PADRONE
la poesia di Napoli del Teatro Labrys
Regia Fabrizio Di Stante
Con Roberto Capaldo e Luisanna Trigiani
Lo spettacolo esplora la cultura di una città, forse unica tra quelle italiane, proiettata nella condizione contemporanea della globalità. Condizione in cui vita e morte, ricchezza e povertà, solitudine e coralità, si sovrappongono disturbandosi, ma creando inaspettate possibilità.

Dal 28 marzo al 02 aprile 2006
A-SOLO
con gli allievi della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi
Sei creazioni per attore solista, progettate ed allestite dagli allievi del III Corso Regia della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi.


Inizio spettacoli: ore 21:00
Prezzi: posto unico euro 7,00
Per informazioni e prenotazioni:
Teatro Alle Colonne, Corso di Porta Ticinese n.45
Tel./Fax. 0258113161
e-mail nuovespressioni@libero.it
Trasporti: Tram 3, 15 Bus 94
Organizzazione: Associazione Teatrale Duende – Tel/Fax 0272021503
Ufficio Stampa: DannyRose s.c. www.dannyrose.it e-mail info@dannyrose.it cell. 3351752301

LETTURA SCENICA IN DUE TEMPI
Da Il Presidente di T. Bernhard

Un progetto di Camilla Tagliabue


con: Alessandro Mercurio, Sara Fenoglio, Helene Delpeyroux


Non c'è storia, non c'è trama, non c'è sviluppo narrativo: solo l’eterno devastante presente dei due protagonisti (la Moglie del Presidente e il Presidente) ‘alle prese’ con lo shock per l’ultimo, ennesimo e più grave attentato terroristico.
Due personaggi sclerotizzati nella loro stessa verbosità, nella drammaticità grottesca delle parole da loro usate ed abusate spesso come feticci o come esorcismi contro la paura. Due mostri che macinano e vomitano parole, imprigionati nel loro claustrofobico spazio mentale.
L’ansia dei due si materializza nelle costanti ripetizioni verbali, vere e proprie litanie terapeutiche contro i fantasmi che li assalgono: il dolore per i recenti lutti, ma soprattutto l’incubo che il mandante degli attentati terroristici sia il loro stesso figlio.
Il leitmotiv della Moglie del Presidente, “Ambizione/ odio/ paura/ nient'altro”, è più volte rivolto in tono di spregio nei confronti della badante muta; “Il mondo è lerciume”, ripete invece il Presidente al cospetto di un uditorio altrettanto muto.
Entrambi esercitano il potere attraverso la parola, una parola che però smaschera tutta la loro fragilità e ‘dis-umanità’. Al contrario, i ‘personaggi’ muti, che apparentemente sembrano soccombere sotto le parole del Presidente e di sua Moglie, si rivelano i veri carnefici silenziosi ed altrettanto dis-umani.
Il vero Protagonista però, sia ‘in-udibile’ che ‘in-visibile’, è il Figlio anarchico che “come è naturale… è predestinato ad uccidere” chi lo ha generato.


Camilla Tagliabue


Camilla Tagliabue (Como, 1982)Diplomata in Regia teatrale alla Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi (2005).Assistente di M. Navone (La Tragedia dell'uomo di Imre Madach, Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi, luglio 2003); Assistente alla regia di Lorenzo Loris (Finale di partita di Samuel Beckett, Teatro Out-Off, 2003-2004); Lettura scenica de Il lupo cattivo di Roberto Traverso, regia di Lorenzo Loris (mostra Il volto e l'anima del Settecento, Palazzo Reale, marzo 2004); Regia di Lustrini di Antonio Tarantino con Fabio Banfo, Umberto Petranca (Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi, giugno 2004; Teatro Litta, settembre 2004); Laboratorio su “Vocazione Teatrale” condotto da Renata Molinari (Mittelfest 2005); Assistente di B. Frigerio (Aiuto Regista) nello spettacolo di Andrèe Ruth Shammah, Io, l'erede di Euduardo De Filippo, con Geppy Gleijeses Leopoldo Mastelloni (Teatro Grassi, settembre 2005).





