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(30) 02.03.02

Nel forum sul Teatro di guerra ci trovate:

> la lettera ai teatranti di Gianfranco Capitta;
> il comunicato stampa sulla riunione del 4 marzo a Roma;
> info sulle dimissioni di Castri con testi di Capitta, Vacis, Gallina...;
> info sulla perquisizione al tpo di Bologna;
> & molto altro...
E se volete dire la vostra...
 

L'EDITORIALE

Ma che sta succedendo? Nel forum sul teatro di guerra trovate info su Torino (le plateali dimissioni di Castri, i conflitti d'interesse del neodirettore Le Moli, la replica di Vacis ai giudizi di Capitta), sui conti dello Stabile del Veneto, sulla perquisizione al TPO nell'ambito delle indagini su Genova, sulla censura al nuovo testo di Fausto Paravidino Gi.Otto… E ancora, il testo della lettera ai teatranti con cui Gianfranco Capitta lancia un appello alla mobilitazione. Anche a Prato, si sa, la situazione >>>
 

INDICE

Tanto per cominciare (e per discutere) il manifesto del Teatro Metastasio, Pubblico TEATRO pubblico.
Poi una breve intervista su Arlecchino a Marcello Bartoli.
In tnm2, anticipazioni sul video di Giacomo Verde su Lepage e diverse news...

NEWS

(ma intanto andate a cercarle anche nei forum e soprattutto nella Locandina di Paolo Maier...)
 
L'infinito di Ronconi
Sta per debuttare (8 marzo) il nuovo attesissimo spettacolo di Luca Ronconi (su testi dello scienziato John Barrow) Infinities. Tutte le notizie ovviamente sul sito del Piccolo Teatro. Se volete familiarizzarvi con i paradossi dell'infinito, provate questo...
 
Sentieri Selvaggi Festival
Stagione di Festival. Oltre a quello di Sanremo, ecco Teatri, il festival di musica contemporanea dei Sentieri Selvaggi.
Si inaugura domenica 3 marzo, ore 21, al Teatro dell'Elfo di Milano, è giunto alla quinta edizione.
Questo il programma della prima serata:
CAVOLI E ANGELI
Domenica 3 marzo 2002, ore 21
Teatro dell’Elfo (via Ciro Menotti, 11 - Milano - MM1 Porta Venezia - tram 9, 23, 29/30; bus 60, 62, 61, 54)
Carlo Boccadoro I cavoli a merenda (su testi di Sergio Tofano)
Filippo Del Corno Angeli clandestini (prima esecuzione assoluta)
con
Lella Costa
Marco Baliani
Sentieri selvaggi
Paola Fre flauto
Mirco Ghirardini clarinetto
Andrea Rebaudengo pianoforte
Luca Gusella vibrafono
Thomas Schrott violino
Marcella Schiavelli violoncello
Carlo Boccadoro direzione
Ingresso Euro 8,00 - Ridotto Euro 6,00
I biglietti saranno in vendita un'ora prima dell'inizio del concerto

Due melologhi, dal carattere contrastante, dividono la serata: il primo è un allegro e scanzonato divertimento musicale di Carlo Boccadoro sulle invenzioni linguistiche di Sergio Tofano, l’autore del Signor Bonaventura. Protagonista è Lella Costa, che lascia il palcoscenico nella seconda parte a Marco Baliani, impegnato invece nelle dure e drammatiche parole di una storia vera, un’autentica tragedia di un emigrante costretto alla clandestinità, nella partitura di Filippo Del Corno, presentata in prima assoluta.
 
21 marzo 2002 / March 21 GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA / GLOBAL POETRY DAY
Pomoted by Unesco, National Association of Writers (Italy), European Writers' Congress
DEAD LINE MARCH 20
In this contest Karenina.it is organizing a global poetry NET-happening / work in progress for the international experimental poetry!
Send to the redaction address: clprezi@tin.it your poems, writing in the subject: "global poetry".
Are welcome: texts ( NOT as attached file), visual poems, videopoetry and animated poetry frames, performance-poetry photos (all this as attached gif or jpg), photos of every thing is (by the poet judgment) "poetry", this means also objects, persons, faces, actions and others...
A site is under construction. Exhibition of all the arrived virtual materials are foreseen (place to define)
Appuntamento on line con Karenina.it per la poesia sperimentale. Indirizzo cui inviare le poesie: clprezi@tin.it Subject: "poesia globale". Inviare: testi poetici, frames tratti da videopoesie, foto di performance e di poesie visive, e di qualunque cosa meriti (a insindacabile giudizio del poeta) la definizione di poesia...
Un sito è in costruzione. Sono previste mostre del materiale arrivato (in luoghi da definire)
Karenina Niusszzz!
Great Exhibition

