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Teatri 90 Festival |
con la collaborazione
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Maratona di Milano
Aldo Nove
Zapping
# 2
Regia di Paolo Rosa
Zapping # 2è "un’espansione multimediale" di Credo in Us (1942) di John Cage su testi tratti da Superwoobinda di Aldo Nove, ambientata a Milano.
Sul palco completamente sgombro ci sono due teloni sui
quali vengono proiettati frammenti televisivi con selezione random, e spezzoni
di pubblicità e film su Milano. Gli attori sono ombre (personae)
che emergono e affondano in un magma di rumori e immagini metropolitane,
ciascuna delle quali racconta la propria particolare nevrosi. Le immagini
sono accompagnate da quattro percussionisti che eseguono
Credo in Us
secondo le indicazioni del musicista americano e utilizzando come supporto
fonografico, oltre una radio sintonizzata sulle onde medie, musiche, tra
le più celebri, di Bach, Beethoven, Chopin, Mina, Eros Ramazzotti,
Marco Masini. L’allestimento prevede l’alternanza di un minuto circa di
musica con l’esecuzione di ciascun monologo. Gli attori che interpretano
i personaggi dei sei brani (in ordine: una casalinga cinquantenne, uno
studente diciottenne, un uomo di quarant’anni, un ragazzo di quattordici
anni, una donna in carriera, una trentenne) recitano reggendo sul volto
una maschera simile a quelle usate nel teatro greco, ma di plastica.
1° monologo (A letto con Magalli)
Sono una signora di 52 anni, bionda ossigenata.
Mi chiamo Maria e il segno a cui appartengo è Gemelli.
Ho il sogno di andare a letto con Magalli.
Magalli assomiglia a mio marito, ma è famoso.
Se vado a letto con mio marito, nessuno dice niente.
Se vado a letto con Magalli ne dicono tutti.
Andare a letto con qualcuno è una cosa che piace alla gente. Più o meno fanno tutti le stesse cose. Vanno a letto tutti allo stesso modo. Ma alcune persone sono famose, la gente le vede in continuazione e pensa come è scopare con quello lì che parla quando tu stai guardando la televisione mentre mangi con tuo marito la suocera i figli.
Non che creda che Magalli sia meglio di Costanzo degli altri anzi non è il più bello il più bello è Cecchi Paone con le bretelle o anche Fede è un uomo vissuto può piacere sul piano sessuale.
No Magalli dà sicurezza si capisce che non è strano che non vuole fare cose strane come quelle che dice mio marito quando telefona alle troie che ci sono sulla finta rubrica dei massaggi di Secondamano ad esempio leccare dietro, sono cose che Magalli non si permetterebbe mai è un personaggio pubblico non una delle donnine del telefono.
Magalli quando risponde al telefono risponde con ironia con il modo di fare della persona sicura di sé della persona che ti fa sentire a tuo agio che fa delle battute anche forti ma senza mai esagerare insomma è un uomo di classe ed inoltre è da considerare che è basso e con la pancia socievole un uomo di questo tipo, di cui puoi fidarti perché non assomiglia a un latin lover anche se bisogna sempre considerare che si vede spesso in televisione è tutti i giorni in televisione questo fa sì comunque che un certo desiderio lo susciti nel pubblico che lo guarda.
Con Magalli vorrei scappare in un posto non troppo famoso ad esempio in una spiaggia qualunque così la gente mi vede passare guarda quella è lì insieme a Magalli passeggiano assieme mi guardano per vedere com'è la donna che è lì insieme a Magalli.
Oppure sto qua a QT8 vado dal parrucchiere con Magalli
le amiche dicono guarda Maria è con Magalli è davvero Magalli
chissà come lo ha conosciuto se è davvero Magalli figurati
se è così e io mi stringerei al suo petto lo prenderei sotto
braccio per andare in a passeggiare in centro con la luna piena a comperare
una pizza da Spizzico.
2° monologo (La strage di via Palestro)
Io mi ricordo un fatto successo a Milano anni fa, è la strage di via Palestro.
Quando sono andato alla strage di via Palestro con la mia ragazza, Capricorno, era vestita in modo da puttana.
Ciò poteva sembrare irrispettoso, specialmente perchè aveva i pantaloni aderenti, neri, ma nessuno sembrava farci caso, perchè davanti a una strage non si fa caso nemmeno alla figa.
Prima la sera uno è normale, magari è tuo marito, o tua moglie, e poi va in via Palestro e finisce a tocchetti sugli alberi e per terra e sui cofani delle auto parcheggiate duecento metri più in là, e non si trova ad esempio un pezzo di schiena, e quello era tuo marito dentro i sacchetti per i morti.
Tutti, pensano ai morti.