Dal 25 ottobre al 29 ottobre 2005

Casa di Bernarda

drammaturgia e regia di Carolina de la Calle Casanova
assistenti alla regia Paolo Faroni, Emanuele Crotti
con Carolina de la Calle Casanova, Giada Lo Russo,
Valentina Picello, Valentina Scuderi
fisarmonica Giovanni Dispenza
scenografia Gabriele Silva, Barbara Slocovich, Tommaso Giunchi
organizzazione Debora Meggiolaro
produzione BabyGang

Testo liberamente ispirato all’opera “La Casa di Bernarda Alba” di Federico Garcìa Lorca.
Musiche ispirate alle processioni religiose popolari dell’ottocento.

Gli uomini di Casa Bernarda sono morti, le donne sono sole. Bernarda insegna alle sue figlie come portare un lutto. E se all’interno di una casa gestita da sole donne arrivasse un uomo e persino la nonna volesse sposarlo? Nella realtà quale sarebbe la soluzione migliore? L’ipocrisia. Per porre fine ad una tradizione bisogna avere il coraggio non solo di capire e tradirla ma soprattutto di rielaborare una propria realtà. Madre Bernarda, tutta severità e disciplina, avrà un compito ingrato: amare.

“Tengo d’occhio mia madre mentre prepara da mangiare. Racconta della mia bisnonna che morì perché non volle farsi operare all’utero e quando le chiesero il perché lei rispose: “Lì è solo di mio marito”. Il mio bisnonno era morto da più di vent’anni. Per sposarlo, lei aveva rinnegato la sua famiglia che la voleva moglie di un dottore. Oggi questo quadro sarebbe follia, eppure per me resta un sacrificio d’amore; un rispetto delle regole, del senso di essere donna, delle proprie convinzioni. Quando si ama così, nessuno può giudicare, perché questo amore ha solo dignità.”
Carolina de la Calle Casanova


Baby Gang Associazione culturale milanese auto-prodotta che realizza progetti teatrali e cinematografici dal 2000. Le linee guida sono il lavoro sulla drammaturgia contemporanea e la rielaborazione di testi classici, l’essenzialità nelle forme sceniche credendo nella figura dell’attore come elemento totalizzatore e creatore di linguaggi, la contaminazione dei generi, il realismo come confronto e scontro reciproco.


Dall’8 al 12 novembre 2005
Le mani sopra le città

Un progetto di Nicola Zucchi e Domenica Ligorio
drammaturgia e regia di Nicola Zucchi
con Simona Frattini
e con la partecipazione della piccola Federica Amico
prodotto da “Pilgrim”
distribuito da “DannyRose”