Milan: New York Renaissance - From Whitney Museum of American Art (Italian / English) Art: Alcune divagazioni su Calogero Barba Di Eugenio Miccini (Italian only)
Electronic Art:
PEACE TOWER - Electronic images in Rome - Electronic Art Biennial curated by Marco Maria Gazzano. Italian / English TORRE DELLA PACE Immagini elettroniche d'artista a Roma - Biennale di arti elettroniche a cura di Marco Maria Gazzano
Electronic artists: Adriana Amodei, Laurie Anderson, Lorenzo Bianda, Robert Cahen, Peter Callas, Peter D'Agostino, Alba D'Urbano, Caterina Davinio, Theo Eshetu, Ida Gerosa, Lynn Hershman, Shigeko Kubota, Federica Marangoni, Fabio Mauri, Nam June Paik, Fabrizio Plessi, Ulrike Rosenbach, Mario Sasso, Studio Azzurro, Gianni Toti, Steina Vasulka, Woody Vasulka, Katsuhiro Yamaguchi and others.
Exhibitions / Monsters:
Mostre/Mostri: Luca Patella: "Exegi monumentum aere perennius" (I built a monument more perennial than the air...)
Poesia visiva / Visual Poetry : Lamberto Pignotti Terzo Millennio
Net art: Caterina Davinio "Paint From Nature" (Copia dal vero):
KARENINA.IT (poetry in "fàtica" function) A web project by Caterina Davinio
davinio@tin.it on line since 1998 - By Jakobson, 'fàtico' is the use of the language which has the finality to maintain open and operative the communication channel among the interlocutors. On the confine between art and critic, happening and net performance, Karenina.it is a virtual meeting place around the theme of the writing and the new technologies, in which experiences of international artists, curators, theoreticians converge, in a net that counts thousands of contacts in the world.
Davinio Art Electronics - Archives / Videotheque
 
Bando Riccione TTV 2002
Vi ricordo che è aperto il bando per il Concorso Italia per l'edizione 2K+2 della rassegna di Riccione, in programma dal 30 maggio al 2 giugno (ATTENZIONE: il bando si chiude il 2 marzo 2002). Il bando (modulocompreso) lo trovate nel forum delle segnalazioni e ovviamente nel sito della manifestazione (dove trovate anche le anticipazioni sull'edizione 2K+2...).
 
Poesia: Lombardi-Pasolini e Paolini-Calzavara in CD
Ma ancora non li avete sentiti, i due CD pubblicati da Garzanti Libri? Marco Paolini interpreta Marco Calzavara e Sandro Lombardi interpreta Pier Paolo Pasolini. Intanto potete ascoltare due brani in anteprima: Marco Paolini interpreta l'irresistibile Can, Sandro Lombardi la struggente Supplica a mia madre.
Per altre info, leggete l'intervista sul progetto di "Alice" a Oliviero Ponte di Pino, oppure visitate la pagina del sito Garzanti dedicate al progetto. Potete richiedere i due cofanetti subito subito da internetbookshop: Paolini-Calzavara (prezzo di copertina 27.000 lire) & Lombardi-Pasolini (prezzo di copertina 25.000 lire).

 

