|
|
|
II.
Informazione e cultura teatrale
Un discorso
sull’informazione teatrale deve necessariamente partire dall’analisi del legame
che questa forma d’arte ha sempre stabilito con la società che la produce e in
cui si inscrive. In questo legame – che si manifesta attraverso la
“rappresentazione” in un universo finzionale della società stessa - sta la
valenza culturale del teatro. Sin dalle origini, le pratiche teatrali sono
servite alle comunità umane per definire la propria identità, per sviluppare
processi di riconoscimento che portino all’aggregazione e alla socializzazione,
per rendere accettabili i propri conflitti, per costruire modelli conoscitivi
della realtà, per selezionare spazi, luoghi e situazioni di carattere festivo e
rituale. Gli spettatori – in ogni tempo – hanno avuto la possibilità di vedere
rappresentate sulla scena le contraddizioni della propria esistenza sociale, le
peculiarità delle proprie tradizioni e le possibilità di rinnovarle.
Come
espressione della cultura di un popolo, il teatro è studiato, decrittato,
analizzato dalle più diverse branche delle scienze umane. L’antropologia si
occupa del rapporto che lega il teatro al rito collettivo; l’etnologia prende
in considerazione le diverse pratiche teatrali che contraddistinguono popolazioni
diverse; la sociologia punta la sua attenzione sui processi sociali che il
teatro promuove in seno ad una comunità; la psicologia ne sviscera le
potenzialità terapeutiche; la filologia si dedica al minuzioso studio dei
testi, la semiotica ne analizza i segni e le simbologie; la linguistica ne
prende in esame il particolare linguaggio.
Tutti questi
filoni di ricerca si interessano al teatro in rapporto a qualcos’altro, nella
sua capacità di rappresentare le specificità di una determinata cultura.
Solo dopo aver
accennato alla pluralità delle prospettive da cui può essere analizzato il
teatro come fenomeno culturale, è possibile riferirsi alle modalità con cui
esso è documentato nel suo farsi “quotidiano”, nella sua realtà formata di
protagonisti ed eventi.
Le innovazioni
tecnologiche di questi ultimi decenni hanno profondamente allargato le
possibilità di conservazione e archiviazione dell’attività teatrale. Attraverso
le videoriproduzioni è possibile preservare permanentemente la memoria di un
evento: la videoripresa è il mezzo più efficace e sicuro per conservarne le
tracce, per lasciarne una testimonianza. Molti teatri utilizzano ormai questo
strumento per registrare le proprie stagioni, e in questi ultimi anni l'Ente
Teatrale Italiano (Eti) ha cercato di sviluppare la ricerca in questo settore,
nel tentativo di stabilire dei criteri scientifici per archiviare i materiali
video e per facilitarne la consultazione.[1]
Tuttavia la
videoripresa come strumento di documentazione su uno spettacolo teatrale
presenta degli inconvenienti legati alla stessa sua natura: trattandosi infatti
di una riproduzione rispecchia necessariamente il tempo dello spettacolo reale.
Dal punto di vista della fruizione viene quindi a sostituirsi all’esperienza di
cui è la registrazione. Documentarsi su una rappresentazione teatrale
attraverso le riprese video implica dunque un investimento temporale pari a
quello richiesto dalla rappresentazione stessa.
Anche sul
piano dell’esaustività della documentazione attraverso un supporto video
sorgono poi alcuni problemi: in realtà la telecamera non fornisce che una
selezione degli elementi che compongono lo spettacolo. Questo sostanzialmente
(e intuitivamente) perché essa riprende le varie scene da un'ottica parziale, a
seconda delle scelte dell'operatore, che decide di volta in volta quali
elementi dell’azione teatrale inquadrare.
Nei quotidiani
si possono rinvenire diversi livelli di informazione. Il più schematico è
rappresentato dalla rubrica degli
spettacoli: ogni giorno, alle ultime pagine, si trova l'elenco dei teatri
cittadini, con le indicazioni sui vari spettacoli. Questo genere di
informazione non dice null'altro sullo spettacolo né esprime alcuna valutazione
critica: si tratta semplicemente dell’elenco delle proposte che ciascun teatro
ha programmato per un determinato giorno.