Questo lavoro teatrale è una denuncia in forma di funerale. Non è basato sugli ideali, ma sui sensi, quelle facoltà che per prime si ribellano contro chi pensa che il mondo sia una preda da brutalizzare.
Le mani sopra la città è un titolo duplice. Le mani che si impadroniscono di una città, le stesse mani che ascendono, impunite, celebrate, al Paradiso degli uomini notevoli. Mentre sono responsabili di perdite definitive: il terreno viene eroso, e i vantaggi procurati non superano quasi mai gli svantaggi. Non è l’atto in sé del costruire, ma il modo e gli obiettivi.
Il problema maggiore è l’assenza di lungimiranza. Il vantaggio deve essere immediato. Nessuno pensa alle conseguenze delle azioni oltre la durata della propria vita. E’ il senso civile individuale a latitare, è la memoria a perdersi, mentre è molto sviluppato il senso dell’interesse personale e degli affari. Si costruisce male, per l’ambiente e la sicurezza. Montagne erose, case che crollano come castelli di carta, parchi protetti riempiti di case. Industrie chimiche sorte accanto a delicati ecosistemi. Non è possibile prevedere? Non soltanto i danni clamorosi, ma anche quelli più sottili: si vuole salvaguardare l’identità, le tradizioni, il privilegio della cittadinanza, si vuole affermare l’italianità e la “settentrionalità” anche al prezzo del fanatismo e dell’intolleranza, e nessuno protesta contro questo tipo di perdita? L’ipocrisia non è peccato, né reato.
Ho pensato a uno strumento provocatorio per dare il senso della mancanza di moralità: un monologo che sia un encomio funebre pronunciato da una donna, Dora, un nome come un fiume, al funerale del nonno, un grande immobiliarista – che però in vita tutti chiamavano palazzinaro. Vogliamo con questo denunciare l’ipocrisia, il conflitto che appartiene a noi tutti, di rinunciare alla moralità quando mette in discussione il nostro personale benessere, la nostra ricchezza materiale. La moralità in questo caso cessa di essere un valore e diventa un disvalore. Attraverso la lettura ingenua e insieme lucida di Dora traspira il concetto che la società stessa è corresponsabile degli scempi, essendo incapace di concertare gli interessi pubblici con quelli privati, gli interessi del presente con la lungimiranza che è essere generosi con le generazioni che verranno.
NicolaZucchi

Nicola Zucchi
(Trescore Balneario 1976) Si diploma alla Scuola d’Arte drammatica Paolo Grassi di Milano in regia teatrale nel 2004; ha scritto e prodotto Le mie mani al lembo d’i tuoi panni, Halcoholic Hellzapoppin’, Troppi là in alto; ha messo in scena Shopping&Fucking di Mark Ravenhill e Otello di William Shakespeare.

Simona Frattini (Varese 1977) Si diploma alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano nel 2004. Partecipa alla sit-com Fila Cyberpen; dal novembre 2004 collabora stabilmente con il Teatro Stabile di Torino, per il progetto R&G Factory con la regia di Gabriele Vacis; partecipa a I Promessi Sposi alla prova di Giovanni Testori, regia di Maurizio Schmidt; Les Contes d’Hoffmann, a cura di Giuseppe Di Leva, per il Teatro Alla Scala di Milano, Trame d’autore – Festival Europeo della nuova drammaturgia; Il Decameron di Corciano regia di Maurizio Schmidt e Elisabetta Vergani; Un po’ per celia all’interno della rassegna estiva Pergine Spettacolo Aperto, Romeo e Giulietta regia di Gabriele Vacis; Otello di William Shakespeare regia di Nicola Zucchi; Sogno di una Notte di Mezza Estate di William Shakespeare regia di Maurizio Schmidt; Tracce di Anna di Martin Crimp regia di Emanuele Crotti.

Dal 22 novembre al 26 novembre 2005
Baratti e simile lordura
Come per denaro il “no” diventa “sì”
Dalla V Bolgia alla Firenze di fine ‘200

di
Elena Galvani, Jacopo Laurino e Simone Repetto
con Elena Galvani, Jacopo Laurino, Matteo Carassini
voce in registrato Nonno Tonino
alla chitarra Lorenzo Laurini
al violino Jacopo Laurino
tecnici delle luci e del suono Hans Peter Gottardi, Eugenio Magnani, Celestino Zadra
con la collaborazione per le scene e i costumi di Romeo Licardo

“Politica significa amministrare il potere nell’interesse della comunità.
Baratteria significa sfruttare il potere per i propri interessi personali.
Nel corso di tutta la Commedia i politici corrotti suscitano il profondo disprezzo del Poeta.
Nella V Bolgia dell’Inferno i barattieri sono condannati a restare immersi nella pece bollente per l’eternità.
L’invettiva di Dante è quella di un uomo che ha un sentimento alto della politica. È l’invettiva di un cittadino che è fiero della propria origine comunale, che crede nelle Istituzioni e che deve manifestare con forza la sua condanna contro chi ha infangato la sua città, vituperando le leggi e mercanteggiando le cariche pubbliche.
Dai suoi versi vogliamo prendere le mosse per parlare di baratteria. E vogliamo farlo raccontando alcuni emblematici episodi di corruzione della sua Firenze. Documenti e cronache dell’epoca ci aiuteranno a conoscere quella che Dante considerava la più grave piaga del Comune Medievale.
È diffuso il pregiudizio per cui la politica è corruzione. È un pregiudizio comodo, che giustifica un atteggiamento passivo nei confronti delle Istituzioni.
L’insegnamento di Dante è quello di una collaborazione attiva di tutti i cittadini affinché si instauri la consuetudine ad una politica nobile.”
Elena Galvani, Jacopo Laurino e Simone Repetto