L'EDITORIALE

Ma che sta succedendo? Nel forum sul teatro di guerra trovate info su Torino (le plateali dimissioni di Castri, i conflitti d'interesse del neodirettore Le Moli, la replica di Vacis ai giudizi di Capitta), sui conti dello Stabile del Veneto, sulla perquisizione al TPO nell'ambito delle indagini su Genova, sulla censura al nuovo testo di Fausto Paravidino Gi.Otto… E ancora, il testo della lettera ai teatranti con cui Gianfranco Capitta lancia un appello alla mobilitazione. Intanto a Prato, si sa, la situazione è confusa – ma si continua a riflettere sul teatro pubblico, come dimostra il manifesto ripreso qui sotto. E si è discusso pure a Scandicci (i materiali in ateatro29), e continuano a riecheggiare le discussioni sul Crt e sui giovani (infatti riecheggeranno anche in futuro, nel prossimo ateatro…)
Insomma, scontri su molti fronti. Non so se queste varie notizie possano essere collegate, o se ogni situazione nasce da circostanze particolari, da analizzare secondo criteri specifci. Da un lato ci sono le convulsioni di un sistema teatrale pubblico dilaniato da lotte intestine (meglio, da lotte intestine alla sinistra) e che fatica a ritrovare la propria funzione (a propo, nel forum trovate anche la riflessione di Ronconi sull'argomento, e la replica di Perriera). Dall'altra emergono le avvisaglie di un regime che opera anche attraverso l'autocensura, oltre che attraverso il controllo dei media e l'intimidazione.
Credo che tutto questo obblighi a una grande attenzione, per cominciare. E poi a fare qualche riflessione: sul passato, sul presente e soprattutto sul futuro. Quello che può fare (che sta provando di fare) ateatro in questa situazione, è cercare di raccogliere e diffondere informazioni, creare occasioni di scambio e discussione. Insomma, offrire uno spazio aperto alle diverse posizioni: perché continuiamo a credere nella necessità di un confronto aperto e pubblico sulla situazione e sulla prospettive del teatro (e in particolare del teatro pubblico).
In questo, ancora una volta, è necessaria la collaborazione di chi frequenta questo sito: per far circolare le notizie e le idee, per esprimere consenso e dissenso, per lanciare iniziative. Il forum è nato per questo, e continua a vivere per questo.



Pubblico TEATRO Pubblico
Un manifesto
del Teatro Metastasio - Stabile della Toscana

A mezzo secolo dalla fondazione del primo Teatro Stabile Italiano, il Teatro Metastasio, stabile da pochi anni e da molti impegnato invece (forse per la problematicità di uno spazio come il Fabbricone) nella de-stabilizzazione di forme teatrali consolidate, intende interrogarsi pubblicamente sulla funzione di un teatro pubblico, sulla natura e sul ruolo attuale di una possibile dimensione di servizio.
Perché se oggi vi è un pubblico che sta crescendo - numericamente secondo alcuni - quel è oggi il Teatro che sta crescendo in esso?
A noi sembra oggi irrinunciabile ritrovare le condizioni perché l'energia che si spende comunque nella Scena rientri in connessione con una realtà che si è mutata. Emozionare, inventare, non intrattenere, non educare. Non ci sentiamo più preposti a formare un pubblico per il Teatro, siamo invece chiamati a ricercare un teatro che sappia nuovamente ritrovare il Pubblico. Tornare al ruolo che storicamente compete al teatro nella nostra civiltà.


Intendiamo porre domande, invece che proporre conferme rassicuranti. Al teatro italiano, e al suo pubblico. Ci interessa un confronto più che una identificazione in ruoli che altri teatri rappresentano assai meglio di quanto non potremmo fare noi.

Intendiamo non assopirci entro un modello artistico egemonizzante - quale che sia - ma frequentare una scena che non tema di fare i conti con identità e differenze, con la complessità della vita. Quella dell'individuo e quella della società.

Intendiamo lavorare per un teatro in cui la tradizione, non il tradizionalismo, costituisca un potente serbatoio per la ricerca e non una misura per classificazioni di merito.

Intendiamo favorire la naturale evoluzione di processi in atto, privilegiare la vitalità di un percorso artistico piuttosto che perseguire la riuscita di un singolo evento, per quanto significativo: credere ai flussi di idee, non a tesi precostituite.

Intendiamo condividere sogni e progetti di artisti e istituzioni di respiro europeo, mantenendo una attenzione non miope per quel che emerge dal nostro territorio, costruire un sistema di vasi comunicanti aperto alle sollecitazioni del reale. Ragionare in termini di progetto invece che di programmazione. Per il semplice, contagioso piacere di fare ed andare a teatro.


Un Arlecchino di più
Una intervista a Marcello Bartoli
a cura di Oliviero Ponte di Pino

La tua compagnia si chiama I Fratellini, che è il nome di una famiglia di grandi clown. Quello clownesco è un elemento che hai usato per disegnare il tuo Arlecchino?
Per il personaggio di Arlecchino non ho pensato al clown anche se Arlecchino ha tutte le caratteristiche "dell'AUGUSTO" cioè l'anarchia, l'innocenza, la malizia, la scurrilità, il rapporto con il potere e con il denaro, la fantasia, l'iperbole e, non ultimo, la fame e il sesso.
 