Anch'io. Ho vent'anni. Passando tra la gente, mi vedevo le macerie ed ero triste, ma meno che guardando la televisione, perché alla televisione tutto sembra più vero, ed i collegamenti sono immediati, la strage ti entra in casa all'improvviso, non c'è calcolo, nessuno dice "andiamo alla strage", succede.
Dal vivo, alcuni giorni dopo, il luogo della strage è pieno di gente che guarda le macerie o guarda altra gente che ha lo sguardo sospeso nel vuoto.
Molti scuotevano la testa parlando a voce bassa.
Sugli alberi c'erano molte foto della madonna attaccate con lo scotch, e delle poesie.
Anche dei discorsi lunghissimi, difficili da capire, o pensieri di bambini.
Anch'io, se ho un figlio, gli farei scrivere delle poesie sui morti e lo porterei alle stragi.
La sera in cui è esplosa la bomba in via Palestro anche in altre parte d'Italia erano scoppiate delle bombe.
Giravo tra i canali per capire dove.
Pensavo che forse era la fine dell'Italia. Che scoppiava tutto.
Andando a letto mi veniva in mente quel marocchino esploso sulla panchina. Quando si lascia che la gente dorme dove vuole nessuno può garantire che il giorno dopo si sveglia.
Io, il giorno dopo sono stato anche alla manifestazione. Tutti erano arrabbiati ma non si riusciva ad arrabbiarsi contro nessuno di preciso.
Eravamo arrabbiati in generale.
Mi sarebbe piaciuto dire qualcosa agli intervistatori di Rai 1 che c'erano ma se mi intervistavano non avrei saputo che cosa dire. Avrei detto che non si doveva fare così, una strage.
Poi siamo andati da Mac e ho preso un Macbacon e le patatine
regular e un cheese e il succo d'arancia e un Mcflurry, mentre la mia ragazza
ha preso un cheese e il fish e una patatine small e la coca max
3° monologo (Argentina Brasile
Africa)
Mi chiamo Luigi. Ho ventotto anni.
Mi hanno licenziato e questa pioggia, stasera, è così dolce, è così bagnata adesso. Devo telefonare a Bertoni dirgli che devo consegnargli le chiavi dell'ufficio. Adesso che
Piove in piazza Argentina mi ricordo che
Mia madre, da piccolo, mi diceva (è pazzesco che me lo ricordi adesso) mia madre mi diceva che ogni goccia che cade per terra o sui cornicioni di Motta o dovunque è un pensiero che era evaporato, e torna alla terra.
Non so più cosa mi accadrà domani dopodomani devo riorganizzare la mia esistenza devo sapere cosa
Sarà dei miei figli se posso tenere la casa che ho preso in condivisione a Palau, adesso...
Adesso. Scendo dalla macchina. Adesso che piove scendo dalla macchina scendo giù che questa pioggia mi commuove perché adesso ho un attimo il tempo di guardarla di sentirla scivolare giù sulla faccia sul
Cardigan come non ho mai avuto tempo di accorgermi e di sentirla scendere sulle mani adesso la sento adesso mi tiro fuori il cazzo dai pantaloni in mezzo a corso Buenos-Ayres tiro
Fuori il cazzo dai pantaloni senza l'ombrello scendo lì davanti all'ingresso della stazione di Lima senza tirare su l'impermeabile adesso
Che piove mi voglio stordire.
Per una volta mi voglio completamente stordire qui e poi andare su verso piazza
ARGENTINA come se il
BRASILE e come se tutta quanta l'
AFRICA adesso sotto questa pioggia mi abbracciassero sotto di questa
Pioggia mi abbracciassero e basta con questo caos come se ero un cornicione come se tra poco mi
Dissolvessi in questa pioggia che piove oggi mercoledì ventiquattro gennaio tra poco non esisterò più perché così adesso scendo dall'automobile e ogni goccia che cade adesso ogni goccia che
cade adesso.
4° monologo (Mia nonna)
Che io ho o no la nonna è uguale.
Non si è mai visto nessuno che lo vogliono perché ha la nonna.
Mia nonna è sorda, sporca e falsa.
Non è più consapevole, o almeno così sembra, perché le bugie che dice ogni giorno le dice bene.
Per esempio riesce a nascondere che è stata lei a mangiare tutti i Baci Perugina gia quello la fa sembrare un avvocato dalle palle quadrate.
Anche come resta tranquilla come fa finta di niente quando scopriamo che ha pisciato il divano è sconcertante.
Lei è un genio, dice che a pisciare sul divano è stato figlio del vicino di casa, che ha due anni, quello lì sì ha due anni ma non viene certo a pisciare sul nostro divano.
Mi fa paura guardare le foto di mia nonna da giovane.
Lei, era una bella donna.