StradaNòva Le origini del gruppo vanno ricercate all’interno della nostra esperienza di allievi dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano, presso la quale abbiamo frequentato il corso 2001-2003. Durante il biennio accademico, sotto la guida dell’insegnante di dizione, portamento e gesto Teresita Fabris, abbiamo messo in scena alcuni spettacoli ed abbiamo avuto l’occasione di presentarli ad un pubblico esterno. Nell’aprile 2002, a Taio (TN) e a Portovaltravaglia (VA), abbiamo commemorato la Resistenza Partigiana con un recital di poesie, canzoni e lettere di condannati a morte dal titolo “Resistere”. Nel dicembre 2002, siamo tornati in Trentino per proporre al pubblico di Taio e agli allievi delle scuole medie superiori di Cles (TN) “La formula che mondi possa aprirti”, vita e opere di Eugenio Montale. Nel marzo 2003, di nuovo a Portovaltravaglia, siamo andati in scena con “Tu non sai cos’è l’amore”, poesie e canzoni italiane sul tema dell’amore.
L’esperienza si è rivelata più che mai positiva e il pubblico ha reagito ovunque calorosamente dimostrando di apprezzare il tipo di teatro da noi proposto.
L’intenzione del nostro gruppo, nato dall’idea di alcuni degli allievi diplomati nell’ottobre 2003, è quella di portare avanti il lavoro intrapreso, facendo tesoro degli spettacoli lasciatici in dote dall’esperienza accademica e ideandone di nuovi. Nel luglio 2004 abbiamo debuttato con lo spettacolo “Baratti e simile lordura” a Castel Thun (Comune di Ton, TN). Lo spettacolo è stato replicato più volte nel corso dell’estate e dell’inverno successivo. Il gruppo ha inoltre iniziato una collaborazione con le scuole superiori della Val di Non e di Tione (Trentino) che hanno visto nello spettacolo un’efficace integrazione ai programmi scolastici.

Dal 29 novembre al 3 dicembre 2005

Tempeste

Con gli allievi della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi

Letture fuori concorso

La Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi darà vita nella stagione 2005-2006 a una serie di conferenze, laboratori e incontri di approfondimento su La Tempesta shakespeariana. In quest’ambito, il III Corso Drammaturgia e il III Corso Regia, coordinati rispettivamente da Renato Gabrielli e Maria Antonia Pingitore, lavoreranno su esperimenti di scrittura liberamente ispirati a tematiche e personaggi del capolavoro di Shakespeare. Le brevi pièces delle allieve drammaturghe Ana Candida Carneiro, Elena Cattaneo, Sarah Chiarcos, Margherita Monga e Viviana Salvati verteranno su piccole tempeste contemporanee: radicali sconvolgimenti che impongono ai personaggi di fare i conti - in forma drammatica o comica, con esiti confortanti o fallimentari - con le contraddizioni della loro precedente esistenza. Il progetto, che si concluderà con la realizzazione di cinque ‘saggi’ nel febbraio 2006 alla Scuola Paolo Grassi, prevede un’importante tappa intermedia al Teatro delle Colonne: due serate di letture pubbliche dei testi, per consentire a drammaturghe e registi una prima verifica e messa a punto del materiale elaborato.