E come hai costruito il personaggio? Da dove sei partito? Dal testo e dalle battute? Dalla gestualità? (ma da dove viene quella gestualità? Da fonti iconografiche? Da altri attori? Dalla tua esperienza di attore?)
Per quanto riguarda la costruzione del personaggio e dello spettacolo viene da un lavoro che ho svolto in questi ultimi anni sulla Commedia dell'Arte anche attraverso laboratori che ho tenuto in vari teatri: Metastasio di Prato, Ponchielli di Cremona ecc. Ho cercato di evidenziare non soltanto l'aspetto giocoso ma anche e, soprattutto, il lato sulfureo, inquietante e violento che questo mondo possiede e quindi il mio Arlecchino è più vicino allo zanni della metà del Cinquecento che alla maschera saltellante settecentesca, è vicino al mondo terrigno di Ruzante e quindi anche la gestualità è concreta e, anche se acrobatica, mantiene una sua pesantezza che lo ancora alla terra.
 
Ha ancora senso misurarsi con la tradizione della Commedia dell'Arte e delle maschere?
Credo che la Commedia dell'Arte sia stata l'invenzione più alta che il teatro italiano ha conosciuto ma oggi credo che la Commedia dell'Arte vada reinventata e credo che non abbia senso riproporla in modo archeologico.
 
A propo, come usi la maschera? E come attore che rapporto hai con la maschera, in generale & in questo caso particolare?
Ho lavorato tanto con le maschere che non so dire come la uso; so solo che per me è una libertà. Faccio delle cose che non appartengono a me ma alla maschera e quindi sono totalmente disinibito.
 
Arlecchino oggi: la sua forza motrice è sempre la fame di cibo-sesso? o magari oggi quelle pulsioni le possiamo rileggere solo attraverso il filtro della parodia? oppure gliene possiamo trovare altre?
Arlecchino oggi è di difficile collocazione. Se ci si pensa, ogni altra maschera della Commedia dell'Arte ha un proprio corrispettivo attuale: Pantalone = imprenditore, Brighella = commerciante ecc. ecc. Arlecchino no, Arlecchino è difficile identificarlo, è un anarchico, uno spirito libero che vive in un suo mondo concreto e, nello stesso tempo, fantastico. E' uno Schweyk, è Charlot.
 
Per interpretare Arlecchino ci vuole davvero un fisico bestiale? Ti sei allenato in qualche maniera particolare?
Certo Arlecchino è un personaggio da un punto di vista fisico "faticoso" è un personaggio acrobatico, è agile come un gatto anche se, come il gatto preferirebbe stare sdraiato al sole, ma è la vita che lo costringe a saltare. Ecco io salto durante lo spettacolo. Per il resto, neanche una flessione.


I Frankenstein del Living
Alcuni appunti sul libro di Anna Maria Monteverdi
di Oliviero Ponte di Pino

Sta per arrivare nelle librerie Frankestein del Living Theatre di Anna Maria Monteverdi, una analisi di uno degli spettacoli chiave del gruppo diretto da Julian Beck e Judith Malina. Lo pubblica la Biblioteca Franco Serantini, sono 170 pagine e costa 13 euro.
Qui di seguito la segnalazione di Oliviero Ponte di Pino apparsa su "Cut-Up".
 