La breve, un trafiletto di poche righe
all’interno della sezione dedicata agli spettacoli, dice l'essenziale su un
determinato evento: il tema trattato, il testo scelto, le caratteristiche
salienti dello spettacolo e di chi l’ha allestito.[2] Sta alla bravura del
giornalista condensare in uno spazio angusto il maggior numero di dati
possibile.
Più completa è
l'informazione offerta dalla presentazione:
prima che lo spettacolo debutti, un giornalista lo descrive, partendo ad
esempio dal testo messo in scena, dagli elementi che distinguono un particolare
artista, dalla storia precedente di una specifica compagnia. Spesso nella
presentazione ci si serve di interviste
con il regista, lo scenografo, gli interpreti…
Il maggior
grado di esaustività è raggiunto dalla recensione.
A pochi giorni dal debutto di uno spettacolo, ogni testata affida ai propri
critici teatrali il compito di descrivere lo spettacolo ai lettori. La
recensione deve quindi contenere la circostanza in cui si svolge e riassumere
brevemente il testo. Parte fondamentale della recensione è però il giudizio
critico: lo spettacolo viene analizzato e giudicato sia nella sua interezza,
sia nei singoli elementi: regia, scene, interpretazione degli attori..., sia
ancora in rapporto ad altre rappresentazioni (come diverse messinscene dello
stesso testo, altri spettacoli dello stesso regista…).
Oltre che nei
quotidiani, il teatro trova spazio anche nelle pubblicazioni con un target ben
definito: recensioni e interviste compaiono ad esempio all’interno delle
riviste rivolte al pubblico femminile, nei magazine
mondani, nei giornali che si occupano di economia, di politica[3] e perfino di sport.
Vi sono poi le
riviste di settore[4],
cioè quelle che si interessano specificamente di teatro. Al loro interno si
trovano articoli di critica e recensioni. Il pubblico cui esse si riferiscono è
quello degli appassionati e degli addetti ai lavori. Le premesse di tipo divulgativo
sono dunque tralasciate, e il pezzo entra subito nel merito dello spettacolo,
ne indaga attentamente i presupposti teorici, analizza puntualmente il percorso
di un artista o di una compagnia, utilizza un lessico tecnico e specialistico.
Spesso le riviste specializzate cercano di individuare le tendenze in atto
raggruppando più spettacoli in un discorso unitario. La loro funzione è
approfondire le questioni che uno spettacolo pone, dare il quadro completo ed
esaustivo di un fenomeno, cercare connessioni tra artisti, gruppi e spettacoli
diversi.
Articoli di
argomento teatrale si possono trovare anche in pubblicazioni non esclusivamente
di settore, come quelle che hanno per oggetto altre aree del mondo dello
spettacolo, come il cinema, la televisione, la danza, la musica.
Il teatro è
poi – come si è precedentemente accennato – oggetto di interesse di vari
settori delle scienze umane. E’ molto frequente quindi che ad esso si faccia
riferimento in saggi raccolti nelle pubblicazioni di Università e Atenei.
Esiste infine
una vera e propria editoria teatrale, che comprende una gamma estesissima di
opzioni. Tutti gli aspetti della vita teatrale sono infatti oggetto di
pubblicazione.
Pur non
essendo il teatro un settore molto “vendibile”, numerose sono le pubblicazioni
di carattere storico: esse possono essere vere e proprie “storie del teatro”,
che considerano l’evolversi delle scene dalle origini alla contemporaneità, in
cui necessariamente gli argomenti vengono trattati sinteticamente; oppure studi
su un dato periodo, un’epoca, un secolo di teatro, che si soffermano
maggiormente su ciascun aspetto determinante. Un altro approccio può
indirizzarsi verso gli apporti teorici: si analizzano più che gli eventi e i
personaggi le riflessioni che più hanno influenzato i mutamenti della scena.
Ancora, un excursus storico può essere condotto mettendo in evidenza un ambito
particolare, come nel caso delle storie della drammaturgia, della recitazione,
dell’architettura teatrale.
Molte grosse
case editrici riservano ai testi teatrali delle intere collane. Le edizioni dei
testi di autori classici e contemporanei possono essere critiche, scolastiche,
commentate, traduzioni da lingue straniere.
L’opera di
singoli artisti o la genesi di uno spettacolo possono essere l’oggetto di un
saggio, di un’intervista-confessione, di una monografia, di un epistolario.