Il 20 – 21 dicembre 2005

Guardami

drammaturgia e regia di Valeria Lucchetti
con Valeria Lucchetti

E' una sorta di resa dei conti tra una madre ed una figlia divenuta adulta. Un momento, un'occasione per un confronto tra individui, tra generazioni, tra solitudini. Un confronto che una madre attende da una vita evitandolo continuamente. Un drammatico lutto per una figlia che si riconosce diversa e rivendica il suo diritto ad essere Altro. E' un dialogo che in realtà è già iniziato e non avrà mai fine, due donne si studiano, si desiderano, si cercano per una vita, a tratti si trovano, poi si perdono pur amandosi molto, vittime del loro stesso vuoto, della loro solitudine, dell'incapacità di accettare la diversità dell'altra. Un incontro a cui si tende da sempre che potrà avvenire come mai.

Valeria Luchetti


Valeria Luchetti
nasce a Pisa ma cresce e vive a Milano, dove frequenta la facoltà di Psicologia per tre anni e diverse scuole di teatro, per poi dedicarsi esclusivamente a quest'ultimo frequentando la Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi. Collabora con lo Studio Azzurro di Milano e la Scuola Civica di Cinema. Si trasferisce a Roma e inizia a lavorare come attrice. Partecipa a laboratori e spettacoli condotti da Ninni Bruschetta, Andrès Morte, Rem & Cap e continua la formazione seguendo seminari con Yoshi Oida, José Sanchis Sinisterra, Veronica Cruciani ed Emma Dante. Per la televisione, lavora nella fiction R.I.S.- Delitti imperfetti con un piccolo ruolo. Nel frattempo studia alla facoltà di Arti e scienze dello spettacolo della Sapienza a Roma.

Dal 01 al 04 febbraio 2006
Laureata in vendesi

Scritto e diretto da
Arianna Musso
con Moreno, Arianna Comes, Arianna Musso


Laureata in vendesi
è uno spettacolo che parla di disoccupazione, dell’incertezza e dello smarrimento che si ha quando si è concluso il ciclo scolastico, iniziato a sei anni e finito verso i venticinque/trent’anni, soprattutto dopo che si è intrapresa un’università umanistica.
Il testo è strutturato in brevi scene, ambientate in un gabinetto di una casa di studentesse, inframmezzate da momenti poetici in cui il disagio, le ansie prendono una forma più astratta.
La linea registica è improntata su l’astrazione e sull’allusione al reale, che è il filo conduttore dello spettacolo.
Gli elementi sono stilizzati e gli oggetti mimati in modo da lasciare al gesto, alla relazione tra i personaggi, agli interventi sonori e alle luci, il ruolo di protagonisti, il tutto svolto alla ricerca di semplicità scenica.
Lo spettacolo, nonostante tratti un argomento attuale e, in certi aspetti, pesante, lo sviluppa con leggerezza e comicità.
La compagnia ha lavorato anche al testo, riscrivendo le scene, mano a mano che si è costruito lo spettacolo, facendo particolare attenzione al ritmo delle battute.
Arianna Musso


Arianna Musso
è nata a Genova nel 1979. Nel 2003 si diploma in scrittura drammaturgia alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Nel 2005 si laurea in teatro al DAMS di Bologna. Attualmente collabora col polo didattico di Palazzo Ducale tenendo laboratori per le scuole. Nel 2005 ha presentato il suo spettacolo Gioco d’azzardo, nel 2004 ha collaborato con il teatro della Tosse per il progetto Storia in gioco, nello stesso anno ha presentato la performance L’armadio di Serena. Nel 2003 ha curato la drammaturgia dello spettacolo di teatro danza Medea materiale con la coreografia di Ismael Ivo, nello stesso anno ha presentato lo spettacolo Un uomo alla moda per quattro umanità con la regia di Vincenzo Muriano.