Alla fine degli anni Cinquanta, il Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina inventa a New York il nuovo teatro e una nuova cultura. Nel 1968 il gruppo americano è esule in Francia con Paradise Now, uno spettacolo che non si limita a raccontare la rivoluzione ma cerca di provocarla - prima di tutto nei corpi degli attori e degli spettatori. Nel luglio del 2001 è a Genova, con il suo ultimo lavoro, Resistence, sempre fedele a un anarchismo militante e non violento, e alla necessità di un teatro politico.
Frankenstein, messinscena dello scontro tra il bene e il male, riflessione sulla violenza nella società, ideato e rappresentato poco dopo la metà degli anni Sessanta, resta il lavoro per certi aspetti più complesso e problematico del gruppo americano. Nell'offrire una personale versione di questo mito contemporaneo, ricchissimo di suggestioni e oggetto di infinite rivisitazioni soprattutto cinematografiche, il Living affronta i propri stessi fantasmi. Ricordando quell'esperienza, Judith Malina cita una vecchio detto: “Abbiamo conosciuto il nemico, e noi siamo lui”. Perché la Creatura è il mostro-robot figlio della violenza, ma al tempo stesso l'uomo nuovo, figlio della Rivoluzione (o delle buone intenzioni dello scienziato). Da questo punto di vista, l'ambiguo mito inventato da Mary Shelley non ha perso nulla della sua attualità. Lo sottolinea, nell'intervista che chiude il volume di Anna Maria Monteverdi dedicato allo spettacolo, la stessa Judith Malina: “Oggi il nemico sono le multinazionali e noi usiamo i loro prodotti, siamo coinvolti, siamo una parte del meccanismo, e anche quando protestiamo, protestiamo dentro la trappola del nemico”.
Anna Maria Monteverdi esplora e cerca di ricostruire nelle sue diverse stratificazioni (copioni, testimonianze, tracce video, interviste...) dunque un lavoro che coltiva e nutre le proprie ambiguità, e dunque si rivela assai complesso da studiare e ricostruire. Perché il Frankenstein non è mai stato la messinscena di un testo preesistente, ma un continuo processo. Non ebbe mai una forma stabile, ma una serie di versioni successive, sempre diverse: agli antipodi del teatro borghese (quello della finzione, del testo codificato), Frankenstein è una creazione collettiva costruita per azioni sceniche, centrate sul rapporto con il pubblico. Opera aperta, dunque, anche nel rapporto con lo spettatore e con lo spazio, secondo una teorizzazione allora in gran voga, ma al tempo stesso recupero della tradizione teatrale, quando le compagnie e gli autori adattavano il testo a seconda delle circostanze e delle reazioni del pubblico, consapevoli di creare a ogni rappresentazione un evento diverso e unico.
Quello che Anna Maria Monteverdi insegue e cerca di fissare nella pagina in quello che vuol essere un libro-film (e non un libro fotografia) è perciò un esempio di teatro vivente, di “living theatre”. E che in queste pagine resta sempre vivo: non tanto come freddo oggetto di studio, ma cercando di tenere vive le provocazioni di quello spettacolo. Da un lato ci interroga sul senso e sulla necessità del teatro - un teatro dove sia l'attore sia lo spettatore rischiano il loro corpo. Dall'altro ricordandoci che i temi intorno a cui ruotano le diverse versioni del Frankenstein sono gli stessi intorno a cui ancora oggi continuiamo a interrogarci.



a cura di a m m (anna maria monteverdi)
 > scrivi a amm

lo sappiamo, tnm è ancora poco "multimedia" ma proveremo a correre ai ripari. così in occasione della prima europea a Madrid (23 febbraio-2 marzo 2002) del nuovo spettacolo di Lepage Apasionada (di cui diamo qualche info) ispirato alla pittrice messicana Frida Kalho, come piccolo omaggio a un genio della scena internazionale tra qualche giorno metteremo on line (teknika permettendo) una anticipazione della videointervista al regista fatta da Giacomo Verde. Il titolo del video è La faccia nascosta del teatro ed è stato girato a Montréal nel giugno 2001 in occasione della costruzione della "macchina scenico-tecnologica" di La face cachée de la lune. Per cominciare, ecco qualche immagine del video...
Poi, as usual, segnalazione di eventi e spettacoli (installazioni, danza e live cinema).

La faccia nascosta del teatro. Conversazione con Robert Lepage Una anticipazione del video di Giacomo Verde & Anna Maria Monteverdi