Se penso che la schifezza umana che oggi è ha la figa mi viene il capogiro.
Una volta le ho chiesto se non le dispiaceva che stava per morire e anche se aveva ancòra degli appetiti sessuali nessuno si sarebbe mai scopato una larva come lei, che diventava marcia, e infatti si vede che sta diventando marcia, in faccia.
La faccia di mia nonna, fondamentalmente, è la stessa che aveva sulla foto da giovane, con la differenza che è come se da lì le hanno aspirato ogni liquido, e poi buttato lì la pelle qua e là a casaccio.
Lei, vuole sempre che la accompagno in cimitero, a trovare suo marito, mio nonno, che è morto nel 1972 e lei è ancora tutta lì a pregare.
Da questa parte, però, dai vivi.
Io quando lei sarà morta non andrò a romperle i coglioni nella tomba per chiederle di accompagnarmi in giro assieme a quel cadaverone di suo marito.
Figuratevi se mi portassi in giro mia nonna.
Già sono stato l'ultimo a comperare l’album dei Pokémon: con la nonna, a cuccare in centro, a mangiare degli hamburgher che non può mangiare perchè al posto dei denti ha le estremità gelatinose delle gengive molto schifose.
Così venerdì scorso, mentre diceva scemenze inginocchiata sulla tomba di mio nonno ho pensato un’idea.
Ho preso da un vicino di loculo un lumicino di ferro e glielo ho tirato sulla testa.
Lei, non è morta.
Perchè quando sente l'odore dei vermi, quando si ritrova a contatto con il mondo che l’aspetta, l’Oltretomba, mia nonna diventa un'altra, recupera tutte le forze che non ha quando è in giro a rompere il cazzo per casa.
Prega e prega, non smette.
Avrei dovuto considerare che eravamo in cimitero, giocava
in casa.
5° monologo (Vibravoll)
Sono una ragazza di ventisette anni.
Mi chiamo Stefania e sono Ariete Cuspide Toro.
Mio marito si chiama Gianni, ha quarant'anni e fa l'agente di finanza.
Io sono poetessa e redattrice di un giornale femminile, dove mi occupo della rubrica della corrispondenza. Per la maggior parte si tratta di questioni sentimentali insopportabili. Trite e ritrite. Allora quando esco dall'ufficio faccio delle lunghe corse in macchina, che mi rilassano ancora di più da quando ho comperato il mio telefono cellulare.
Il mio telefono cellulare è uno Sharp TQ-G400.
Misura 130 per 49 per 24 millimetri e pesa 225 grammi con la batteria standard.
Ha due tasti cursori posti sotto i pulsanti di invio e di chiusura delle chiamate che mi permettono di scegliere il menù attraverso il quale dispongo facilmente delle funzioni di accesso alle opzioni che mi interessano.
Il display devo dire che è veramente molto bello, indubbiamente più bello di quello del Pioneer PCC-740 che ha Maria.
Il mio telefono cellulare ha indicati il livello di ricezione del segnale, quello della carica della batteria, lo stato del telefono e l'ora.
Ha una piccola luce lampeggiante che mi permette, anche se lo lascio appoggiato da qualche parte nella stanza o sulla macchina, di sapere lo stato delle batterie oppure se è in atto il processo di scarica.
Registra in memoria le ultime dieci telefonate che ho fatto.
Così, quando guido sull'autostrada alla ricerca di un attimino di relax, posso telefonare a Gianni e farmi dire delle porcate.
Gianni mi dice: "ti leccherei la figa, brutta bagascia che non sei altro", e io guido e mi bagno.
Gianni mi telefona sempre da Piazza Affari dove tutti gridano e nessuno si accorge cosa dice il mio Gianni al suo cellulare, un Ericsson EH237 da 1.583.000 lire.
Il cellulare di mio marito ha 199 memorie, e sei ripetizioni automatiche di numeri.
Pesa 20 grammi meno del mio e le sue misure sono di 49 per 130 per 23 mm.
Non ha un'antenna filiforme.
Ha un'antenna elicoidale.
Bene, con questo Ericsson EH237 mio marito mi telefona quando guido per dirmi delle cose galanti.
Siamo una coppia moderna e ogni tanto andiamo al sexy shop Danubio Blu, vicino a Linate, per comperare attrezzi coadiuvanti alla piena riuscita del nostro intrigante rapporto di coppia.
L'ultima volta abbiamo speso 1.197.000 lire.
Abbiamo comprato un fallo anatomico con schizzo non vibrante da 34.900, un Duett vibrante ano-vagina da 49.900 lire e delle palline cinesi stimolanti e vibranti da lire 34.900.
Però devo dire che una coppia così, che viaggia molto, dovrebbe senz'altro avere, come me e Gianni, Vibravoll.