Dal 14 al 18 febbraio 2006

La Caduta
da Albert Camus

drammaturgia Paolo Giorgio Mara Ferrieri
regia
Paolo Giorgio
con Gerardo Maffei
aiuto-regia
Mara Ferrieri - scene Fabrizio Palla
luci
Paolo Latini - foto Arianna Fanesi
organizzazione
Cristina Figari - comunicazione Tony Mottola


Clamence è un brillante avvocato parigino, inserito professionalmente e socialmente negli strati più alti della società. Conduce una vita che rispecchia fedelmente l’immagine generale di un uomo di successo. Ma non tutto quello che in superficie sembra oro riesce a superare un esame più accurato. Clamence dovrà scoprirlo ben presto, smascherando l’ipocrisia e la doppiezza che si nascondono nella sua stessa immagine di persona vincente. Senza esserne consapevole, egli viveva una vita immaginata. La realtà dei suoi rapporti umani, delle tensioni sociali che la sua figura crea, della sua stessa soddisfazione esistenziale, mostra di essere molto diversa da come, troppo occupato a vivere, aveva l’abitudine di vederla. È un lampo improvviso, una presa di coscienza dolorosa e radicale. Clamence abbandona il lavoro, interrompe la sua carriera e si trasferisce ad Amsterdam, dove conduce una vita da recluso, priva di affetti e di sostegno. Passa il suo tempo al Mexico-City, una taverna portuale, bevendo uno dopo l’altro bicchieri di liquore al ginepro, fino a tarda ora. È su questo palcoscenico improvvisato che lo ritroviamo, impegnato in un perenne colloquio con gli occasionali avventori del locale. Ai loro visi lontani Clamence si racconta, cercando di redimere la propria vita confessandola; ma soprattutto cercando di convincere i suoi casuali ascoltatori a confessare loro stessi una cattiva coscienza, che appartiene endemicamente alla società, prima che alle persone.
In questo magistrale racconto, scritto da Camus un anno prima del conferimento del premio Nobel, è la società cosiddetta “buona” che viene messa alla berlina, svuotata di quelle decorazioni e abbellimenti che vogliono raccontarcela come la migliore possibile. Sono le nevrosi dell’inserimento, del successo a tutti i costi, della bontà come falsa coscienza che vengono svelate come radice del nostro benessere materiale. E questo stesso benessere si rivela una facciata, un vestito buono che copre un malessere profondo. Non è felice Clamence come non è felice chi abita questa società, continuamente chiamato a riuscire nonostante tutto e tutti, costretto a desiderare cose che non cambiano in nulla la sua vita, solo per garantirsi una malintesa forma di rispettabilità di fronte agli altri.
Paolo Giorgio


L’Associazione Teatrale Quinto Settano
nasce nel 2004 su iniziativa di Gerardo Maffei e si propone come punto di riferimento produttivo indipendente per il giovane teatro italiano.
Nel 2005 realizza in coproduzione con il Teatro Litta di Milano, l’allestimento de Il Calapranzi di Harold Pinter, regia di Antonio Syxty con Gerardo Maffei e Paolo Casiraghi. Nel settembre 2005, dal sodalizio artistico tra Gerardo Maffei (attore) e Paolo Giorgio( regista) nasce Compagnia Quinto
Settano, giovane compagnia under 30 composta da attori di diversa provenienza, diplomati presso le
più note accademie nazionali di teatro. Queste le produzioni per la stagione 2005/2006: Le affinità elettive da Johann Wolfgang Goethe, drammaturgia di Paolo Giorgio e Mara Ferrieri, regia di Paolo Giorgio; Pazzo d’Amore di Sam Shepard, regia di Paolo Giorgio.