Immagini tratte da La faccia nascosta del teatro. Conversazione con Robert Lepage (30').
Video di G. Verde (Sestessi video-Università di Pisa-Dipartimento di Storia delle Arti);
Nel numero 6 di ateatro (vedi nell'archivio) avevamo pubblicato una lunga recensione dello spettacolo "La faccia nascosta della luna" di R. Lepage al Festival dei Teatri delle Americhe a Montréal. In quell'occasione è stato possibile per Giacomo Verde fare le riprese del setting, del backstage della macchina scenica ideata dal set design Carl Fillion su indicazioni di Lepage e sottolineare la complessa operazione che ha richiesto quattordici persone (tecnici, macchinisti, ingegneri del suono e della luce) impiegate per tre giorni (e tre notti) al montaggio presso Usine C. In quell'occasione è stato possibile incontrare Robert Lepage. L'intervista, su espressa richiesta di Lepage è stata fatta in italiano.
Il video prevede una "doppia narrazione": l'intervista a Lepage procede di pari passo con la visione della costruzione progressiva della macchina scenica (in dissolvenza o talvolta a schermo intero). Si è cercato di rispettare "il tempo reale" dell'intervista con pochissimi interventi o tagli. Verde ha mantenuto le incertezze, le lunghe pause, gli errori di traduzione, l'inciampo per mostrare la "faccia umana" dell'artista: Lepage mette davanti a tutto, sempre, la comprensione del suo lavoro, come a dire che al pari di qualsiasi altra esperienza di comunicazione, teatro deve prevedere un incontro, uno scambio reale tra l'artista e il suo pubblico. La scelta di usare la lingua dell'interlocutore è prima di tutto una scelta di "comunicazione reale", dunque e diventa metafora principe del suo teatro, intriso proprio di quel multilinguismo e multiculturalismo che ne fa una vera creazione "sans frontiérs". Il video, poi, ha proprio il marchio di fabbrica di Verde: l'antitelevisività; tutto è giocato sul fuoricampo, su quello che è televisivamente scorretto; la voce fuori campo che altri non è che in questo caso "l'operatore" Giacomo Verde, interviene direttamente a correggere parole, a fare domande, mentre Lepage cerca di far capire che il vero senso del suo teatro è la costruzione di un "miracolo" che dura un attimo, ma al cui successo contribuiscono un grande numero di tecnici, macchinisti che stanno nella parte nascosta del palcoscenico.
 
"Teatro" dice Lepage "è una questione di equilibrio tra la parte in ombra e la parte in luce dello spettacolo".

Qualche notizia sulla Frida di Lepage su: http://www.cyberpresse.ca/reseau/arts/0112/art_101120041925.html




Armunia - Festival Costa degli Etruschi
Incursioni. Manifestazione di danza e installazioni
Castiglioncello (Li) dal 2 al 24 marzo (www.armunia.it);



Ø 2 marzo ore 21.30 Teatro Solvay, 3 marzo ore 17.30 Teatro Solvay
Raffaella Giordano, Senza titolo (anteprima)

Ø 7 marzo ore 17.30 Biblioteca Comunale di Rosignano Solvay
Silvia Traversi e Martina La Ragione [Ingresso libero]

Ø 8 marzo ore 19.30 Castello Pasquini
Istallazione Interattiva di XEAR.org (ovvero, Giacomo Verde, Mauro Lupone e Massimo Magrini) con intervento coreografico di Silvia Traversi

Ø 9 - 10 marzo dalle ore 19.30 solo istallazione video di www.Xear.org



Ø 9 marzo ore 21.30 Castello Pasquini
Sachiyo Takahashi e la Compagnia UFAC
Orpheus in the dark [Ingresso libero]

Ø 15 marzo ore 18.00 Coop di Rosignano

Ø 16 marzo ore 18.00 Coop di Cecina
Compagnia Effetto Parallelo [Ingresso libero]

Ø 23 marzo ore 18.30 P.zza Guerrazzi - Cecina
Ensemble di Micha van Hoecke [Ingresso libero]

Ø 24 marzo ore 21.30 Castello Pasquini
Sachiyo Takahashi, e la Compagnia UFAC, con tutti gli allievi del seminario
Orpheus in the dark [Ingresso libero]


Info: Angela Fumarola
Armunia-Festival Costa degli Etruschi
Castello Pasquini P.zza della Vittoria 1, Castiglioncello (LI)
tel.: 0586754202-759021 fax: 0586754198
e-m@il: info@armunia.it


Live cinema
BLUE STORIES - Roberto Paci Dalò

da Ingeborg Bachmann



13 marzo 2002, h. 21.00
Roma-Rialto-S.Ambrogio

Altre info sul sito di Giardini Pensili.


Appuntamento al prossimo numero.
Se vuoi scrivere, commentare, rispondere, suggerire eccetera: olivieropdp@libero.it
copyright Oliviero Ponte di Pino 2001, 2002

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