Numerosi sono poi i lavori critici su tematiche o tendenze specifiche. Le
pubblicazioni di questo genere tuttavia sono il più delle volte appannaggio
delle case editrici “di nicchia”, e sono rivolte ad un pubblico selezionato e
circoscritto alla categoria degli appassionati di teatro. Nel panorama italiano
queste piccole realtà editoriali sono molto rare: a parte Ubulibri, editrice
del Patalogo, si citano qui La Casa
Usher e Costa & Nolan.
Un’altra serie
di informazioni sugli spettacoli teatrali è fornita dai materiali creati dagli
stessi teatri o compagnie.[5] Anche in questo caso
l'ampiezza e l’esaustività sono variabili. Ad un primo livello sta la locandina, che fornisce gli elementi
essenziali dello spettacolo, come titolo, nome di regista, scenografo,
costumista, interpreti.
Oltre alla
locandina, gli uffici stampa di teatri e compagnie producono anche una serie di
materiali più ampi, che variano dal programma
al quaderno di sala, in cui lo
spettacolo è descritto in modo più diffuso. Vi si trovano gli appunti di regia,
le interviste ai protagonisti, il testo rappresentato, una scelta di rassegna
stampa, la storia dello spettacolo nel corso degli anni, e ancora la
teatrografia del regista, degli interpreti ecc. A questo tipo di materiali
appartengono anche i comunicati stampa. Rivolti ai giornalisti, contengono le
informazioni essenziali su uno spettacolo, disposte in modo da attirare il più
possibile l'attenzione di chi legge.
Infine ci sono
anche le pubblicazioni curate dai festival. Le numerose rassegne teatrali che
si susseguono per tutto l'anno producono il proprio catalogo, che - soprattutto
nel caso dei festival maggiori - non si limita a fornire le informazioni sul
periodo e sulla programmazione, ma traccia il profilo di ciascuno spettacolo
ospitato.
L'ultimo tassello di questa ricognizione sulle diverse forme in cui il
teatro è documentato[6] riguarda gli annuari.[7] Per descrivere questo
strumento si è scelto come esempio l'annuario edito dalla Società Italiana
Autori ed Editori[8] (Siae). Sotto il titolo
onnicomprensivo di “Teatro in Italia” l’annuario della Siae comprende diverse
sezioni. La più ampia è dedicata agli spettacoli rappresentati in Italia nel
corso dell’anno.[9]
Ma l’obiettivo
di “Teatro in Italia” è indagare tutte le iniziative a carattere teatrale
attive nell'anno che prende in considerazione. Così, dopo la catalogazione
degli spettacoli si trovano l'elenco dei festival[10], una sezione che riguarda
le attività delle Accademie, delle Scuole di recitazione e delle Università ed
un’altra dedicata ai premi e ai concorsi.[11] Le attività dell'Istituto
Teatrale Italiano e dell’Ente Teatrale Italiano (convegni, patrocinii,
contributi elargiti, progetti di ricerca, lavoro sul territorio…) sono
descritte mese per mese. Il teatro in rapporto agli altri media è al centro
delle rubriche "Teatro alla Radio" e "Teatro in
Televisione", che danno conto di tutte le opere teatrali programmate sia
in audio che in video.[12] Conclude l'Annuario un
articolo che ricorda i principali artisti scomparsi nel corso dell'anno. Teatro in Italia è corredato di un utile
indice per compagnie, titoli e autori, cui si aggiunge anche l'indirizzario
delle compagnie teatrali.
[1] Di prossima pubblicazione
un Thesaurus dei termini teatrali, realizzato dall'Ente Teatrale Italiano in
collaborazione con Riccione Ttv e l'Istituto dei Beni Culturali della Regione
Lombardia. Marco De Marinis ha guidato una commissione di lavoro, che ha
suddiviso i lemmi del thesaurus per soggetti (ad esempio lo spettacolo La tempesta. Dormiti gallina dormiti del
gruppo napoletano libera mente, nella catalogazione sarà inserito sia alla voce
"Shakespeare", sia in quella "Teatro napoletano") creando
così una serie di rimandi interni per facilitare la catalogazione e la
consultazione dei video.
[2] Nel caso si tratti di una
"breve" successiva alla prima rappresentazione, e che quindi dia
conto dello spettacolo a posteriori, grazie al giornalista che è
precedentemente andato a vederlo.