Vibravoll è l'avvisatore silenzioso dei telefoni cellulari che mio marito mi ha messo nel culo il giorno dell'anniversario del nostro matrimonio.
Mi ha detto: "Aspetta che ti metto una cosa su per il culo".
Pensavo che fosse il solito vibratore, con schizzo o senza schizzo, vibrante o non vibrante, con glande scopribile o non scopribile, insomma un oggetto da mettere nel culo.
Invece era Vibravoll.
Mio marito è uscito dalla stanza e mi ha chiamata con il suo
Ericcson EH237 al mio Sharp TQ-G400.
Subito Vibravoll ha incominciato a vibrare, segnalando la chiamata in avviso e quella stimolazione così intensa che non avevo mai provato non avevo mai vissuto mi ha fatto impazzire ho scoperto come la tecnica di questi nostri giorni felici possa cambiare e migliorare un rapporto sessuale mugulavo pazzescamente con quell'apparecchio nel culo non ce l'ho fatta più mi sono alzata dal letto e ho preso dal comodino il mio telefono cellulare ero esosa.
Ero una troia in calore.
Me lo sono strofinato subito contro la figa energicamente su e giù.
L'antenna così premeva ripetutamente piccola e
morbida come solo le antenne Sharp sul clitoride provai un orgasmo così
intenso che mai prima d'allora avevo provato e mio marito entrò
nella stanza era bellissimo Scorpione ascendente Leone aveva il suo Ericcson
EH237 nella mano destra acceso e lampeggiante lo teneva premuto sul cazzo
paonazzo mi diceva con la lingua di fuori "Ti amo coniglietta mia adorata"
e sono venuta, tanto.
6° monologo (Noi)
Mi chiamo Maria, ho ventisette anni e sono del Toro.
Possiedo una collanina d'oro regalatami da mia madre quando ho fatto la prima comunione.
Sono sposata con un ragazzo di trentadue anni, Giacomo, che fa l'elettricista in Milano.
Non ci piace abitare a Milano perchè nel nostro palazzo ci sono i muri che sembrano fatti della Scottex di una volta, aun velo solo. Adesso la carta igienica la fanno a due veli, è molto più resistente di una volta, mentre i muri del nostro palazzo sono come carta igienica che non serve più a niente, sono completamente inutili.
Per questo qui nessuno parla più con nessuno. Il signor Caratti del dodicesimo piano sa che tutti sappiamo che lui dice a suo figlio ogni volta che torna da scuola che va male a scuola. Per questo lo punisce facendogli vedere sempre lo stesso film porno che tutti noi ormai conosciamo bene a memoria infatti dopo quattro minuti di conversazione iniziano a scopare sono un uomo e tre donne. Con la scusa del film e dei cattivi risultati a scuola il signor Caratti ne approfitta per violentare suo figlio gli dice di non gridare per non farsi sentire dagli altri in realtà lo sentiamo tutti. Sappiamo che cosa fa e lui lo sa benissimo.
Sappiamo tutti che i testimoni di Geova del quinto piano spacciano non so che cosa sono testimoni di Geova per finta la signora Dello sente che cosa dicono le persone che vengono ne vengono in continuazione.
Noi sappiamo tutti che il tipo del quinto piano in faccia ai testimoni di Geova tira dei calci in culo a sua madre le dice tutti i giorni stai zitta brutta troia schifosa per farsi dare i soldi per andare alla partita dell'Inter come se ci fosse la partita dell'Inter tutti i giorni è tifoso dell'Inter è disoccupato ha due lauree ha quarantadue anni e tira dei formidabili calci nel culo a sua madre ogni sera.
E sappiamo perfettamente che i Medelino dell'ottavo piano fanno delle cose strane quando mangiamo fanno l'amore lo fanno in modo strano lo si capisce da come li guardano gli altri del condominio quando li incrociano alle due del pomeriggio non si può vedere la televisione in pace perché lei inizia a gridare lui le dice adesso ti metto la telecamera dentro il culo ti faccio godere con la telecamera dentro il culo perché evidentemente si riprendono con la telecamera o cose del genere quando fanno l'amore.
Il nostro caseggiato è completamente diverso da
come si vede sul settimanale Noi. Quando facciamo l'amore non c'è
nessuno che ci vuole riprendere per pubblicarci su un giornale, al limite
i Medelino si riprendono da soli quando fanno l'amore. Inoltre nessuno
viene intervistato per dire cosa ne pensa del successo, io credo che il
successo è come quando hai i muri di Scottex, e in qualunque posto
del mondo vai ti senti che abiti prima di arrivare a Pero anche quando
caghi gli altri lo sanno, noi non abbiamo bisogno di diventare famosi per
cagare così.
copyright 2000 Aldo Nove & Maratona di Milano
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