Dal 28 febbraio al 4 marzo 2006

E’ asciuto pazzo ‘o padrone
la poesia di Napoli del Teatro Labrys

regia
Fabrizio Di Stante
con Roberto Capaldo e Luisanna Trigiani
scene Alessandra Antonelli
tecnica Fabio Mazzocchi


Ogni opera di poesia è un mondo e va considerato nella sua complessità. Ogni poesia è una voce nel tempo che narra sentimenti, amori, speranze, sconfitte di un popolo che vive l’evasione dal mondo al quale appartiene e del quale riconosce le contraddizioni. Evocando i versi dei maggiori poeti napoletani del Novecento, e non solo, l’immaginario partenopeo viene svelato da personaggi, voci, ritmi che si affastellano, in apparenza casualmente, ma che in realtà costruiscono un ordinato caos. Versi carnali che prendono corpo dalla fisicità degli attori, canzoni scaturite dagli strilli nei vicoli, quotidianità in cui vita e morte, ricchezza e povertà, solitudine e coralità, si sovrappongono disturbandosi, ma creando inaspettate possibilità.
Tutti i personaggi, da Pulcinella al mariuolo, da donna Rusina al cornuto, svelano, mostrandosi, il ritmo contagioso di una vita corale, chiassosa, disagiata, attraverso l’ironica, amara consapevolezza di vivere in un leggendario “luogo comune” chiamato Napoli.


Il Teatro Labrys
nasce nel 1998. La formazione teatrale della compagnia, oltre che con il lavoro di messa in scena, è avvenuta attraverso numerose collaborazioni e incontri, tra gli altri: Margarethe Assmuth, Gary Brackett e Katy Marchand ,Yves Lebreton, Francesco Gigliotti, Ferruccio Soleri, Ferruccio Merisi e Claudia Contin, Daniela Regnoli, T.J.Weikel, Jan Ferzlev, il regista russo Anatoli Vassiliev.
Spettacoli ed esperienze organizzative
1996, Legali da Legare, tratto dalle commedie radiofoniche dei fratelli Marx; 1996, Il medico dei pazzi, da Eduardo Scarpetta; 1996-97, performance di strada musical-teatrale Quad, di Samuel Beckett; 1998-2000, gestione artistica e organizzativa del Teatro Club I Commedianti in Frosinone; 1998-2000, spettacoli A Prescindere spettacolo multimediale su Totò, Frankenstain junior dall’omonimo film di Mel Brooks, Ditegli sempre di sì da Eduardo De Filippo, inserito nel Festival della valle del Farfa, Othello di William Shakespeare, spettacolo studio; 2002, “L’albero delle Illusioni; 2003, Marionette in Libertà, tratto da una fiaba di Gianni Rodari.
Il Teatro Labrys ha organizzato nel maggio 2002 1° Festival-Laboratorio INCANTO DISINCANTO e nel giugno 2003 1° FROSINONE FESTIVAL I luoghi nelTeatro e nell’Arte nel centro storico di Frosinone.

Dal 14 al 18 marzo 2006

A-SOLO
Con gli allievi della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi

Letture fuori concorso


Il Progetto A-solo fa parte del percorso didattico del III Corso Regia della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Consiste in sei creazioni per attore solista, progettate ed allestite da ciascuno dei sei allievi registi (Fabio Cherstich, Carlotta Origoni, Tommaso Pitta, Riccardo Pippa, Carmen Giordano, Alessandro Petri) che concludono quest’anno il loro corso di studi, con un giovane attore scelto tra la rosa dei neodiplomati della scuola.
Si tratta di un’occasione per misurarsi in un confronto diretto tra attore-regista, per condividere un processo creativo che, dalla messa a fuoco dell’idea alla costruzione drammaturgia, trovi nel confronto finale col pubblico la verifica della propria efficacia scenica e comunicativa. Nel panorama teatrale contemporaneo sono sempre più numerose le personalità di attore solista che si stanno imponendo all’attenzione di un pubblico non solo più di settore, segno che la vocazione ‘affabulatoria’ è senz’altro nei cromosomi dei teatranti italiani e continua a riprodursi con risultati innovativi ed efficaci. Questo progetto potrà forse svelare qualche nuovo talento da protagonista e l’originalità creativa dell’ultimissima leva dei futuri registi italiani.


Dal 28 marzo al 02 aprile 2006


 
© copyright ateatro 2001, 2010

 
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