[3] Si veda ad esempio la
pagina che il “Sole 24 ORE” dedica ogni domenica alla cultura.
[4] Si citano qui alcune tra le
più famose, come la gloriosa "Sipario", "Hystrio" e
"Primafila".
[5] Per approfondire questo
tema cfr. Renata Molinari, Quando i
teatri scrivono di teatro, in: il
Patalogo 19, pp. 72 - 77.
[6] In realtà il panorama delle
pubblicazioni di e sul teatro è ancora più variegato. Si segnalano ad esempio i
bollettini e gli opuscoli editi da enti istituzionali, tra i quali si ricorda
almeno il periodico "Etinforma", a cura dell'Ente Teatrale Italiano.
[7] Per quanto riguarda gli
annuari non si è seguito un criterio esaustivo, sia per la difficoltà di
reperimento di molti materiali, sia per l’abbondanza disarmante degli stessi.
Si cita, a titolo di esempio, l’Almanacco
dello spettacolo italiano, edito dalle Edizioni dell’Ateneo di Roma. Questa
pubblicazione a cura di Egidio Ariosto, Giovanni Calendoli e Bruno Marini, è
sorta nel 1959 sotto l’egida dell’Istituto del Dramma Italiano (Idi). Essa
analizza la situazione del teatro nazionale nei vari campi specifici, dalla
prosa alla lirica alla rivista; inoltre vengono fornite notizie sulla
cinematografia italiana e sul fenomeno tv, allora in pieno sviluppo. Senza
addentrarci in un’analisi dettagliata di questo Almanacco, e prendendo in considerazione l’edizione del 1959, ci si
limita a segnalare la composizione mista dell’ampia sezione dedicata al teatro
di prosa: articoli e brevi saggi, come ad esempio Esistono le commedie italiane ma non un teatro nazionale di
Giovanni Calendoli (pp. 19 - 58) si alternano all’elenco degli spettacoli della
stagione 1957 - 1958, fornendo per ciascuno di essi alcuni brevi cenni sulla
compagnia, il teatro, la città e la data del debutto e corredandoli di molte
fotografie. Si può inoltre ritrovare un’Antologia
minima delle novità italiane, composta da brevi brani di pièce
rappresentate negli anni 1959 - 1960. E ancora c’è spazio per l’elenco dei
premi teatrali consegnati nel 1959. L’Idi dagli anni ‘40 pubblica inoltre il
quindicinale “Scenario”, rivista che dà spazio soprattutto alla drammaturgia
emergente in quegli anni, ospitando al suo interno - oltre ad articoli e
recensioni - anche testi inediti.
[8] Il titolo della
pubblicazione attualmente è Teatro in
Italia seguito dall'anno cui l'annuario si riferisce.
[9] Il censimento e
l’ordinamento degli spettacoli è realizzato in base agli enti produttori, che
vengono suddivisi in Enti (o associazioni) stabili pubblici o privati, Enti che
si occupano di sperimentazione, Imprese private di produzione o esercizio,
Imprese di produzione teatrale di prosa anche a carattere autogestito e Gruppi
non sovvenzionati. La divisione in queste categorie si basa sui contributi
statali elargiti ad ognuna di queste realtà. Gli spettacoli poi, all'interno di
ciascuna categoria, sono indicati dettagliatamente: sono inseriti in
numerazione progressiva, con il titolo, il nome dell'autore, l'eventuale
traduttore, i nomi di interpreti, regista, scenografo, costumista, compositore
delle musiche, coreografo, e infine città, teatro e data del debutto, seguita
dal nome di eventuali enti coproduttori. Esauriti gli spettacoli prodotti in
quell'anno da uno specifico teatro, ente, associazione, compagnia, vengono
forniti - dello stesso teatro - i dati relativi al numero di rappresentazioni
annuali, agli spettatori, agli incassi….
[10] Di ciascuno dei quali è
fornito il periodo di svolgimento e il programma degli spettacoli, corredati di
una scheda sintetica.
[11] Di cui è fornito il numero
di edizione e l'elenco dei vincitori
[12] Di cui è sono indicati
l'emittente, l'autore (specificando se si tratta di un italiano o di uno
straniero) e il regista.
|
|
|